Idomeneo, atto III

PALAZZO DEI CONGRESSI - STRESA

Settimane Musicali di Stresa e del Lago maggiore



Giovedì 2 settembre 2010_09_02 ore 20.00

Organizzato da Festival Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore
Idomeneo, re di Creta

Opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart
Testo da Giambattista Varesco
Prima rappresentazione: 29 gennaio 1781,
Teatro Nuovo di Corte, Monaco di Baviera
Rappresentazione in forma semi-scenica
Francesco Meli, Idomeneo
Laura Polverelli, Idamante
Alessandra Marianelli, Ilia
Francesca Sassu, Elettra
Alessandro Liberatore, Arbace
Ars Cantica Choir
Marco Berrini, maestro del coro
Stresa Festival Orchestra
Gianandrea Noseda, direttore

 

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Seguono immagini della serata:

 

ATTO III
 
SCENA I
 
Giardino reale
Ilia sola

 
No. 19. Recitativo ed Aria

 
ILIA
Solitudini amiche, aure amorose,
piante fiorite, e fiori vaghi,
udite d'una infelice amante i lamenti,
che a voi lassa confido.
Quanto il tacer presso al mio vincitore,
quanto il finger ti costa afflitto core!
Zeffiretti lusinghieri,
Deh volate al mio tesoro:
E gli dite, ch'io l'adoro
Che mi serbi il cor fedel.
 

E voi piante, e fior sinceri
Che ora innaffia il pianto amaro,
Dite a lui, che amor più raro
Mai vedeste sotto al ciel.
Ei stesso vien... oh Dei! ...
mi spiego, o taccio? ... Resto ...
Parto... o m'ascondo? ...
Ah risolver non posso, ah mi confondo!


SCENA II
 
 
Ilia, Idamante


Recitativo

 
IDAMANTE
Principessa, a' tuoi sguardi
se offrir mi ardisco ancor,
più non mi guida un temerario affetto;
altro or non cerco, che appagarti e morir.
 
ILIA
Morir? tu, prence?
 
IDAMANTE
Più teco io resto, più di te m'accendo,
e s'aggrava mia colpa,
a che il castigo più a lungo differir?
 
ILIA
Ma qual cagione morte a cercar t'induce?

IDAMANTE
Il genitore pien di smania e furore torvo
mi guarda e fugge, e il motivo mi cela.
Da tue catene avvinto,
il tuo rigore a nuovi guai m'espone.
Un fiero mostro fa dappertutto orrida strage.
Or questo a combatter si vada, e vincerlo si tenti,
o finisca la morte i miei tormenti.
 
ILIA
Calma, oh prence, un trasporto sì funesto:
Rammenta, che tu sei d'un grand'impero
l'unica speme.
 
IDAMANTE
Privo del tuo amore, privo, Ilia, di te, nulla mi cale.
 
ILIA
Misera me! ... deh serba i giorni tuoi.
 
IDAMANTE
Il mio fato crudel seguir degg'io.
 
ILIA
Vivi ... Ilia te'l chiede.
 
IDAMANTE
Oh Dei! che ascolto? Principessa adorata! ...
 
ILIA
Il cor turbato a te mal custodì la debolezza mia:
pur troppo amore e tema indivisi ho nel sen.
 
IDAMANTE
Odo? o sol quel che brama finge l'udito,
o pure il grand'ardore m'agita i sensi,
e il cor lusinga oppresso un dolce sogno?

ILIA
Ah perché pria non arsi, che scoprir la mia fiamma?
mille io sento rimorsi all'alma! il sacro mio dovere,
la mia gloria, la patria, il sangue de' miei ancor fumante,
oh quanto al core rimproverano il mio ribelle amore!
... ma alfin che fo? - Già che in periglio estremo ti vedo,
oh caro, e trarti sola io posso, odimi, io te'l ridico:
t'amo, t'adoro, e se morir tu vuoi, pria,
che m'uccida il duol morir non puoi.

No. 20a. Duetto
 
IDAMANTE
S'io non moro a questi accenti,
Non è ver, che amor uccida,
Che la gioia opprima un cor.

ILIA
Non più duol, non più lamenti;
Io ti son costante a fida:
Tu sei il solo mio tesor.
 
IDAMANTE
Tu sarai...
 
ILIA
Qual tu mi vuoi.
 
IDAMANTE
La mia sposa...
 
ILIA
Lo sposo mio sarai tu,

IDAMANTE, ILIA
Lo dica amor.
Ah il gioir sorpassa in noi
Il sofferto affanno rio:
Tutto vince il nostro ardor.


SCENA V
 
Arbace solo

 
Recitativo e No. 22. Aria

 
ARBACE
Sventurata Sidon! in te quai miro di morte,
stragi e orror lugubri aspetti?
Ah Sidon più non sei, sei la città del pianto,
e questa reggia quella del duol.
Dunque è per noi dal cielo sbandita ogni pietà? ...
chi sa? ... io spero ancora ...
che qualche Nume amico si plachi a tanto sangue;
un Nume solo basta tutti a piegar ...
alla clemenza il rigor cederà...
ma ancor non scorgo qual ci miri pietoso ...
 

Ah sordo è il cielo!
Ah Creta tutta io vedo finir
sua gloria sotto alte rovine!
No, sue miserie pria non avran fine.
Se colà ne' fati è scritto,
Creta, oh Dei! s'è rea, or cada.
Paghi il fio del suo delitto,
Ma salvate il prence, il re.
Deh d'un sol vi plachi il sangue,
Ecco il mio, se il mio v'aggrada,
E il bel regno che già langue,
Giusti Dei! abbia mercè.


SCENA VI
 
Gran piazza abbellita di statue avanti al palazzo,
di cui si vede da un lato il frontespizio.
Arriva Idomeneo accompagnato d'Arbace
e dal seguito reale; il re scortato d'Arbace si siede
sopra il trono destinato alle pubbliche udienze;
Gran Sacerdote e quantità di popolo.

 
 
IDOMENEO
Non più... sacro ministro; e voi popoli udite:
la vittima è Idamante, e or vedrete, ah Numi!
con qual ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio.
 
(parte turbato)
 
No. 24. Coro

 
CORO
Oh voto tremendo!
Spettacolo orrendo!
Già regna la morte,
D'abisso le porte
Spalanca crudel.
 
GRAN SACERDOTE
Oh cielo clemente!
Il figlio è innocente,
Il voto è inumano;
Arresta la mano
Del padre fedel.
 
CORO
Oh voto tremendo!
Spettacolo orrendo!
Già regna la morte,
D'abisso le porte
Spalanca crudel.
 
(partono tutti dolenti)


 

 

ARBACE
Sire, il prence, Idamante l'eroe,
di morte in traccia disperato
correndo il trionfo trovò.
Su l'empio mostro scagliossi furibondo,
il vinse, e uccise. Eccoci salvi al fin.


 
IDOMENEO
Ahimè! Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi ...
or or, Arbace, con tuo dolor vedrai,
che Idamante trovò quel che cercava,
e di morte egli stesso il trionfo sarà.
 

IDOMENEO
Non più... sacro ministro; e voi popoli udite:
la vittima è Idamante, e or vedrete, ah Numi!
con qual ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio.


ARBACE
Sire, il prence, Idamante l'eroe,
di morte in traccia disperato
correndo il trionfo trovò.
Su l'empio mostro scagliossi furibondo,
il vinse, e uccise. Eccoci salvi al fin.


IDOMENEO
Ahimè! Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi ...
or or, Arbace, con tuo dolor vedrai,
che Idamante trovò quel che cercava,
e di morte egli stesso il trionfo sarà.

 
No. 23. Recitativo

 
GRAN SACERDOTE
Volgi intorno lo sguardo, oh sire,
e vedi qual strage orrenda nel tuo nobil regno
fa il crudo mostro.
Ah mira allagate di sangue quelle pubbliche vie.
Ad ogni passo vedrai chi geme,
e l'alma gonfia d'atro velen dal corpo esala.
Mille e mille in quell'ampio, e sozzo ventre,
pria sepolti che morti perire io stesso vidi.
Sempre di sangue lorde son quelle fauci,
e son sempre più ingorde.
Da te solo dipende il ripiego, da morte trar tu puoi,
il resto del tuo popolo, ch'esclama sbigottito
e da te l'aiuto implora, e indugi ancor?...
Al tempio, sire, al tempio! Qual'è, dov'è la vittima? ...
a Nettuno rendi quello ch'è suo.
 


IDOMENEO
Oh figlio! oh caro figlio! Perdona;
il crudo uffizio in me scelta non è,
pena è del fato ...
Barbaro, iniquo fato! ...
 

Ah no, non posso contro
un figlio innocente alzar l'aspra bipenne ...

da ogni fibra già sen fuggon le forze,
e gl'occhi miei torbida notte ingombra...
oh figlio! ...

IDAMANTE
Ceda natura al suo autor;
di Giove questo è l'alto voler.
Rammenta, rammenta il tuo dover.
Se un figlio perdi,
cento avrai, Numi amici.
Figli tuoi i tuoi popoli sono.
Ma se in mia vece brami
chi t'ubbidisca ed ami,
chi ti sia accanto,
e di tue cure il peso teco ne porti,
Ilia ti raccomando;
deh un figlio tu esaudisci
che moribondo supplica,
e consiglia: s'ella sposa non m'è,
deh siati figlia.
Ma che più tardi? Eccomi pronto,
adempi il sacrifizio, il voto.

(Nell'atto di ferire sopraviene Ilia
ed impedisce il colpo. Corre a ritenere il braccio d'Idomeneo)
Ferma, oh sire, che fai?

ILIA
Invano quella scure altro petto tenta ferir.
Eccoti, sire, il mio, la vittima io son.

ILIA   (ad Idomeneo)
Innocente è Idamante, è figlio tuo,
e del regno è la speme.


 

ILIA
 
(ad Idomeneo)

Innocente è Idamante, è figlio tuo,
e del regno è la speme.
Tiranni i Dei non son,
fallaci siete interpreti voi tutti
del divino voler.
Vuol sgombra il cielo de' nemici la Grecia,
e non de' figli.
 

Benché innocente anch'io, benché ora amica,
di Priamo son figlia,
e Frigia io nacqui per natura nemica
al greco nome. Orsù mi svena.


ELETTRA
Oh smania! oh furie! oh disperata Elettra! ...
Vedrò Idamante alla rivale in braccio? ..
Ah no, il germano Oreste
ne' cupi abissi io vuò seguir,
or or compagna m'avrai là dell'inferno,
a sempiterni guai, al pianto eterno.

ELETTRA
(Oh qual contrasto!)
 

ELETTRA
 
(parte infuriata)


 

 

No. 28d.
 
LA VOCE
Ha vinto Amore... Idomeneo cessi esser re...
lo sia Idamante ... ed Ilia a lui sia sposa,
e fia pago Nettuno, contento il ciel,
premiata l'innocenza.
 
 
No. 29. Recitativo

 
IDOMENEO
Oh ciel pietoso!
 
IDAMANTE
Ilia ...
 
ILIA
Idamante, udisti?
 
ARBACE
Oh gioia, oh amor, oh Numi!

 

No. 30. Recitativo
 
IDOMENEO
Popoli, a voi l'ultima legge
impone Idomeneo qual re.
Pace v'annunzio.
Compiuto è il sacrifizio, e sciolto il voto.
Nettuno, e tutti i Numi a questo regno amici son.
Resta, che al cenno loro Idomeneo ora ubbidisca.


Oh quanto, oh sommi Dei!
quanto m'è grato il cenno.
Eccovi un altro re, un altro me stesso:
A Idamante mio figlio,
al caro figlio cedo il soglio di Creta,
e tutto insieme il sovrano poter.
I suoi comandi rispettate,
eseguite ubbidienti, come i miei eseguiste
e rispettaste, onde grato io vi son:
questa è la legge. Eccovi la real sposa.


Mirate in questa bella coppia
un don del cielo serbato a voi.
Quanto a sperar vi lice!
Oh Creta fortunata! Oh me felice!
 

(Segue l'incoronazione d'Idamante,
che s'eseguisce in pantomima,
ed il coro che si canta
durante l'incoronazione ed il ballo.)
 
No. 31. Coro

Scenda Amor, scenda Imeneo,
E Giunone ai regi sposi,
D'alma pace omai li posi
La Dea pronuba nel sen!
 
F I N E


FINE
 
 

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