Idomeneo, atto I

PALAZZO DEI CONGRESSI - STRESA

Settimane Musicali di Stresa e del Lago maggiore



Giovedì 2 settembre 2010_09_02 ore 20.00

Organizzato da Festival Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore
Idomeneo, re di Creta

Opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart
Testo da Giambattista Varesco
Prima rappresentazione: 29 gennaio 1781,
Teatro Nuovo di Corte, Monaco di Baviera
Rappresentazione in forma semi-scenica
Francesco Meli, Idomeneo
Laura Polverelli, Idamante
Alessandra Marianelli, Ilia
Francesca Sassu, Elettra
Alessandro Liberatore, Arbace
Ars Cantica Choir
Marco Berrini, maestro del coro
Stresa Festival Orchestra
Gianandrea Noseda, direttore

L'opera scelta quest'anno è un classico mozartiano che periodicamente abbiamo l'occasione di riascoltare, opera che affrontò anche Luciano Pavarotti il quale ne diede una superba interpretazione dal vivo al Festival di Salisburgo. Prova che purtroppo non riuscì ad eguagliare nella versione in studio che poi fu pubblicata. Chi si aspettava dal M°Noseda una edizione di compassata classicità è sicuramente stato deluso, come nel caso di alcuni importanti critici presenti, ma chi conosce il M° Noseda sa che gli è assolutamente estranea l'idea di una lettura distaccata. Ogni prova che abbiamo avuto occasione di ascoltare lo ha sempre visto tuffarsi a capofitto nelle partitura sino a diventare sangue e nervi della stessa e a farla emergere nella sua più intensa forza drammatica, l'unica visione che gli si confà.
Peccato per i pochi che si aspettavano parrucche, merletti e mostri di cartapesta ma molta soddisfazione nel pubblico che ha apprezzato un'opera non certo tra le più facili da digerire.
Il cast non ha sofferto della improvvisa indisposizione di Barbara Frittoli che è stata degnamente sostituita da Francesca Sassu.

 

> I Atto > II Atto > III Atto


Seguono immagini della serata:

 

ATTO I

Appartamenti d'Ilia nel palazzo reale,
in fondo al prospetto una galleria.

Sinfonia

SCENA I
 
Ilia sola

 
Recitativo

ILIA
Quando avran fine omai l'aspre sventure mie?
Ilia infelice! Di tempesta crudel misero avanzo,
del genitor e de' germani priva,
del barbaro nemico misto col sangue,
il sangue vittime generose,
a qual sorte più rea ti riserbano i Numi?...
Pur vendicaste voi di Priamo
e di Troia i danni e l'onte?


Perì la flotta Argiva,
e Idomeneo pasto forse sarà d'orca vorace...
ma che mi giova, oh ciel!
se al primo aspetto di quel prode Idamante,
che all'onde mi rapì, l'odio deposi,
e pria fu schiavo il cor,
che m'accorgessi d'essere prigioniera.
Ah qual contrasto, oh Dio!
d'opposti affetti mi destate nel sen odio, ed amore!
Vendetta deggio a chi mi diè la vita,
gratitudine a chi vita mi rende...
oh Ilia! oh genitor! oh prence! oh sorte!
oh vita sventurata! oh dolce morte!
Ma che? m'ama Idamante? ...
ah no; l'ingrato per Elettra sospira,
e quell'Elettra meschina principessa, esule d'Argo,
d'Oreste alle sciagure a queste arene fuggitiva,
raminga, è mia rivale.
Quanti mi siete intorno carnefici spietati?...
orsù sbranate vendetta, gelosia, odio,
ed amore sbranate sì quest'infelice core!
 
 

No. 1. Aria
 
ILIA
Padre, germani, addio!
Voi foste, io vi perdei.
Grecia, cagion tu sei.
E un greco adorerò?
D'ingrata al sangue mio


So che la colpa avrei;
Ma quel sembiante, oh Dei!
Odiare ancor non so.

 

 

 
Recitativo

 
ILIA
Ecco Idamante, ahimè! sen vien.
Misero core tu palpiti, e paventi.
Deh cessate per poco, oh miei tormenti!


SCENA II
 
 
Idamante, Ilia; seguito d'Idamante

 
Recitativo

 
IDAMANTE
 
(al seguito)

Radunate i Troiani, ite,
e la corte sia pronta questo giorno a celebrar.
 
(ad Ilia)

Di dolce speme a un raggio scema il mio duol.
Minerva della Grecia protettrice involò
al furor dell'onde il padre mio;
in mar di qui non lunge comparser le sue navi;
indaga Arbace il sito, che a noi toglie l'augusto aspetto.
 
ILIA
 
(con ironia)

Non temer? difesa da Minerva è la Grecia,
e tutta ormai scoppiò sovra i Troian l'ira de' Numi.
 
IDAMANTE
Del fato de Troian più non dolerti.
Farà il figlio per lor quanto farebbe il genitor
e ogn'altro vincitor generoso.
Ecco: abbian fine, principessa, i lor guai:
rendo lor libertade, e omai fra noi sol prigioniero fia,
sol fia, che porta, che tua beltà legò care ritorte.
 
ILIA
Signor che ascolto? non saziaron ancora
gl'implacabili Dei l'odio,
lo sdegno d'Ilion le gloriose or diroccate mura,
ah non più mura, ma vasto, e piano suol?
a eterno pianto dannate son le nostre egre pupille?

IDAMANTE
Venere noi punì, di noi trionfa.
Quanto il mio genitor, ahi rimembranza!
Soffrì de' flutti in sen?
Agamemnone vittima in Argo alfin,
a caro prezzo comprò que' suoi trofei,
e non contenta di tante stragi ancor la Dea nemica,
che fè? il mio cor trafisse,
Ilia, co' tuoi bei lumi più possenti de' suoi,
e in me vendica adesso i danni tuoi.
 
ILIA
Che dici?
 
IDAMANTE
Sì, di Citerea il figlio incogniti tormenti
stillommi in petto;
a te pianto e scompiglio Marte portò,
cercò vendetta Amore in me de' mali tuoi,
quei vaghi rai, quei tuoi vezzi adoprò...
ma all'amor mio d'ira e rossor tu avvampi?
 

 
ILIA
In questi accenti mal soffro
un temerario ardir,
deh pensa, pensa Idamante, oh Dio!
il padre tuo qual è, qual era il mio.

No. 2. Aria
 
IDAMANTE
Non ho colpa, e mi condanni
Idol mio, perché t'adoro.
Colpa è vostra, oh Dei tiranni,
E di pena afflitto io moro
D'un error che mio non è.
Se tu brami, al tuo impero
Aprirommi questo seno,
Ne' tuoi lumi il leggo, è vero,
Ma me'l dica il labbro almeno
E non chiedo altra mercè.
 
 
Recitativo

 
ILIA
 
(vede condurre i prigionieri)

Ecco il misero resto de' Troiani,
dal nemico furor salvi.
 
IDAMANTE
Or quei ceppi io romperò,
vuo' consolarli adesso.
 
(Ahi! perché tanto far non so a me stesso!)

 


 
SCENA III

 
 
Idamante, Ilia; Troiani prigionieri,
uomini e donne Cretesi.

 
Recitativo

 
IDAMANTE
Scingete le catene,
 
(si levano a' prigionieri le catene,

li quali dimostrano gratitudine)
ed oggi il mondo, oh fedele Sidon,
suddita nostra, vegga due gloriosi popoli
in dolce nodo avvinti,
e stretti di perfetta amistà.
Elena armò la Grecia e l'Asia,
ed ora disarma e riunisce
ed Asia e Grecia eroina novella,
principessa più amabile, e più bella.



 


 
No. 3. Coro
Coro de' Troiani e Cretesi

 
TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.
 
DUE CRETESI
Grazie a chi estinse
Face di guerra:
Or sì la terra
Riposo avrà.
 
TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.
 
DUE TROIANI
A voi dobbiamo
Pietosi Numi,
E a quei bei lumi
La libertà.
 
TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.


SCENA VI
 
 
Elettra sola

 
Recitativo
 
ELETTRA
Estinto è Idomeneo?...
Tutto a miei danni, tutto congiura il ciel!
Può a suo talento Idamante disporre d'un impero,
e del cor, e a me non resta ombra di speme?
A mio dispetto, ahi lassa! vedrò,
vedrà la Grecia a suo gran scorno,
una schiava Troiana di quel soglio
e del talamo ha parte...
invano Elettra ami l'ingrato...
e soffre una figlia d'un re,
ch'ha re vassalli, ch'una vil schiava aspiri
al grand'acquisto? ...
Oh sdegno! Oh smanie! oh duol! ...
più non resisto.

 
No.4. Aria

 
ELETTRA
Tutte nel cor vi sento,
Furie del crudo averno,
Lunge a sì gran tormento


Amor, mercè, pietà.
Chi mi rubò quel core,
Quel che tradito ha il mio,
Provi dal mio furore,
Vendetta e crudeltà.


SCENA VII
 
 
Spiagge del mare ancora agitato, attorniate da dirupi.
Rottami di navi sul lido.

 
 
No 5. Coro
 
CORO VICINO
Pietà! Numi!, pietà!
Aiuto oh giusti Numi!
A noi volgete i lumi...
 
CORO LONTANO
Pietà! Numi, pietà!
Il ciel, il mare, il vento
Ci opprimon di spavento...
 
CORO VICINO
Pietà! Numi, pietà!
In braccio a cruda morte
Ci spinge l'empia sorte...


SCENA VIII
 
Pantomima.
Nettuno comparisce sul mare.
Fa cenno ai venti di ritirarsi alle loro spelonche.
Il mare poco a poco si calma. Idomeneo,
vedendo il Dio del mare,
mplora la sua potenza.
Nettuno riguardandolo
on occhio torvo e minaccevole
si tuffa nell'onde e sparisce.


 
Recitativo

 
IDOMENEO
Eccoci salvi alfin.
 
SCENA IX


Idomeneo con seguito
 
Recitativo


 
IDOMENEO
 
(al suo seguito)

Oh voi, di Marte e di Nettuno all'ire, alle vittorie,
ai stenti fidi seguaci miei,
lasciatemi per poco qui solo respirar,
e al ciel natio confidar il passato affanno mio.
 
(Il seguito si ritira ed Idomeneo solo
s'inoltra sul lido, contemplando.)

Tranquillo è il mar,
aura soave spira di dolce calma,
e le cerulee sponde il biondo Dio indora,
ovunque io miro, tutto di pace in sen riposa, e gode.
Io sol, io sol su queste aride spiagge
d'affanno e da disagio estenuato quella calma,
oh Nettuno, in me non provo,
che al tuo regno impetrai.
Oh voto insano, atroce! giuramento crudel!
ah qual de' Numi mi serba ancor in vita,
oh qual di voi mi porge almen aita?
  
No.6. Aria

 
IDOMENEO
Vedrommi intorno
L'ombra dolente,
Che notte e giorno:
Sono innocente
M'accennerà.
Nel sen trafitto
Nel corpo esangue
Il mio delitto,
Lo sparso sangue
M'additerà.
Qual spavento,
Qual dolore!
Di tormento
Questo core
Quante volte morirà!


(Vede un uomo che s'avvicina)
 
Recitativo

 
IDOMENEO
Cieli! che veggo?
Ecco, la sventurata vittima, ahimè! s'appressa...
e queste mani le ministre saran? ...
mani esecrande! Barbari, ingiusti Numi! are nefande!
 
 
SCENA X
 
Idomeneo, Idamante in disparte

 
 
Recitativo

 
IDAMANTE
Spiagge romite, e voi, scoscese rupi
testimoni al mio duol siate,
e cortesi di questo vostro albergo a un agitato cor ...
quanto spiegate di mia sorte il rigor solinghi orrori!...
Vedo fra quelli avanzi di fracassate navi
su quel lido sconosciuto guerrier...
voglio ascoltarlo, vuo' confortarlo,
e voglio in letizia cangiar, quel suo cordoglio.
 
(S'appressa e parla ad Idomeneo)

Sgombra, oh guerrier, qual tu ti sia, il timore;
eccoti pronto a tuo soccorso quello,
che in questo clima offrir te'l può.

IDOMENEO
(Più il guardo, più mi strugge il dolor.)
De' giorni miei il resto a te dovrò,
tu quale avrai premio da me?
 
IDAMANTE
Premio al mio cor sarà l'esser pago d'averti sollevato,
difeso: ahi troppo, amico, dalle miserie mie instrutto
io fui a intenerirmi alle miserie altrui.
 
IDOMENEO
(Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge!)
Misero tu? che dici?
ti son conte le tue sventure appien?
 
IDAMANTE
Dell'amor mio, cielo! il più caro oggetto,
in quelli abissi spinto giace l'eroe Idomeneo estinto.
Ma tu sospiri, e piangi? t'è noto Idomeneo?
 
IDOMENEO
Uom più di questo deplorabil non v'è,
non v'è chi plachi il fato suo austero.
 
IDAMANTE
Che favelli? vive egli ancor?
(Oh Dei! torno a sperar.)
Ah dimmi amico, dimmi, dov'è,
dove quel dolce aspetto vita mi renderà?
 
IDOMENEO
Ma d'onde nasce questa,
che per lui nutri tenerezza d'amor?
 
IDAMANTE
 
(con enfasi)

Ah, ch'egli è il padre...
 
IDOMENEO
 
(interrompendolo impaziente)

Oh Dio! Parla: di chi è egli il padre?
 
IDAMANTE
È il padre mio!
 
IDOMENEO
(Spietatissimi Dei!)
 
IDAMANTE
Meco compiangi del padre mio il destin?
 
IDOMENEO
 
(dolente)

Ah figlio!...
 
IDAMANTE
 
(tutto giulivo)

Ah padre!... ah Numi! dove son io? ...
oh qual trasporto! ...
Soffri, genitor adorato, che al tuo seno...
 
(vuole abbracciarlo)

e che un amplesso...
 
(il padre si ritira turbato)

ahimè! perché ti sdegni? disperato mi fuggi? ...
ah dove, ah dove?
 
IDOMENEO
Non mi seguir, te'l vieto:
meglio per te saria il non avermi veduto or qui;
paventa, paventa il rivedermi!
 
(parte in fretta)

 
IDAMANTE
Ah qual gelido orror m'ingombra i sensi! ...
lo vedo appena, il riconosco,
e a miei teneri accenti in un balen s'invola.
Misero! in che l'offesi, e come mai quel sdegno
io meritai, quelle minacce? ...
vuo' seguirlo e veder, oh sorte dura!
qual mi sovrasti ancor più rea sventura.
 
 
No.7. Aria

 
IDAMANTE
Il padre adorato
Ritrovo, e lo perdo.
Mi fugge sdegnato
Fremendo d'orror.
Morire creder
Di gioia e d'amore;
Or, barbari Dei!
M'uccide il dolor.
 
(parte addolorato)



 
 
INTERMEZZO
Il mare è tutto tranquillo.
Sbarcano le truppe Cretesi arrivate con Idomeneo.
I guerrieri cantano il seguente coro
in onore di Nettuno.
Le donne Cretesi accorrono
ad abbracciare i loro felicemente arrivati
e sfogano la vicendevole gioia
con un ballo generale, che termina col coro.
Marcia guerriera durante lo sbarco.
 
No. 8. Marcia
 
No. 9. Coro
Coro de' guerrieri sbarcati

 
TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.
 
SOLO
Da lunge ei mira
Di Giove l'ira,
E in un baleno
Va all'Eghe in seno,
Da regal sede
Tosto provvede,
Fa i generosi
Destrier squamosi,
Ratto accoppiar.
 
SOLO
Dall'onde fuore
Suonan sonore
Tritoni araldi
Robusti e baldi
Buccine intorno.
Già ride il giorno,
Che il gran tridente
Il mar furente
Seppe domar.
 
TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.
 
SOLO
Su conca d'oro,
Regio decoro
Spira Nettuno.
Scherza Portuno
Ancor bambino
Col suo delfino,
Con Anfitrite;
Or noi di Dite
Fè trionfar.
Nereide amabili,
Ninfe adorabili,
Che alla gran Dea,
Con Galatea
Corteggio fate,
Deh ringraziate
Per noi quei Numi,
Che i nostri lumi
Fero asciugar.
 
TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.
Or suonin le trombe,
Solenne ecatombe
Andiam preparar.

 

 
 

> I Atto > II Atto > III Atto

 

Servizio fotografico di Fabio Borsani

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

torna alla pagina precedentemente consultata

www.concertodautunno.it
sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di
Mario
da Vigevano

 

Copyright © Mario Mainino Vigevano PV Agg.del 05/09/2012
Copia quello che vuoi, ma per favore cita da dove lo hai preso !!