G.Verdi La Traviata 2008-2/4

 

Venerdì 25 aprile 2008

Organizzatori:  
Amadeus Kamerchor Trecate

Associazione San Vincenzo Ferreri
Con il contributo del Comune di Trecate
Venerdì 25 aprile 2008 ore 21.00
Teatro Comunale di Trecate - NO
Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi tra Margherita Barezzi prima moglie e Giuseppina Strepponi la seconda moglie

“LA TRAVIATA”


Opera lirica in tre Atti su libretto di Francesco Maria Piave
Violetta Valéry, Larissa Yudina
Flora Bervoix, Gabriella Selvaggio
Annina, Lajla Santangelo
Alfredo Germont, Marco Ferrato
Giorgio Germont, Davide Pellissero
Gastone, Visconte de Letorières, Edoardo Francesconi
Barone Douphol, Davide Gillone
Marchese d'Obigny, Daniele Cusari
Giuseppe, servo di Violetta, Michele Viselli
Domestico, Antonio Russo
Dottore Grenvil, Daniele Cusari
Commissionario, Sergio Alcamo
Coro di Signori e Signore amici di Violetta e Flora, Matadori, Piccadori, Zingari.
Comparse di Servi di Violetta e di Flora, Maschere, ecc. ecc.
AMADEUS KAMMERCHOR
Direttore
GIANMARIO CAVALLARO
Pianoforte PIERLUIGIA DE MEDICI
Introduzione all’Opera e organizzazione movimenti scenici
a cura di MARIO MAININO


PROGRAMMA e NOTE : Atto I  Atto II-1 Atto II-2 Atto III


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Seguono immagini della serata:


 

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Associazione San Vincenzo Ferreri
Con il contributo del Comune di Trecate
Venerdì 25 aprile ore 21
Teatro Comunale di Trecate - NO
Giuseppe Verdi

“LA TRAVIATA”

Opera lirica in tre Atti su libretto di Francesco Maria Piave
Atto secondo - parte prima
 

Immagini della serata.....

Atto I  Atto II-1 Atto II-2 Atto III

ATTO SECONDO
SCENA I
Casa di campagna presso Parigi. Salotto terreno.

Introduzione


ALFREDO: Lunge da lei per me non v'ha diletto!

Volaron già tre lune Dacché la mia Violetta Agi per me lasciò, dovizie, onori, E le pompose feste ..

Qui presso a lei Io rinascer mi sento, E dal soffio d'amor rigenerato Scordo ne' gaudii suoi tutto il passato.

De' miei bollenti spiriti Il giovanile ardore Ella temprò col placido Sorriso dell'amore!

Dal dì che disse: vivere Io voglio a te fedel, Dell'universo immemore Io vivo quasi in ciel.

ALFREDO: Annina, donde vieni?
ANNINA: Da Parigi.
ALFREDO: Chi tel commise?
ANNINA: Fu la mia signora.

ANNINA: Per alienar cavalli, cocchi, E quanto ancor possiede.
ALFREDO: Che mai sento!

ALFREDO: Or vanne andrò a Parigi. Questo colloquio ignori la signora.

Il tutto valgo a riparare ancora.

ALFREDO: O mio rimorso!...Oh infamia!...

E vissi in tale errore!... Ma il turpe sonno a frangere Il ver mi balenò.


Beata ingenuità di Alfredo...


VIOLETTA: Alfredo?
ANNINA: Per Parigi or or partiva.
VIOLETTA: E tornerà?...
ANNINA: Pria che tramonti il giorno... Dirvel m'impose...

GIUSEPPE: (le presenta la lettera) Per voi...
VIOLETTA: (prende la lettera) Stà bene... In breve Giungerà un uom d'affari, entri all'istante.

VIOLETTA: (leggendo la lettera) Ah, ah, scopriva Flora il mio ritiro! E m'invita a danzar per questa sera! Invan m'aspetterà (Getta il foglio sul tavolino e siede)

GERMONT: Madamigella Valéry?
VIOLETTA: Son io.

GERMONT: D'Alfredo il padre in me vedete!


GERMONT:Sì, dell'incauto, che a ruina corre, Ammaliato da voi.

VIOLETTA: (risentita) Donna son io, signore, ed in mia casa; Ch'io vi lasci assentite, Più per voi che per me.

VIOLETTA: Tratto in error voi foste. A tutti è mistero quest'atto A voi nol sia. (Gli dà le carte)

GERMONT: (dopo averle scorse coll'occhio) Ciel! che discopro! D'ogni vostro avere Or volete spogliarvi?

GERMONT: Ah, il passato perché, perché v'accusa?

VIOLETTA: (con entusiasmo) Più non esiste or amo Alfredo, e Dio Lo cancellò col pentimento mio.

GERMONT: D'Alfredo il padre La sorte, l'avvenir domanda or qui De' suoi due figli.
Pura siccome un angelo Iddio mi die' una figlia ..

VIOLETTA: Ah, comprendo dovrò per alcun tempo Da Alfredo allontanarmi... doloroso Fora per me... pur...

Volete che per sempre a lui rinunzi?

VIOLETTA: Ah, no giammai!

Non sapete quale affetto Vivo, immenso m'arda in petto?

GERMONT: È grave il sacrifizio, Ma pur tranquilla udite Bella voi siete e giovane... Col tempo...

GERMONT: Un dì, quando le veneri Il tempo avrà fugate, Fia presto il tedio a sorgere
Che sarà allor? pensate ..

GERMONT: Siate di mia famiglia L'angiol consolatore!

VIOLETTA: (con estremo dolore)
(Così alla misera - ch'è un dì caduta, Di più risorgere - speranza è muta!
Se pur beneficio - le indulga Iddio, L'uomo implacabile - per lei sarà
)

GERMONT: Sì, piangi, o misera - supremo, il veggo, È il sacrificio - ch'ora io ti chieggo.

VIOLETTA: Qual figlia m'abbracciate forte Così sarò.

GERMONT: Generosa! e per voi che far poss'io?

VIOLETTA: (tornando a lui) Morrò! la mia memoria Non fia ch'ei maledica
Se le mie pene orribili Vi sia chi almen gli dica.

VIOLETTA: Conosca il sacrifizio Ch'io consumai d'amor Che sarà suo fin l'ultimo Sospiro del mio cor.

GERMONT: No, generosa, vivere, E lieta voi dovrete, Merce' di queste lagrime Dal cielo un giorno avrete.

VIOLETTA: Non ci vedrem più forse.
A DUE: Siate felice Addio! (Germont esce)


VIOLETTA: Dammi tu forza, o cielo!

VIOLETTA: Sì, reca tu stessa Questo foglio
ANNINA: (ne guarda la direzione e se ne mostra sorpresa)
VIOLETTA: Silenzio và all'istante

ALFREDO: (entrando) Che fai? Scrivevi? A chi scrivevi?

VIOLETTA: A te.
ALFREDO: Dammi quel foglio.
VIOLETTA: No, per ora

ALFREDO: Giunse mio padre, severo scritto mi lasciava Però l'attendo, t'amerà in vederti.
VIOLETTA: (molto agitata) Ch'ei qui non mi sorprenda Lascia che m'allontani... tu lo calma

VIOLETTA: Di lagrime avea d'uopo or son tranquilla (sforzandosi)
Lo vedi? ti sorrido Sarò là, tra quei fior presso a te sempre.

Amami, Alfredo, quant'io t'amo Addio.


ALFREDO: Ah, vive sol quel core all'amor mio!
GIUSEPPE: (entrando frettoloso) La signora è partita L'attendeva un calesse, e sulla via
Già corre di Parigi. Annina pure Prima di lei spariva.
ALFREDO: Il so, ti calma.

ALFREDO: Di Violetta! Perché son io commosso!
A raggiungerla forse ella m'invita Io tremo! Oh ciel! Coraggio! (Apre e legge)
"Alfredo, al giungervi di questo foglio" (come fulminato grida)

GERMONT: Mio figlio! Oh, quanto soffri! tergi, ah, tergi il pianto Ritorna di tuo padre orgoglio e vanto

GERMONT: Di Provenza il mar, il suol - chi dal cor ti cancello? 

 

Al natio fulgente sol - qual destino ti furò?

Oh, rammenta pur nel duol - ch'ivi gioia a te brillò; E che pace colà sol - su te splendere ancor può.

Dio mi guidò!

GERMONT: M'ascolti tu?
ALFREDO: No. Ah! ell'è alla festa!

Volisi L'offesa a vendicar


FINE ATTO SECONDO - parte prima

 
 

Atto I  Atto II-1 Atto II-2 Atto III

PROGRAMMA e NOTE : Atto I  Atto II-1 Atto II-2 Atto III

Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ300
12 Megapixel, Zoom 0X, 1600 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.

Le foto e le riprese sono state effettuate con macchina fotografica e cellulare a mano, senza mai passare davanti ad un solo spettatore.


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