Madama Butterfly III Parte

 

Teatro Cagnoni - Vigevano (PV)

Sabato 13 ottobre 2012 ore 21:00

Organizzato da COMUNE di VIGEVANO
con il sostegno della FONDAZIONE di PIACENZA e VIGEVANO
Madama Butterfly

Opera in tre atti di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Prima rappresentazione 17 Febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano

I° Serata inaugurale del Teatro Cagnoni
con l'opera lirica




Seguono immagini della serata:

Parte prima -- Parte seconda -- Parte terza
Libretto di sala a cura di Mario Mainino
Backstage

 

 

ATTO III
scena Prima
unica
La stessa scena del secondo atto.

Passa la notte angosciosa. Dal porto al basso della collina salgono voci confuse di Marinai e rumori diversi. All'alzarsi del sipario è già l'alba: Butterfly spia sempre al di fuori.

SUZUKI

(svegliandosi di soprassalto)
È l'alba.
(si alza e batte dolcemente sulla spalla a Butterfly)
Cio-Cio-San!
BUTTERFLY

(si scuote e fidente dice:)
Verrà col pieno
sole.
(vede il bimbo addormentato e lo prende sulle braccia, avviandosi verso la stanza a sinistra)
SUZUKI

Salite a riposar, sì affranta
e sì pallida siete. Al suo venire
tosto vi chiamerò.


BUTTERFLY
(cantando dolcemente s'avvia per la scaletta)

Dormi, amor mio,
dormi sul mio cor.
Tu sei con dio
ed io col mio dolor.
A te i rai
degli astri d'or:
dormi tesor!
(entra nella camera a sinistra)

SUZUKI

(la guarda salire e dice con gran pietà:)
Povera Butterfly!
(Suzuki s'inginocchia innanzi al Simulacro di Budda, poi va ad aprire lo shosi)

Pinkerton e Sharpless battono lievemente all'uscio d'ingresso.

SUZUKI

Chi sia?...
(va ad aprire e rimane grandemente sorpresa)
Oh!...
SHARPLESS

(facendole cenno di non far rumore)
Zitta! zitta!

(Pinkerton e Sharpless entrano cautamente in punta di piedi)

PINKERTON
(premurosamente a Suzuki)

Dorme? non la destare.
SUZUKI

Ell'era tanto stanca! Vi stette ad aspettare
tutta la notte col bimbo.
PINKERTON

Come sapea?...
SUZUKI

Non giunge
da tre anni una nave nel porto, che da lunge
Butterfly non ne scruti il color, la bandiera.
SHARPLESS
(a Pinkerton)

Ve lo dissi?!...
SUZUKI

(per andare)
La chiamo...
PINKERTON

(fermandola)
Non ancora...
SUZUKI

Ier sera,
lo vedete, la stanza volle sparger di fiori.
SHARPLESS
(commosso)

Ve lo dissi?...
PINKERTON
(turbato)

Che pena!
SUZUKI
(sorpresa)

Pena!
(sente rumore nel giardino)
Chi c'è là fuori
nel giardino?
(va a guardare nello shosi e con meraviglia esclama)
Una donna!...
PINKERTON

(la riconduce sul davanti)
Zitta!
SUZUKI
(agitata)

Chi è? Chi è?
SHARPLESS

Meglio dirle ogni cosa.
PINKERTON
(imbarazzato)

È venuta con me.
SHARPLESS

(deliberatamente)
Sua moglie!
SUZUKI

(sbalordita, alza le braccia al cielo, poi si precipita in ginocchio colla faccia contro terra)
Anime sante degli avi!... Alla piccina
è spento il sol!
SHARPLESS

(calmando Suzuki e sollevandola da terra)
Scegliemmo quest'ora mattutina
per ritrovarti sola, Suzuki, e alla gran prova
un aiuto, un sostegno cercar con te.
SUZUKI
(desolata)

Che giova?

(Sharpless prende a parte Suzuki e cerca colla preghiera e colla persuasione di averne il consenso;
Pinkerton, sempre più agitato, si aggira per la stanza e osserva)

SHARPLESS
(a Suzuki)

Io so che alle sue pene
non ci sono conforti!
Ma del bimbo conviene
assicurar le sorti!
La pietosa
che entrar non osa
materna cura
del bimbo avrà.
SUZUKI

E volete ch'io chieda
ad una madre...

SHARPLESS

(insistendo)
Suvvia,
parla con quella pia
e conducila qui... ~ s'anche la veda
Butterfly, non importa.
Anzi, ~ meglio se accorta
del vero si facesse alla sua vista.
SUZUKI

Oh me trista!
(spinta da Sharpless va nel giardino a raggiungere la signora Pinkerton)


PINKERTON


Non posso rimaner; Sharpless, vi aspetto
per via. Datele voi... qualche soccorso...
(consegna danari al console)
Mi struggo dal rimorso.
SHARPLESS

Non ve l'avevo detto?

PINKERTON

Sì, tutto in un istante,
vedo il mio fallo e sento
che di questo tormento
tregua mai non avrò.
Sempre il mite sembiante
vedrò, con strazio atroce.


Addio fiorito asil
di letizia e d'amor.
Non reggo al tuo squallor!
Fuggo, fuggo ~ son vil!
SHARPLESS

Ve 'l dissi... vi ricorda?
quando la man vi diede:
«Badate! Ella ci crede»
e fui profeta allor.
Sorda ai consigli,
sorda ai dubbi ~ vilipesa,
nell'ostinata attesa
tutto raccolse il cor.
Andate ~ il triste vero
da sola apprenderà.

Pinkerton, strette le mani al Console, esce rapidamente, mentre Kate e Suzuki vengono dal giardino.

KATE

Glielo dirai?
SUZUKI

Prometto.
KATE

E le darai consiglio
di affidarmi...?
SUZUKI

Prometto.
KATE

Lo terrò come un figlio.
SUZUKI

Vi credo. Ma bisogna ch'io le sia sola accanto...
Nella grande ora ~ sola! ~ Piangerà tanto tanto!
BUTTERFLY
(dall'interno della camera superiore)

Suzuki, dove sei... parla...
(appare in cima alla scaletta)
Suzuki...
SUZUKI

Son qui... pregavo e rimettevo a posto...
Butterfly scende: Suzuki si precipita verso la scaletta per impedire a Butterfly di scendere.
SUZUKI

No... non scendete...
BUTTERFLY

(discende precipitosa, svincolandosi da Suzuki che cerca invano di trattenerla, poi si aggira per la stanza con grande agitazione, ma giubilante)
È qui... dov'è nascosto?
(vede Sharpless)
Ecco il Console... e... dove? dove?...
(cerca dietro ai paraventi)
Non c'è.
(vede Kate nel giardino e guarda fissamente Sharpless)


Quella donna?...
Che vuol da me? Niuno parla?...
(Suzuki piange silenziosamente)


Perché piangete?
(Sharpless si avvicina a Butterfly per parlarle; questa teme di capire e si fa piccina come una bimba paurosa)
No: non ditemi nulla... nulla ~ forse potrei
cader morta sull'attimo ~ Tu Suzuki che sei
tanto buona ~ non piangere! ~ e mi vuoi tanto bene,
un Sì od un No ~ di' piano ~ vive?
SUZUKI

Sì.
BUTTERFLY

Ma non viene
più! Te l'han detto!...
(irritata al silenzio di Suzuki)
Vespa! Voglio che tu risponda.
SUZUKI

Mai più.
BUTTERFLY

Ma è giunto ieri?
SUZUKI

Sì.
BUTTERFLY

(guarda Kate, quasi affascinata)
Quella donna
mi fa tanta paura! tanta paura!
SHARPLESS

È la causa innocente d'ogni vostra sciagura.
Perdonatele.
BUTTERFLY

Ah! è sua moglie!
(lungo, penoso silenzio; poi Butterfly riprende con voce calma)
Tutto è morto per me! Tutto è finito!
SHARPLESS

Coraggio.
BUTTERFLY

Voglion prendermi tutto! il figlio mio!
SHARPLESS

Fatelo pe 'l suo bene il sacrifizio...
BUTTERFLY
(disperata)

Ah! triste, triste madre!
Abbandonar mio figlio...
(rimane immobile e calma)
E sia. A lui devo obbedir!
KATE

(che si è avvicinata timidamente al terrazzo, senza entrare nella stanza)
Potete perdonarmi, Butterfly?
BUTTERFLY

(con aria grave)
Sotto il gran ponte del cielo non v'è
donna di voi più felice.
Siatelo sempre felice
e non vi rattristate mai per me.
KATE

(avviandosi verso Sharpless)
Povera piccina!
SHARPLESS
(assai commosso)

È un'immensa pietà!
KATE
(sottovoce a Sharpless)

E il figlio lo darà?
BUTTERFLY

(che ha udito)
A lui lo potrò dare
se lo verrà a cercare.
Fra mezz'ora salite la collina.
(Suzuki accompagna Kate e Sharpless che escono dal fondo)

Butterfly si regge a stento. Suzuki si affretta a sorreggerla.

SUZUKI

(mettendo una mano sul cuore a Butterfly)
Come una mosca prigioniera
l'ali batte il piccolo cuor!
BUTTERFLY

(si è riavuta e vedendo che è giorno fatto si scioglie da Suzuki dicendole:)
Troppa luce è di fuor,
e troppa primavera.
Chiudi.
(Suzuki chiude porte e tende: la camera rimane quasi in completa oscurità)
BUTTERFLY
(a Suzuki)

Il bimbo ove sia?
SUZUKI

Giuoca. Lo chiamo?
BUTTERFLY

Lascialo giuocar.
(congedandola)
Va'. ~ Fagli compagnia.
SUZUKI
(piangente)

Resto con voi.
BUTTERFLY

(risolutamente batte le mani)
Va' ~ va'. Te lo comando.

Fa alzare Suzuki e la spinge fuori dell'uscio di dinistra. Poi Butterfly va davanti al reliquiario, si inchina e rimane immobile assorta in doloroso pensiero; va allo stipo, ne leva un gran velo bianco che getta sul paravento; prende il coltello che, chiuso in un astuccio di lacca, sta appeso alla parete presso il simulacro di Budda, lo impugna e ne bacia religiosamente la lama tenendola colle due mani per la punta e per per l'impugnatura: quindi legge le parole che sono incise sulla lama:
BUTTERFLY

«Con onor muore
chi non può serbar vita con onore.»
(si appunta il coltello alla gola: s'apre la porta di sinistra e si vede il braccio di Suzuki che spinge il bambino verso la madre: il bimbo entra correndo colle manine alzate: Butterfly lascia cadere il coltello, si precipita verso il bambino, lo abbraccia soffocandolo di baci)


BUTTERFLY

Tu, tu piccolo iddio!
Amore, amore mio,
fior di giglio e di rosa.


Non saperlo mai
per te, per i tuoi puri
occhi, muor Butterfly
perché tu possa andare
di là dal mare
senza che ti rimorda ai dì maturi,
il materno abbandono.


O a me, sceso dal trono
dell'alto paradiso,
guarda ben fiso, fiso
di tua madre la faccia!...
che te n' resti una traccia.


(guarda lungamente il suo bimbo e lo bacia ancora)
Addio! piccolo amor!
(con voce fioca)
Va'. Gioca, gioca.

Butterfly prende il bambino, lo mette su di una stuoia col viso voltato verso sinistra, gli dà in mano una banderuola americana ed una puppattola e lo invita a trastullarsi, mentre delicatamente gli benda gli occhi.
Poi afferra il coltello, chiude la porta di sinistra e con lo sguardo sempre fisso sul figlio va dietro il paravento. Si ode cadere a terra il coltello, mentre il gran velo bianco sparisce come tirato da una mano invisibile.


Butterfly scivola a terra, mezza fuori del paravento: il velo le circonda il collo. Con un debole sorriso saluta con la mano il bambino e si trascina presso di lui, avendo ancora forza sufficiente per abbracciarlo, poi gli cade vicino. In questo momento si ode fuori, a destra, la voce affannosa di Pinkerton che chiama ripetutamente:
PINKERTON

Butterfly! Butterfly!
Poi la porta di destra è violentemente scossa ed aperta: Pinkerton e Sharpless si precipitano nella stanza accorrendo presso Butterfly che con debole gesto indica il bambino - e muore.
Pinkerton si inginocchia, mentre Sharpless prende il bimbo e lo bacia singhiozzando.


Fine ATTO III

 

 
 

 

 

 

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