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   GONZALO - (Al re)Signore, vi scongiuro, state allegro;
 ne avete ben motivo, come tutti,
 ché l’essere scampati dalla morte
 è bene che compensa largamente
 tutto ciò che possiamo aver perduto.
  
  Guardatelo: sta dando nuova caricaall’orologio della parlantina.
 Tra poco batterà di nuovo l’ore.
  
  GONZALO - … ma la cosa più strana, inusitata,direi quasi incredibile, si è…… che le robe di queste nostre vesti
 quantunque siano state, e lo son state,
 inzuppate dal mare,
  
  e come bene, hanno serbato freschezza e colorequasi, non che gualcite all’acqua salsa
 fossero state tutte tinte a nuovo.
  
  ALONSO - Tu m’inzeppi le orecchie di continuodi parole che suonano indigeste
 allo stomaco dei miei sentimenti.
 Mai l’avessi sposata in quel paese
 mia figlia Claribella!
  Ho perduto mio figlio, nel ritorno,ed anche lei, da quel che posso intendere,
 perché lontana com’è dall’Italia
 non spero ormai di rivederla più.
  
  Ariele manda il sonno  
 
            
 E dal momento che mi sento addosso una gran pesantezza… non 
mi vorreste conciliare il sonno continuando con le vostre risa?  
 
            
 Noi due, signore, mentre riposate, staremo qui a farvi buona 
guardia e a vegliare alla vostra sicurezza. 
  
 Si sono sprofondati nel letargotutti, come se fossero d’accordo,
 tutti di colpo, come folgorati…
 Ah, quale idea(36), mio nobile Sebastian!
 Quale idea mi balena… No, no, niente!
 Eppur mi par di leggertelo in viso,
 Sebastian, quello che potresti essere:
 l’occasione ti chiama,
 ed io già mi figuro, nella mente,
 scendere sul tuo capo una corona.
  
 
     
 Sono più serio, infatti, del mio solito: e tu anche devi 
esser come me, se ascolti bene ciò che sto per dirti: un consiglio che se vorrai 
seguire ti farai grande tre volte di più.  
  
  SEBASTIAN - Io sono, in verità, un’acqua stagna.
 
   ANTONIO - Ed io t’insegno a diventar corrente.Snudiamo insieme allor le nostre spade,
 e quando alzo la mia, tu fa’ lo stesso
 e lasciala cadere su Gonzalo.
 
 Il regicidio mancato 
  
  GONZALO - (Svegliandosi)Oh, buoni angeli, salvate il re!
 
 (Scuote il re)
 Ehi, su, svegliatevi!… Ma che succede(38)?
 
 (Ad Antonio e Sebastian)
 Che sono quelle spade sguainate?
 E quegli sguardi torvi?…
  
  SEBASTIAN - Stavamo qui a vegliare al vostro sonno,quando ad un tratto ci giunse all’orecchio
 un sordo riecheggiare di muggiti
 come di tori, o piuttosto leoni.
  
 
 Calibano incontra i "nuovi dei" 
  
  
  Gli spiriti che sono al suo servizio mi ascoltano, lo so, e 
tuttavia non mi posso tener dal maledirlo.  
  Entra TRINCULO
 Calibano: Toh, eccone uno,
 che viene certo a me per tormentarmi
 perché ho tardato a portare la legna.
 Ora mi butto lungo lungo per terra,
 forse così non si accorge di me.
  
  TRINCULO - (Scorge Calibano disteso a terra)Ehi, oh! Che vedo qui? Un uomo? Un pesce?
  
  Morto? Vivo?… Dev’esser proprio un pesce,all’odore di rancido e stantio,
 come di baccalà… Uno strano pesce!
  
  (Tuono)
 Ahi! Ahi! Qui ricomincia il temporale!
 Sarò costretto a trovare riparo
 sotto il mantello qui, di questo coso;
 non c’è altro scampo a portata di mano.
  
  STEFANO - (Canta)«In mare, in mare
 «non voglio più andare,
 «voglio in terra crepare…».
 
 È un motivo piuttosto volgaruccio
 per essere cantato a un funerale.
 Ma il mio conforto ce l’ho qui con me.
 
 (Beve alla bottiglia, e poi canta)
  
  (Scorgendo a terra Calibano e Trinculo)Ohi, ohi! Che roba è questa?
 Non ci sarà mica il diavolo, qua sotto?
 Volete farci qualche scherzo, eh?,
 truccati da selvaggi e pellirosse…
  
 
     
 Gli darò un sorso dalla mia bottiglia. Se non ha mai bevuto 
vino prima, può darsi che gli passi questa fitta.  
 
     
 Girati verso me, apri la bocca. Ecco qualcosa, gatto, che ti 
farà parlare; apri la bocca, questo ti scrollerà, te l’assicuro.  
  Era qui,morto, ho creduto, colpito da un fulmine…
 Stefano, allora non sei annegato…
 A vederti, davvero mi vien fatto
 di sperare che tu non lo sia più.
  
  CALIBANO - (Tra sé)Se questi due non sono degli spiriti,
 son due belle creature.
 E quello là dev’esser proprio un dio,
 perché ha con sé un liquore celestiale.
 Mi devo inginocchiare innanzi a lui!
  
  CALIBANO - E su quella bottiglia io giuro a ted’esserti sempre suddito fedele,
 perché il liquore suo non è terrestre.
 
 STEFANO - Trinculo, allora, giura, avanti, su,
 e raccontami come l’hai scampata.
 
  
  
  STEFANO - Vieni, giura anche tu su quel che dici,e bacia il libro sacro.
 (Gli fa dare un altro sorso alla bottiglia)
 
  Ferdinando ha preso il posto di Calibano nel portare legna 
per Prospero 
  
  FERDINANDO - Ci son divertimentiche a gustarli richiedono fatica,
 e proprio in questa fatica sta il gusto;
 ci son lavori vili
 che si posson fare a nobil fine,
 ed anche le più umili mansioni
 posson servire altissimi propositi.
 La soave mia giovane padrona
 nel vedermi così affaticato
 s’intenerisce e dice, tra le lacrime,
 che mai ebbe sì alto esecutore
 una sì vile ed umile mansione…
  
  Oh, non affaticatevi così,ve ne prego! Vorrei tanto che un fulmine
 avesse incenerito tutti quanti
 quei ceppi che dovete accatastare!
  
  
  PROSPERO - (Tra sé)O fausto incontro di due rari affetti!
 Possa il cielo versare le sue grazie
 in quel che vien nascendo fra di loro!
  
  Tu puoi negarmi d’esser tua compagna; non d’essere - lo 
voglia o no - tua serva.  
  Mia padrona sarai, o mia diletta, ed io per sempre ai piedi 
tuoi, tuo suddito, umilissimamente.  
  D’altre fattezze umane sono ignara;ma giuro sul pudore mio di donna,
 ch’è il gioiello di tutta la mia dote,
 che non vorrei altro compagno al mondo
 all’infuori di voi; né la mia mente
 sa figurarsi altra immagine d’uomo
 che mi possa piacere oltre la vostra…
  
  FERDINANDO - Sì, tuo marito, e con più forte ardored’un prigioniero per la libertà.
  
  Eccoti la mia mano.  
  Ecco la mia, e con essa ti do tutto il mio cuore.  
  
  Oh, mille e mille volte arrivederci!  
  
  PROSPERO - Io non sarò felice come loro,cui tutto ciò è venuto di sorpresa,
 ma non saprei come più compiacermene.
 
  Masque 
  
   
  
  
  
  
  
 
 In un'altra parte dell'isola 
  
 
     
 STEFANO - Non dirmi niente. Ci berremo l’acqua quando la 
botte si sarà vuotata; prima, non una goccia. Perciò barra diritta e 
all’abbordaggio! Servo-mostro, alla mia salute, bevi!
  
 
     
 Trinculo, frena quella tua linguaccia. E bada che se fai 
l’ammutinato… t’impicco al primo albero che incontro..  
 
     
 CALIBANO - Ecco, come t’avevo detto prima, io qui sono 
soggetto ad un tiranno, uno stregone, che con l’arte sua, m’ha rubato quest’isola.    Trinculo, se continui a interromperlo, giuro su questa mano, 
che ti faccio saltare qualche dente.  
  
  Se tu volessi, con la tua potenza, far vendetta per me sopra 
di lui,  
 
     
 D’accordo, mostro. Ucciderò quell’uomo; sua figlia ed io 
saremo re e regina - e salvi Iddio la nostra maestà! - e Trinculo e tu stesso 
viceré.  
 
 
     
 In un'altra parte dell'isola i nobili naufraghi continuano a 
vagare e qualcuno continua a tramare pensando al regicidio 
  
  SEBASTIAN - (A parte, ad Antonio) Alla prima occasione, senza 
indugi, faremo il colpo.  
  Ariel volante li guida  
 
     
 
Uno spettacolo di marionette, così animate, da sembrar viventi! Davvero crederò, 
da qui in avanti, che gli unicorni esiston veramente, e che in Arabia fiorisce 
una pianta dove s’asside in trono la Fenice, e questa abbia davvero là il suo 
regno.  
 
  ATTO QUARTO SCENA I - Davanti alla grotta di Prospero 
  
 
     
 
Se t’ho trattato con troppa durezza, te ne ripaghi il premio che ricevi; perché 
t’ho dato un terzo di me stesso, tutto ciò per cui vivo, e che affido oramai 
alle tue mani.   
  
Prendi dunque mia figlia, Ferdinando, come mio dono, e come degno acquisto fatto 
da te con il dovuto merito.  
 
     
 
Così com’io da questo nostro amore spero giorni sereni, bella prole, e una vita 
da lui vivificata, dichiaro che mai non potranno volgere in lascivia l’onor mio 
e rubare il terso filo della celebrazione di quel giorno.  
PROSPERO - Ben detto. Siedi e parlale. Ella è tua.   
 
  
  Ariele, mio solerte servo! Ariele!   
  ARIELE - Son qui, padrone, pronto ai tuoi comandi.  
 
     
 Va’, raduna la frotta degli spiriti che ho messo al tuo 
comando, e falli qui venire in tutta fretta: debbo mostrare a questa giovin 
coppia qualche prova della mia arte magica. 
 
         
         
        1) Prospero e 
        Miranda - La Tempesta - Ferdinando e Miranda2) Gli altri illustri naufraghi
 3) Presa di potere di Trinculo, 
        rivelazione di Prospero ed epilogo.
 
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