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      Ex Convento della AnnunciataAccademia musicale Annunciata
 http://www.vigevano.net/mariomainino/sm-annunciata.htm
 Venerdì 15 aprile  2011_04_15 ore 21,00
 Comune di Abbiategrasso
 Assessorato alla Cultura
 Stagione 2010/2011
 Sesto concerto della stagione 2010/2011
 Wolfgang Amadeus Mozart
 Requiem in re min.K 626
  
 Antonella 
      Matarazzo soprano
 
  Akiko Kikuki mezzosoprano
 
  Davide Fior tenore
 
  Daniele Biccirè basso
 Gruppo Vocale Canone Inverso, Milano
 
  Maestro del 
      coro Riccardo Doni
 
      
      Accademia Musicale Annunciata, AbbiategrassoCarlo 
      De Martini. direttore
   
 
      
         
        Programma
 Introitus
 01.Requiem aeternam
 Kyrie
 02 Kyrie eleison
 Sequentia
 03 Dies irae
 04 Tuba mirum
 05 Rex tremendae
 06 Recordare
 07 Confutatis
 08 Lacrimosa
 Offertorio
 09 Domine Jesu
 10 Hostias
 11 Sanctus
 12 Benedictus
 13 Agnus Dei
 Communio
 14 Lux aeterna
 
 
        		  
         
 
         
         
        Seguono alcune immagini della serata..... 
 
 
               
        [seguono note di presentazione di Paolo Zeccara]"Mistero nei misteri" il Requiem di Mozart, come si sa, è l'estremo 
        lavoro del maestro salisburghese. Le numerose ombre che da subito si 
        sono addensate sulla composizione di questa messa sono ancora oggi ben 
        lungi dall'essere dipanate, poiché indissolubilmente legate 
        all'altrettanto misteriosa morte del compositore. Per cercare di 
        chiarire meglio la storia che ha portato Mozart a scrivere questo lavoro 
        procediamo come se ci si trovassimo di fronte ad un'indagine.
 
 Anzitutto chiariamo subito che alle prime leggende attorno alla morte di 
        Mozart e alla creazione della misteriosa aura che aleggia sul Requiem ha 
        fortemente contribuito Constanze Weber, la moglie del compositore, la 
        quale (spinta dal il timore di perdere il denaro pattuito per la 
        composizione e dalla volontà di creare un'immagine del marito al limite 
        del mitologico) ha sovrapposto, in vari periodi della sua vita, ricordi 
        reali ad altri assolutamente di fantasia, situazioni davvero accadute ad 
        altre totalmente inventate, brandelli di ricordi amplificati o alterati 
        dalla volontà di consolidare la crescente popolarità che, tra la fine 
        del '700 e l'inizio dell'800, la figura artistica di Mozart stava 
        conoscendo.
 Dunque: si dice che Mozart non conoscesse colui che gli aveva 
        commissionato il Requiem. Non è vero: Mozart sapeva benissimo chi era il 
        committente, se non altro perché a Vienna era personaggio molto 
        popolare, proprio per il "vezzo" di far scrivere musica ai grandi 
        compositori del momento e poi (con una lauta ricompensa) chiederne 
        l'anonimato e la rinuncia della paternità su quelle pagine per 
        spacciarle come proprie. Si trattava del conte Franz von Walsegg che 
        (rimasto vedovo della ventenne moglie) volle "scrivere" un Requiem in 
        occasione dell'anniversario della scomparsa della contessa, incaricando 
        del lavoro Mozart .
 Si dice che il committente fosse un "uomo misterioso" e che si fosse 
        presentato lugubremente in casa Mozart per affidargli il lavoro. Non è 
        vero: il committente che andò a casa di Mozart era (con ogni 
        probabilità) Michael Puchberg, amico "fraterno" del compositore. 
        Fraterno perché appartenevano alla stessa loggia massonica, e ancor più 
        fraterno perché Mozart gli era debitore di svariate migliaia di ducati 
        chiesti in prestito per coprire i suoi scellerati investimenti 
        finanziari. Puchberg viveva in un casa in affitto il cui proprietario 
        era proprio il conte von Walsegg e poiché era evidentemente troppo 
        esposto finanziariamente col compositore, pensò bene di veicolare questa 
        commissione su lui, proponendogli un prezzo assolutamente allettante per 
        la composizione del Requiem. Era un modo semplice e delicato per tornare 
        in possesso, almeno per una parte, dei suoi crediti.
 Si dice che Mozart sentisse «la morte vicina» (parole di Constanze) e 
        che vivesse un periodo di depressione. Non è vero: Mozart visse uno 
        periodo di forte calo musicale tra il 1789 e il 1790, ma il 1791 vede 
        una sorta di "rinascita" mozartiana, con una serie di commissioni 
        importanti e ben pagate. Mai Mozart aveva composto due opere liriche 
        nello stesso anno, ma nel 1791 questo accade (La clemenza di Tito per 
        Praga e il Flauto magico per Vienna), così come accade che lentamente 
        gli allievi tornino a lui per le lezioni di pianoforte. Mozart viveva 
        quest'anno con grande speranza ed ottimismo. E tutto grazie anche 
        all'aiuto dal presunto "nemico" Antonio Salieri.
 Si dice che Mozart (sentendo la morte vicina...) non desiderava 
        «lasciare questo lavoro imperfetto». La frase virgolettata è una 
        citazione di uno scritto che è datato "7bre 1791" (settembre 1791). Ma 
        lo scritto si è rivelato un abile falso di quegli anni, fatto apposta 
        per alimentare il mistero e le leggende attorno a Mozart. Piero 
        Buscaroli (La morte di Mozart, Milano 1996) ha ben spiegato che Mozart 
        poteva essere uno sprovveduto col denaro, non certo con la sua immagine 
        di musicista. Perché vendere un capolavoro ad uno stolto, millantatore 
        nobile viennese e non averne nemmeno un briciolo di merito - se non un 
        compenso ben adeguato? Ed ecco che con sapienza straordinaria Mozart 
        infarcisce questa messa di citazioni tratte da lavori di altri 
        compositori: il Kyrie è una parafrasi dal coro And with his stripes we 
        are healed tratto dal Messiah di Handel; sempre da Handel si è ispirato 
        il Requiem aeternam iniziale (dall'Ode funebre per la Regina Carolina) 
        così come si trovano tracce del Requiem in do minore di Michael Haydn: 
        il popolarissimo Confutatis si è fortemente ispirato alla Sinfonia di 
        Venezia di Pasquale Anfossi; l'assolo di trombone del Tuba murim fa 
        riferimento addirittura a due composizioni, una di Leopold Gassmann (un 
        altro Requiem) e una di Andrea Luchesi; ancora François-Joseph Gossec 
        (nel Lacrimosa) dalla sua Messe des morts con influenze da una Sinfonia 
        in re minore (la stessa tonalità di questo Requiem) di Wilhelm 
        Friedemann Bach.
 Un lavoro frammentario quindi? No, perché la genialità di Mozart ha 
        saputo armoniosamente mediare, mescolare stili di diversa natura in un 
        lavoro che - probabilmente - sentiva un po' meno "suo" di tutti gli 
        altri. Lo ha lasciato incompiuto, questo e vero, come è vero che fu la 
        vedova Constanze ad affannarsi perché queste pagine avessero una forma 
        compiuta e quindi poter riscuotere anche la restante metà del compenso 
        del conte von Walsegg. E qui ancora misteri e molte confusioni: fu 
        l'ultimo allievo di Mozart la persona prescelta per il completamento 
        (tutto in gran segreto, per non irritare il committente) del Requiem, 
        Franz Xavier Süssmayr. Dopo una prima rinuncia da parte di Süssmayr fu 
        Joseph von Eybler (un ottimo compositore viennese) ad essere invitato a 
        completare questo capolavoro. Dopo qualche mese di lavoro, anche Eybler 
        si dà per vinto e la partitura (con molte parti già scritte da Eybler) 
        torna da Constanze che assilla Süssmayr per l'immediato completamento. 
        La cosa avverrà a scapito di una alterna qualità musicale del lavoro ma 
        che, comunque, per almeno un secolo sarà quello principalmente eseguito 
        in molte funzioni funebri di personalità di prestigio
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