LaVerdi 2017-18

 

Auditorium della Fondazione Cariplo
Largo Mahler - Milano
Stagione Sinfonica laVerdi 2017-2018

Domenica 13 Maggio 2018 ore 16.00
§§§

PROKOF'EV
e
ŠOSTAKOVIC

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Conrad Tao, pianoforte

Maxim Rysanov, direttore

laVerdi Conrad Tao Maxim Rysanov

 


 

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Programma: Una delle più intense pagine del repertorio russo del Novecento, tra le prime ad essere dedicata «alle vittime del fascismo e della guerra»è il Quartetto n. 8 in Do minore di Šostakovic, che, nella trascrizione per orchestra d’archi realizzata, in accordo col compositore stesso, da Rudolph Barshai diventa la Sinfonia da Camera qui proposta.
Direttore Maxim Rysanov sostituisce il Maestro Vladimir Fedoseyev

Sergej Prokof'ev
Sinfonietta op. 5/48
Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do maggiore op. 26
Dmitrij Šostakovic
Sinfonia da Camera op. 110 (trascr. Barshai)

STAGIONE SINFONICA 2017/18
Rysanov e Tao con laVerdi
Il ritorno del direttore ucraino
e del pianista americano all’Auditorium di Milano, con Prokof’ev e Sostakovic
Giovedì 10, Venerdì 11 e Domenica 13 Maggio
Auditorium di Milano - largo Mahler
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Pianoforte Conrad Tao
Direttore Maxim Rysanov

Triplo appuntamento per un doppio ritorno a laVerdi. Giovedì 10 (ore 20.30), venerdì 11 (ore 20.00) e domenica 13 (ore 16.00) Maggio, all’Auditorium di Milano, Maxim Rysanov salirà sul palco di largo Mahler alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, dopo il debutto in stagione lo scorso dicembre, nella doppia veste di direttore e solista, con la Sinfonia Concertante per violino e viola di Mozart. Questa volta invece il conductor ucraino si produce in un programma tutto russo, che ci riporta al Novecento di Prokof’ev - Sinfonietta op. 5/48, che precede il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do maggiore - e Sostakovic, con il Quartetto n. 8 in Do minore, nella trascrizione per orchestra d’archi realizzata, in accordo col compositore stesso, da Rudolph Barshai, col titolo di Sinfonia da camera.
Non è tutto. Il pubblico de laVerdi potrà ascoltare, due anni dopo il successo del 2016, il pianista statunitense Conrad Tao, classe 1994, considerato uno dei migliori interpreti a livello mondiale della sua generazione: sarà sua l’esecuzione del Concerto di Prokof’ev.
Giovedì 10, sempre in Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), in collaborazione con Associazione Italia Russia, la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto, dal titolo: “Slanci e tormenti di Prokof’ev e Sostakovic”, relatori Fausto Malcovati e Martino Tosi. Dopo la Sinfonietta (1909) e il virtuosistico secondo concerto per pianoforte di Prokof’ev (1911), il Terzo fu concluso nel 1918 dopo l’avventurosa fuga dalla Russia rivoluzionaria. Un concerto dai tratti incisivamente motori e percussivi, scritto col chiaro intento di
a_ ermarsi come pianista in America, dove Prokof’ev stesso lo eseguì per la prima volta nel 1921. Nel 1960, dopo una visita alle rovine di Dresda distrutta dai bombardamenti alleati nel 1945, Šostakovic scrisse il Quartetto n. 8: un doloroso grido di protesta contro tutte le stragi, tutte le guerre, tutte le violenze dell’uomo sull’uomo. D’accordo con Šostakovic, Rudolf Baršaj lo trascrisse poi per orchestra come Sinfonia da camera.

Note al Programma da laVerdi
Prokof’ev
Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in Do maggiore op. 26
Dopo lo “scandaloso” Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Sol minore (Pavlovsk, 1913), anche il Concerto n. 3, realizzato con materiale abbozzato nel corso degli anni, fece fatica ad essere accettato sia dal pubblico sia dalla critica. Ma come per l’altro, anche per questo, che risente in modo molto marcato della vicinanza cronologica con l’opera L’Amore delle tre melarance e con il balletto Il buffone, le diffidenze furono rapidamente superate e ben presto entrambe si imposero come le creazioni più popolari del musicista.
L’intellettuale simbolista russo Kostantin Baistront, che in quegli anni incontrò il musicista sulle coste dell’Atlantico, fu il primo ad ascoltare privatamente il Concerto e in seguito scrisse un sonetto che suona più o meno così: …in alcuni passaggi si balla il valzer…i secoli guidano la gavotta/ improvvisamente un animale primitivo, cresciuto dai nemici/ ruppe tutte le manette, minacciò con il corno/ ma poi ecco giungere un dolce suono da lontano/ i bambini costruivano castelli con le conchiglie/ com’è bello in lontananza il davanzale dell’opera// ma selvaggio innalza una barriera l’uno contro l’altro…”. Nel corso del suo cammino le parti liederistiche si giustappongono a quelle dalle sonorità piene, così come episodi luminosi ed episodi puramente ritmici si collegano mirabilmente tra loro. Nel finale coglie di sorpresa il tema del pianoforte, che si impone con nitidezza e con un soffio di spiritualità, che pare richiamare le figure di alcune favole russe.
Gabriella Mazzola Nangeroni

Sostakovic
Sinfonia da camera op. 110
(Versione orchestrale del Quartetto n. 8 a cura di Rudolph Barshai)
La Sinfonia da camera op. 110 non è un brano originale ma la trascrizione per orchestra d’archi dell’Ottavo Quartetto op. 110 di Sostakovic, compiuta dal compositore e direttore d’orchestra Rudolph Barshai su autorizzazione dello stesso musicista sovietico. Il nuovo titolo – come ebbe occasione di scrivere l’autore della trascrizione – si deve a Sostakovic, che avrebbe peraltro dichiarato che la nuova versione del brano gli sembrava suonasse persino meglio dell’originale. Un complimento non da poco, se è vero che l’Ottavo Quartetto, se non forse la migliore pagina cameristica, è certo la più popolare ed eseguita tra quelle sostakoviane; ma che è indirettamente confermato dalle autorizzazioni che il compositore accordò successivamente a Barshai di trascrivere il Terzo e il Decimo Quartetto, che diventavano così, rispettivamente, la Sinfonia per archi e fiati op. 73 e la Sinfonia per archi op. 110. Se un merito effettivamente possiede la trascrizione eseguita nella presente occasione è quello di potenziare, se possibile, il principale tratto espressivo dell’originale, ossia la sua claustrofobica intensità drammatica. Tale è infatti il risultato derivante dallo stile del trascrittore che, mantenendo ovviamente il materiale melodico e armonico sostakoviano, vi aggiunge il timbro grave dei contrabbassi, una frequente divisione degli archi a due e la contrapposizione, limitatamente ai movimenti estremi, tra il “tutti” orchestrale e le parti solistiche di violino e violoncello.
Quanto al Quartetto di Sostakovic in sé, è difficile stabilire in quale misura la sua cupezza, la sua tensione quasi mahleriana sia derivata dalla riflessione sulla morte e sugli orrori della guerra. Due circostanze lo fanno supporre: in primo luogo che l’Ottavo Quartetto, composto il 12-14 luglio 1960 a Dresda, dove l’autore si era recato per un soggiorno di cura, è dedicato “alla memoria delle vittime del fascismo e della guerra”, che nella sola città di Dresda erano state circa sessantamila; secondariamente, che fu composto contemporaneamente alle musiche per film Cinque giorni – cinque notti, che è una pellicola ad alta temperatura drammatica, incentrata anch’essa sulla devastazione umana e materiale di popolazioni che subirono la guerra.
Ma al di là di tali riferimenti, comunque esteriori, il Quartetto rivela un grado di autobiografismo tale da far supporre che Sostakovic l’avesse composto a guisa di rito funebre per la propria morte. (...).
Enrico Girardi

(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3).


Seguono immagini della serata:

 

 

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Nella foto Mario Mainino con Conrad Tao, pianoforte

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Nella foto il direttore Patrick Fournillier con Conrad Tao, pianoforte  
 
 

Note:

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Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi www.laverdi.org

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