Il barbiere di Siviglia

 

Piazza della Chiesa - Bellano (CO)

Giovedě 16 agosto 2012 ore 21:15

Organizzato da Comune di Bellano in collaborazione con Orch. Sinfolario
Gioachino Rossini
Il barbiere di Siviglia

Personaggi ed interpreti
Figaro - Omar Camata
Rosina - Mirella De Vita
Conte di Almaviva - Filippo Pina Castiglioni
Don Bartolo - Marco Sportelli
Don Basilio - Victor Garcia Sierra
Berta - Diana Puscasu, soprano
Fiorello - Gianmaria Aliverta
Ufficiale - Angelo Lodetti


Coro e Orchestra SINFOLARIO
Direttore Roberto Gianola
Regia - Victor Garcia Sierra

Programma

E' l'unico titolo in programma per l'edizione 2012 di Bellano Lirica ma ha anche una collocazione di grande fascino nella piazza della Chiesa che ha ospitato oltre 700 persone, in una ottima collocazione per visuale ed acustica (rinforzata) con lo spettacolo naturale del calare della sera sul lago dietro la quinta naturale della canonica.


Seguono immagini della serata:

ATTO PRIMO - parte prima


ATTO PRIMO parte prima
ATTO PRIMO parte seconda

ATTO SECONDO
Backstage

 



Personaggi

IL CONTE D'ALMAVIVA tenore
BARTOLO, dottore in medicina tutore di basso comico
ROSINA, ricca pupilla in casa di Bartolo contralto
FIGARO, barbiere baritono
BASILIO, maestro di musica dl rosina, ipocrita basso
FIORELLO, servitore d'Almaviva tenore
BERTA, vecchia cameriera di Bartolo soprano
UN UFFICIALE
CORI E COMPARSE:
un alcade, o magistrato - un Notaio
alguazil ( birri ) soldati - suonatori d'istrumenti
La scena si rappresenta in Siviglia.

FIORELLO (avanzandosi con cautela)
Piano, pianissimo,
senza parlar,
tutti con me
venite qua.

CONTE
Ecco, ridente in cielo
spunta la bella aurora,
e tu non sorgi ancora
e puoi dormir cosi'?
Sorgi, mia dolce speme,
vieni, bell'idol mio;
rendi men crudo, oh Dio,
lo stral che mi feri'.
Oh sorte! gia' veggo
quel caro sembiante;
quest'anima amante
ottenne pieta'.
Oh istante d'amore!
Oh dolce contento!
Soave momento
che eguale non ha!

CORO
Mille grazie mio signore
del favore dell'onore
Ah, di tanta cortesia obbligati in verita'.
(Oh, che incontro fortunato!
E' un signor di qualita'.)

FIGARO
Largo al factotum
della citta'.
Presto a bottega,
che' l'alba e' gia'.
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di qualita'!

Ah, bravo Figaro!
Bravo, bravissimo;
fortunatissimo
per verita'!
Pronto a far tutto,
la notte e il giorno
sempre d'intorno,
in giro sta.

Miglior cuccagna
per un barbiere,
vita piu' nobile,
no, non si da'.
Rasori e pettini,
lancette e forbici,
al mio comando
tutto qui sta.

V'e' la risorsa,
poi, del mestiere
colla donnetta
col cavaliere
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
per un barbiere
di qualita'!
Tutti mi chiedono,
tutti mi vogliono,
donne, ragazzi,
vecchi, fanciulle:

Qua la parrucca
Presto la barba
Qua la sanguigna
Presto il biglietto

Figaro Figaro
Son qua, son qua.
Figaro Figaro.
Eccomi qua.
Ahime', che furia!
Ahime', che folla!
Uno alla volta,
per carita'!

Pronto prontissimo
son come il fulmine:
sono il factotum
della citta'.
Ah, bravo Figaro!
bravo, bravissimo;
a te fortuna
non manchera'.


CONTE
(Oh, e' lui senz'altro!)
Figaro!

CONTE
No, dico: resta qua;
forse ai disegni miei
non giungi inopportuno Ma cospetto,
dimmi un po', buona lana
come ti trovo qua? poter del mondo!
Ti veggo grasso e tondo


BARTOLO
Quel balcone io voglio far murare
Dentro, dico.


CONTE
Se i1 mio nome saper voi bramate,
dal mio labbro il mio nome ascoltate.
Io son Lindoro
che fido v'adoro,
che sposa vi bramo,
che a nome vi chiamo,
di voi sempre parlando cosi'
dall'aurora al tramonto del di'.

CONTE
L'amoroso e sincero Lindoro,
non puo' darvi, mia cara, un tesoro.
Ricco non sono,
ma un core vi dono,
un'anima amante
che fida e costante
per voi sola sospira cosi'
dall'aurora al tramonto del di'.


FIGARO
Del mio spirito
Bene vedro' ma in oggi

CONTE
Eh via! t'intendo.
Va la', non dubitar; di tue fatiche largo compenso avrai.

FIGARO
Dunque, oro a discrezione?

CONTE
Oro a bizzeffe.
Animo, via.

FIGARO
Son pronto. Ah, non sapete
i simpatici effetti prodigiosi
che, ad appagare il mio signor Lindoro,
produce in me la dolce idea dell'oro.

All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente,
un vulcano la mia mente
incomincia a diventar.

FIGARO
Voi dovreste travestirvi,
per esempio da soldato.
Dell'alloggio col biglietto
quella porta s'aprira'.
Che ne dite, mio signore?
Non vi par? Non l'ho trovata?

FIGARO
La bottega? Non si sbaglia;
guardi bene; eccola la'.
(additando fra le quinte)
Numero quindici a mano manca
quattro gradini, facciata bianca,
cinque parrucche nella vetrina
sopra un cartello "Pomata fina",
mostra in azzurro alla moderna,
v'e' per insegna una lanterna
La' senza fallo mi trovera'.


ROSINA
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuono';
il mio cor ferito e' gia',
e Lindor fu che il piago'.
Si', Lindoro mio sara';
lo giurai, la vincero'.
Il tutor ricusera',
io l'ingegno aguzzero'.
Alla fin s'acchetera'
e contenta io restero'
Si', Lindoro mio sara';
lo giurai, la vincero'.

Io sono docile, son rispettosa,
sono obbediente, dolce, amorosa;
mi lascio reggere, mi fo guidar.
Ma se mi toccano dov'e' il mio debole
saro' una vipera e cento trappole
prima di cedere faro' giocar.

Si' si', la vincero'. Potessi almeno
mandargli questa lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha cent'occhi basta, basta;
sigilliamola intanto.
(Va allo scrittoio e suggella la lettera.)


FIGARO
Oh buon di', signorina!

ROSINA
Buon giorno, signor Figaro.

FIGARO
Ebbene, che si fa?

ROSINA
Si muor di noia.


BARTOLO
Ah, disgraziato Figaro!
ah, indegno! ah, maledetto! ah, scellerato!
Ma si puo' dar di peggio!
Uno spedale ha fatto
di tutta la famiglia
a forza d'oppio, sangue e stranutiglia.
Signorina, il barbiere
lo vedeste?

ROSINA
Perche'?

ROSINA
Forse anch'egli v'adombra?
Ebben, ve lo diro'. Si', I'ho veduto,
gli ho parlato, mi piace, m'e' simpatico
il suo discorso, il suo gioviale aspetto
(Crepa di rabbia, vecchio maledetto.)


BARTOLO
Ah! Barbiere d'inferno
Tu me la pagherai Qua, Don Basilio;
giungete a tempo! Oh! Io voglio,
per forza o per amor, dentro domani
sposar la mia Rosina. Avete inteso?

BASILIO (dopo molte riverenze)
Eh, voi dite benissimo
e appunto io qui veniva ad avvisarvi
 

(chiamando a parte)
Ma segretezza! E' giunto
il Conte d'Almaviva.

BASILIO
Cosi', con buona grazia
bisogna principiare
a inventar qualche favola
che al pubblico lo metta in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo infame, un'anima perduta
Io, io vi serviro': fra quattro giorni,
credete a me, Basilio ve lo giura,
noi lo farem sloggiar da queste mura.

BASILIO
Ah, dunque
la calunnia cos'e' voi non sapete?
No? Uditemi e tacete.
La calunnia e' un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.

Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.

Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola gia' di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.

Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.

E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
 

sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne dite?

FIGARO
Ma bravi! ma benone!
Ho inteso tutto. Evviva il buon dottore!
Povero babbuino!
Tua sposa? Eh via pulisciti il bocchino.


 

ATTO PRIMO parte prima
ATTO PRIMO parte seconda

ATTO SECONDO
Backstage


 
 


 
 

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