Puccini - Tosca II° atto

 

Teatro della Luna - Milano

Sabato 25 febbraio 2012 ore 21:00

Organizzato da Associazione Ritorno all'Opera Imperia
in collaborazione Associazione Aloysius

Giacomo Puccini (1858 - 1924)
Tosca

Melodramma eroi-comico in 3 atti
Libretto di V. Sardou, L. Illica, G. Giacosa

Orchestra Filarmonica Aloysius
Direttore Stefano Giaroli

Coro Giuseppe Verdi di Pavia
Maestro del coro Enzo Consogno
Regia Pierluigi Cassano
Scene e costumi Artemio Cabassi

Programma

Paola Sanguinetti Floria Tosca, nota cantante (soprano)
Mauro Pagano Mario Cavaradossi, pittore (tenore)
Ivan Marino Il barone Scarpia, capo della polizia (baritono)
Daniele Cusari Cesare Angelotti, prigioniero politico evaso (basso)
Carlo Torriani Il Sagrestano (basso)
Giovanni Maludrottu Spoletta, un agente di polizia (tenore)
Hwang Te Jeong Sciarrone, un altro agente (basso)
Hwang Te Jeong Un carceriere (basso)
E.Mffi Un pastore (voce bianca)
  Un Cardinale - Il Giudice del Fisco - Roberti, esecutore di Giustizia
  Uno Scrivano - Un Ufficiale – Un Sergente.
  Soldati, Birri, Dame, Nobili, Borghesi, Popolo, ecc.

Seguono immagini della serata:

Epoca: Giugno 1800 Luogo: Roma

ATTO I - Chiesa di Sant'Andrea della Valle
ATTO  II - Palazzo Farnese
Atto III - Castel Sant'Angelo
 

 

Atto secondo

La camera di Scarpia al piano superiore del Palazzo Farnese.

Tavola imbandita. Un'ampia finestra verso il cortile del Palazzo. È notte.

 


SCARPIA
(è seduto alla tavola e vi cena.
Interrompe a tratti la cena per riflettere.
Guarda l'orologio: è smanioso e pensieroso)
Tosca è un buon falco!...
Certo a quest'ora
i miei segugi le due prede azzannano!

Doman sul palco
vedrà l'aurora
Angelotti e il bel Mario al laccio
pendere.
(suona - entra Sciarrone)
Tosca è a palazzo?...

SCIARRONE
Un ciambellan ne uscia
pur ora in traccia...

SCARPIA
(accenna la finestra)
Apri. - Tarda è la notte...
(dal piano inferiore - ove la Regina di Napoli, Maria Carolina,
dà una grande festa in onore di Melas –
si ode il suonare di un'orchestra)
Alla cantata ancor manca la Diva,
e strimpellan gavotte.
(a Sciarrone)
Tu attenderai la Tosca in sull'entrata;
le dirai ch'io l'aspetto
finita la cantata...
(Sciarrone fa per andarsene)

O meglio...
(si alza e va a scrivere in fretta un biglietto)

Le darai questo biglietto.
(Sciarrone esce)
(torna alla tavola e mescendosi da bere dice:)
Ella verrà... per amor del suo Mario!
Per amor del suo Mario... al piacer mio
s'arrenderà. Tal dei profondi amori,
è la profonda miseria. Ha più forte
sapore la conquista violenta
che il mellifluo consenso. Io di sospiri
e di lattiginose albe lunari
poco mi appago. Non so trarre accordi
di chitarra, né oroscopo di fior
(sdegnosamente)
né far l'occhio di pesce,
o tubar come tortora!
(s'alza, ma non si allontana dalla tavola)

Bramo. - La cosa bramata
perseguo, me ne sazio e via la getto...
volto a nuova esca. Dio creò diverse
beltà e vini diversi... Io vo' gustar
quanto più posso dell'opra divina!

(beve)

SCIARRONE
(entrando)
Spoletta è giunto.

SCARPIA
(eccitatissimo, gridando)
Entri. In buon punto!


(Sciarrone esce per chiamare Spoletta, che accompagna nella sala,
rimanendo poi presso la porta del fondo)

Scarpia - Spoletta - Sciarrone.

SCARPIA
(si siede e tutt'occupato a cenare,
interroga intanto Spoletta senza guardarlo)
O galantuomo, come andò la caccia?...

SPOLETTA
(avanzandosi un poco ed impaurito)
(Sant'Ignazio m'aiuta!)
Della signora seguimmo la traccia.
Giunti a un'erma villetta
tra le fratte perduta...
ella v'entrò. N'escì sola ben presto.
Allor scavalco lesto
il muro del giardin coi miei cagnotti
e piombo in casa...

SCARPIA
Quel bravo Spoletta!

SPOLETTA
(esitando)
Fiuto!... razzolo!... frugo!...

SCARPIA
(si avvede dell'indecisione di Spoletta e si leva ritto,
pallido d'ira, le ciglia corrugate)
Ah! L'Angelotti?...

SPOLETTA
Non s'è trovato.

SCARPIA
(furente)
Ah cane! Ah traditore!
Ceffo di basilisco,
(gridando)
alle forche!

SPOLETTA
(tremante, cerca di scongiurare la collera di Scarpia)
Gesù!
(timidamente)
C'era il pittor...

SCARPIA
(interrompendolo)
Cavaradossi?

SPOLETTA
(accenna di sì, ed aggiunge pronto:)
Ei sa dove l'altro s'asconde...
Ogni suo gesto,
ogni accento tradìa
tal beffarda ironia,
ch'io lo trassi in arresto!

SCARPIA
(con sospiro di soddisfazione)
Meno male!

SPOLETTA
(accenna all'anticamera)
Egli è là.

(Scarpia passeggia meditando: ad un tratto si arresta:
dall'aperta finestra odesi la Cantata eseguita
dai Cori nella sala della Regina)

TOSCA e Coro interno
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli,
Per ignoti soli empirei,
Profetati dai Vangeli,
A te giunge o re dei re,
Questo canto voli a te.
A te quest'inno voli
Sommo Iddio della vittoria.
Dio che fosti innanzi ai secoli
Alle cantiche degli angeli
Quest'inno di gloria
Or voli a te!
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli,
A te giunge o re dei re.

SCARPIA
(dunque Tosca è tornata - è là sotto di lui...
gli balena un'idea e subito dice a Spoletta:)
Introducete il Cavaliere.
(Spoletta esce)
(a Sciarrone)
A me
Roberti e il Giudice del Fisco.

(Sciarrone esce. Scarpia siede di nuovo a tavola.)

Spoletta e quattro sbirri introducono Mario Cavaradossi.
Poi Roberti, esecutore di Giustizia, il Giudice del Fisco
con uno Scrivano e Sciarrone.

CAVARADOSSI
(altero, avanzandosi con impeto)
Tal violenza!...

SCARPIA
(con studiata cortesia)
Cavalier, vi piaccia accomodarvi...

CAVARADOSSI
Vo' saper...

SCARPIA
(accennando una sedia al lato opposto della tavola)
Sedete...

CAVARADOSSI
(rifiutando)
Aspetto.

SCARPIA
E sia!
(guarda fisso Cavaradossi, prima di interrogarlo)
V'è noto che un prigione...
(odesi la voce di Tosca che prende parte alla Cantata)

CAVARADOSSI
(commosso)
La sua voce!...

SCARPIA
(che si era interrotto all'udire la voce di Tosca, riprende)
... v'è noto che un prigione
oggi è fuggito da Castel Sant'Angelo?

CAVARADOSSI
Ignoro.

SCARPIA
Eppur, si pretende che voi
l'abbiate accolto in Sant'Andrea,
provvisto
di cibo e di vesti...

CAVARADOSSI
(risoluto)
Menzogna!

SCARPIA
(continuando a mantenersi calmo)
... e guidato
ad un vostro podere suburbano...


CAVARADOSSI
Nego. - Le prove?

SCARPIA
(mellifluo)
Un suddito fedele...

CAVARADOSSI
Al fatto. Chi mi accusa?
(ironico)
I vostri sbirri invan frugâr la villa.

SCARPIA
Segno che è ben celato.

CAVARADOSSI
Sospetti di spia!

SPOLETTA
(offeso, interviene)
Alle nostre ricerche egli rideva...

CAVARADOSSI
E rido ancor!

SCARPIA
(terribile, alzandosi)
Questo è luogo di lacrime!
(minaccioso)
Badate!
(nervosissimo)
Or basta! Rispondete!
(irritato e disturbato dalle voci della Cantata
va a chiudere la finestra: poi si rivolge imperioso a Cavaradossi:)
Dov'è Angelotti?

CAVARADOSSI
Non lo so.

SCARPIA
Negate avergli dato cibo?

CAVARADOSSI
Nego!

SCARPIA
E vesti?

CAVARADOSSI
Nego!

SCARPIA
E asilo nella villa?
E che là sia nascosto?

CAVARADOSSI
(con forza)
Nego! nego!

SCARPIA
(quasi paternamente, ritornando calmo)
Via, Cavaliere, riflettete: saggia
non è cotesta ostinatezza vostra.
Angoscia grande, pronta confessione
eviterà! Io vi consiglio, dite:
dov'è dunque Angelotti?

CAVARADOSSI
Non lo so.

SCARPIA
Ancor,
l'ultima volta: dov'è?

CAVARADOSSI
Nol so!

SPOLETTA
(O bei tratti di corda!)

Tosca, entra affannosa.

SCARPIA
(vedendo Tosca)
(Eccola!)

TOSCA
(vede Cavaradossi e corre ad abbracciarlo)
Mario?! tu qui?

CAVARADOSSI
(sommessamente)

(Di quanto là vedesti, taci, o m'uccidi!)



(Tosca accenna che ha capito)

SCARPIA
(con solennità)
Mario Cavaradossi,
qual testimone il Giudice vi aspetta.
(a Roberti)
Pria le forme ordinarie... Indi... ai miei cenni...
(Fa cenno a Sciarrone di aprire l'uscio
che dà alla camera della tortura.
Il Giudice vi entra e gli altri lo seguono, rimanendo Tosca e Scarpia.
Spoletta si ritira presso alla porta in fondo alla sala)
(Sciarrone chiude l'uscio. Tosca fa un atto di grande sorpresa:
Scarpia, studiatamente gentile, la rassicura)

SCARPIA
(con galanteria)
Ed or fra noi da buoni amici.
Via quell'aria sgomentata...
(accenna a Tosca di sedere)

TOSCA
(siede con calma studiata)
Sgomento alcun non ho...

SCARPIA
La storia del ventaglio?
(passa dietro al canapè sul quale è seduta Tosca
e vi si appoggia, parlando sempre con galanteria)

TOSCA
(con simulata indifferenza)
Fu sciocca gelosia...

SCARPIA
L'Attavanti non era dunque alla villa?

TOSCA
No: egli era solo.

SCARPIA
Solo?
(indagando con malizia)
Ne siete ben sicura?

TOSCA
Nulla sfugge ai gelosi. Solo! solo!
(con insistenza stizzosa)

SCARPIA
(prende una sedia, la porta di fronte a Tosca,
vi si siede e la guarda fissamente)
Davver?!

TOSCA
(irritata)
Solo, sì!

SCARPIA
Quanto fuoco!
Par che abbiate paura di tradirvi.
(rivolgendosi verso l'uscio della camera
della tortura chiamando)
Sciarrone, che dice il Cavalier?

SCIARRONE
(apparendo sul limitare dell'uscio)
Nega.

SCARPIA
(a voce più alta verso l'uscio aperto)
Insistiamo.

(Sciarrone rientra nella camera della tortura,
chiudendone l'uscio)

TOSCA
(ridendo)
Oh, è inutil!

SCARPIA
(seriissimo, si alza e passeggia)
Lo vedremo, signora.

TOSCA
(lentamente, con sorriso ironico)
Dunque, per compiacervi, si dovrebbe
mentir?

SCARPIA
No, ma il vero potrebbe abbreviargli
un'ora assai penosa...



TOSCA
(sorpresa)
Un'ora penosa? Che vuol dir?
Che avviene in quella stanza?

SCARPIA
È forza che si adempia
la legge.

TOSCA
Oh! Dio!... Che avvien?!!

SCARPIA
(con espressione di ferocia e con forza crescente)
Legato mani e piè
il vostro amante ha un cerchio uncinato
alle tempia,
che ad ogni niego ne sprizza sangue
senza mercè!

TOSCA
(balza in piedi)
Non è ver, non è ver!
Sogghigno di demone...
(ascolta con grande ansietà,
le mani nervosamente avvinghiate alla spalliera del canapè)

La voce di CAVARADOSSI
Ahimè!

(gemito prolungato)

TOSCA
Un gemito? Pietà, pietà!

SCARPIA
Sta in voi di salvarlo.

TOSCA
Ebben... ma cessate!

SCARPIA
(va presso all'uscio)
Sciarrone,
sciogliete!

SCIARRONE
(si presenta sul limitare)
Tutto?

SCARPIA
Tutto.
(Sciarrone entra di nuovo nella camera della tortura, chiudendo)
(a Tosca)
Ed or la vertà...

TOSCA
Ch'io lo veda!

SCARPIA
No!

TOSCA
(riesce ad avvicinarsi all'uscio)
Mario!

La voce di CAVARADOSSI
(dolorosamente)
Tosca!

TOSCA
Ti fanno male
ancor?

La voce di CAVARADOSSI
No - Coraggio! - Taci! - Sprezzo il dolor!

SCARPIA
(avvicinandosi a Tosca)
Orsù, Tosca, parlate.

TOSCA
(rinfrancata dalle parole di Cavaradossi)
Non so nulla!

SCARPIA
Non vale
quella prova? Roberti, ripigliamo...
(fa per avvicinarsi all'uscio)

TOSCA
(si mette fra l'uscio e Scarpia, per impedire che dia l'ordine)
No! Fermate!

SCARPIA
Voi parlerete?

TOSCA
No... mostro!
Lo strazi... l'uccidi!

SCARPIA
Lo strazia quel vostro
silenzio assai più.

TOSCA
Tu ridi...
all'orrida pena?

SCARPIA
(con entusiasmo)
Mai Tosca alla scena
più tragica fu!

(Tosca, inorridita, si allontana da Scarpia che,
preso da subitaneo senso di ferocia, si rivolga a Spoletta)



SCARPIA
(gridando)
Aprite le porte
che n'oda i lamenti!
(Spoletta apre l'uscio e sta ritto sulla soglia)

La voce di CAVARADOSSI
Vi sfido!

SCARPIA
(gridando a Roberti)
Più forte! Più forte!

La voce di CAVARADOSSI
Vi sfido!

SCARPIA
(a Tosca)
Parlate...

TOSCA
Che dire?

SCARPIA
Su, via!

TOSCA
Ah! non so nulla!
(disperata)
dovrei mentir?

SCARPIA
(insistendo)
Dite dov'è Angelotti? parlate
su, via, dove celato sta?

TOSCA
No! - Ah! Più non posso! - Che orror!
Cessate il martîr! È troppo il soffrir!

La voce di CAVARADOSSI
Ahimè!

TOSCA
(si rivolge ancora supplichevole a Scarpia,
il quale fa cenno a Spoletta di lasciare avvicinare Tosca:
questa va presso all'uscio aperto ed esterrefatta alla vista dell'orribile scena,
si rivolge a Cavaradossi col massimo dolore:)
Mario, consenti
ch'io parli?

La voce di CAVARADOSSI
(spezzata)
No, no.

TOSCA
(con insistenza)
Ascolta, non posso più...

La voce di CAVARADOSSI
Stolta, che sai?... che puoi dir?...

SCARPIA
(irritatissimo per le parole di Cavaradossi
e temendo che da queste Tosca sia ancora incoraggiata a tacere,
grida terribile a Spoletta:)
Ma fatelo tacere!

(Spoletta entra nella camera della tortura e n'esce poco dopo,
mentre Tosca, vinta dalla terribile commozione, cade prostrata sul canapè
e con voce singhiozzante si rivolge a Scarpia che sta impassibile e silenzioso.)

TOSCA
Che v'ho fatto in vita mia?
Son io che così torturate!...
Torturate l'anima...
(scoppia in singhiozzi, mormorando:)
Sì, l'anima mi torturate!

SPOLETTA
(brontolando in attitudine di preghiera)
Judex ergo, cum sedebit,
Quidquid latet apparebit,
Nil inultum remanebit.
(Scarpia, profittando dell'accasciamento di Tosca,
va presso la camera della tortura e fa cenno di ricominciare il supplizio
- un grido orribile si fa udire -
Tosca si alza di scatto e subito con voce soffocata
dice rapidamente a Scarpia:)



TOSCA
Nel pozzo... nel giardino...

SCARPIA
Là è Angelotti?...

TOSCA
(soffocato)
Sì.

SCARPIA
(forte, verso la camera della tortura)
Basta, Roberti.

SCIARRONE
(che ha aperto l'uscio)
E svenuto!

TOSCA
(a Scarpia)
Assassino!
Voglio vederlo.

SCARPIA
Portatelo qui!...
(Sciarrone rientra e subito appare Cavaradossi svenuto,

portato dai birri che lo depongono sul canapè.
Tosca corre a lui, ma l'orrore della vista dell'amante insanguinato è così forte,
ch'essa sgomentata si copre il volto per non vederlo
poi, vergognosa di questa sua debolezza, si inginocchia presso di lui,
baciandolo e piangendo.
Sciarrone, il Giudice, Roberti, lo Scrivano escono dal fondo,
mentre, ad un cenno di Scarpia, Spoletta ed i birri si fermano)

CAVARADOSSI
(riavendosi)
Floria!

TOSCA
(coprendolo di baci)
Amore...

CAVARADOSSI
Sei tu?

TOSCA
(caldamente)
Quanto hai penato
anima mia!.. Ma il giusto
Iddio lo punirà!



CAVARADOSSI
Tosca, hai parlato?

TOSCA
No, amor...


CAVARADOSSI
Davvero?...

SCARPIA
(a Spoletta con autorità)
Nel pozzo
del giardino. - Va, Spoletta!
(Spoletta esce: Cavaradossi, che ha udito,
si leva minaccioso contro Tosca; poi le forze l'abbandonano
e si lascia cadere sul canapè,
esclamando con rimprovero pieno di amarezza verso Tosca:)

CAVARADOSSI
M'hai tradito!

TOSCA
(supplichevole)
Mario!

CAVARADOSSI
(respingendo Tosca che si abbraccia stretta a lui)


Maledetta!
(Sciarrone, a un tratto, irrompe tutto affannoso)

SCIARRONE
Eccellenza! quali nuove!...

SCARPIA
(sorpreso)
Che vuol dir quell'aria afflitta?

SCIARRONE
Un messaggio di sconfitta...

SCARPIA
Che sconfitta? Come? Dove?

SCIARRONE
A Marengo...

SCARPIA
(impazientito, gridando)
Tartaruga!

SCIARRONE
Bonaparte è vincitor!

SCARPIA
Melas...

SCIARRONE
No! Melas è in fuga!...
(Cavaradossi, che con ansia crescente ha udito le parole di Sciarrone,
trova nel proprio entusiasmo
la forza di alzarsi minaccioso in faccia a Scarpia)

CAVARADOSSI
Vittoria! Vittoria!
L'alba vindice appar
che fa gli empi tremar!
Libertà sorge, crollan tirannidi!
Del sofferto martîr
me vedrai qui gioir...

Il tuo cor trema, o Scarpia, carnefice!

(Tosca, disperatamente aggrappandosi a Cavaradossi,
tenta, con parole interrotte, di farlo tacere)

TOSCA
Mario, taci, pietà di me!

SCARPIA
(fissa cinicamente Cavaradossi)
Braveggia, urla! - T'affretta
a palesarmi il fondo
dell'alma ria!
Va! - Moribondo,
il capestro t'aspetta!
(ed irritato per le parole di Cavaradossi, grida ai birri:)


Portatemelo via!
(Sciarrone ed i birri s'impossessano di Cavaradossi
e lo trascinano verso la porta –
Tosca con un supremo sforzo tenta di tenersi stretta a Cavaradossi,

ma invano: essa è brutalmente respinta)



TOSCA
Mario... con te...
(i birri conducono via Cavaradossi; li segue Sciarrone:
Tosca si avventa per seguir Cavaradossi, ma Scarpia si colloca innanzi la porta
e la chiude, respingendo Tosca)

SCARPIA
Voi no!

TOSCA
(come un gemito)
Salvatelo!

SCARPIA
Io?... Voi!
(si avvicina alla tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo
e ritorna calmo e sorridente)
La povera mia cena fu interrotta.
(vede Tosca abbattuta, immobile, ancora presso la porta)
Così accasciata?... Via, mia bella
signora, sedete qui. - Volete che
cerchiamo insieme il modo di salvarlo?
(Tosca si scuote e lo guarda: Scarpia sorride sempre e si siede,
accennando in pari tempo di sedere a Tosca)


E allor... sedete... e favelliamo.
(forbisce un bicchiere col tovagliolo,
quindi lo guarda a traverso la luce del candelabro)
E intanto
un sorso. È vin di Spagna...
(riempie il bicchiere e lo porge a Tosca)


Un sorso
(con gentilezza)
per rincorarvi.

TOSCA
(siede in faccia a Scarpia, guardandolo fissamente.
Appoggiando i gomiti sul tavolo, colle mani si sorregge il viso,
e coll'accento del più profondo disprezzo chiede a Scarpia:)
Quanto?

SCARPIA
(imperturbabile, versandosi da bere)
Quanto?

TOSCA
Il prezzo!...

SCARPIA
(ride)
Già - Mi dicon venal, ma a donna bella
(insinuante e con intenzione)
non mi vendo a prezzo di moneta.
Se la giurata fede
devo tradir... ne voglio altra mercede.
Quest'ora io l'attendeva!
Già mi struggea
l'amor della diva!
Ma poc'anzi ti mirai
qual non ti vidi mai!
(eccitatissimo, si alza)
Quel tuo pianto era lava
ai sensi miei e il tuo sguardo
che odio in me dardeggiava,
mie brame inferociva!...

Agil qual leopardo
ti avvinghiasti all'amante;
Ah! In quell'istante
t'ho giurata mia!...

Mia!
(si avvicina, stendendo le braccia verso Tosca:
questa, che aveva ascoltato immobile, impietrita,
le lascive parole di Scarpia, s'alza di scatto
e si rifugia dietro il canapè)

TOSCA
Ah!



SCARPIA
(quasi inseguendola)
Sì, t'avrò!...



TOSCA
(inorridita corre alla finestra)
Piuttosto giù mi avvento!

SCARPIA
(freddamente)
In pegno
il Mario tuo mi resta!...

TOSCA
Ah! miserabile...
l'orribile mercato!

(le balena l'idea di recarsi presso la Regina
e corre verso la porta)

SCARPIA

(che ne indovina il pensiero, si tira in disparte)


Violenza non ti farò. Sei libera.
Va pure.
(Tosca con un grido di gioia fa per uscire:
Scarpia con un gesto e ridendo ironicamente la trattiene)
Ma è fallace speranza... la Regina
farebbe grazia ad un cadavere!
(Tosca retrocede spaventata, e fissando Scarpia si lascia cadere sul canapè:
poi stacca gli occhi da Scarpia con un gesto di supremo disgusto e di odio)
Come tu m'odii!

(con accento convinto e con compiacenza)

TOSCA
(con tutto l'odio e il disprezzo)
Ah! Dio!...

SCARPIA
(avvicinandosele)
Così ti voglio!

TOSCA
(esasperata)
Non toccarmi, demonio!
T'odio, t'odio, abbietto, vile!


(fugge da Scarpia inorridita)

SCARPIA
Che importa?!
(avvicinandosele ancor più)
Spasimi d'ira... spasimi d'amore!

TOSCA
Vile!

SCARPIA
(cerca di afferrarla)
Mia!

TOSCA
(si ripara dietro la tavola)
Vile!

SCARPIA
(inseguendola)
Mia!

TOSCA
Aiuto!

(un lontano rullo di tamburi a poco a poco s'avvicina,
poi si dilegua lontano)

SCARPIA
(fermandosi)
Odi?
È il tamburo. S'avvia. Guida la scorta
ultima ai condannati. Il tempo passa!
(Tosca, dopo aver ascoltato con ansia terribile,
si allontana dalla finestra e si appoggia, estenuata, al canapè)
Sai... quale oscura opra laggiù si
compia?
Là... si drizza un patibolo!...
(Tosca fa un movimento di disperazione e di spavento)
Al tuo Mario,
per tuo voler, non resta che un'ora di vita.
(freddamente si appoggia ad un angolo della tavola,
continuando a guardare Tosca)
(Tosca affranta dal dolore si lascia cadere sul canapè)
(Freddamente Scarpia va ad appoggiarsi ad un angolo della tavola,
si versa del caffè e lo assorbe mentre continua a guardare Tosca)
 

TOSCA
(nel massimo dolore)
Vissi d'arte, vissi d'amore,
non feci mai male ad anima viva!...
Con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai...
Sempre con fe' sincera,
la mia preghiera
ai santi tabernacoli salì.

Sempre con fe' sincera
diedi fiori agli altar.
(alzandosi)
Nell'ora del dolore
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?


Diedi gioielli
della Madonna al manto,
e diedi il canto
agli astri, al ciel, che ne ridean più belli.

Nell'ora del dolore,
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?

(singhiozzando)

SCARPIA
(avvicinandosi di nuovo a Tosca)
Risolvi!

TOSCA
Mi vuoi supplice ai tuoi piedi!
(inginocchiandosi innanzi a Scarpia)
Vedi,
(singhiozza)
le man giunte io stendo a te!
(alzando le mani giunte)
Ecco... vedi...
(con accento disperato)
e mercè d'un tuo detto,
vinta, aspetto...
(avvilita)

SCARPIA
Sei troppo bella, Tosca, e troppo
amante.
Cedo. - A misero prezzo
tu, a me una vita, io, a te chieggo un istante!

TOSCA
(alzandosi, con un senso di gran disprezzo)
Va! - Va! - Mi fai ribrezzo!
(bussano alla porta)

SCARPIA
Chi è là?

SPOLETTA
(entrando tutto frettoloso e trafelato)
Eccellenza, l'Angelotti al nostro
giungere si uccise.

SCARPIA
Ebbene, lo si appenda
morto alle forche! E l'altro prigionier?

SPOLETTA
Il Cavalier Cavaradossi?
È tutto pronto, Eccellenza!

TOSCA
(Dio m'assisti!)

SCARPIA
(a Spoletta)
Aspetta.
(piano a Tosca)
Ebbene?
(Tosca accenna di sì col capo e dalla vergogna piangendo
affonda la testa fra i cuscini del canapè)
(a Spoletta)
Odi...



TOSCA
(interrompendo subito Scarpia)
Ma libero all'istante lo voglio!

SCARPIA
(a Tosca)
Occorre simular. Non posso
far grazia aperta. Bisogna che tutti
abbian per morto il cavalier.
(accenna a Spoletta)
Quest'uomo fido provvederà.

TOSCA
Chi mi assicura?

SCARPIA
L'ordin ch'io gli darò voi qui presente.
(a Spoletta)
Spoletta: chiudi.
(Spoletta frettolosamente chiude la porta,
poi ritorna presso Scarpia)

Ho mutato d'avviso...
Il prigionier sia fucilato.
(Tosca scatta atterrita)
Attendi...
(fissa con intenzione Spoletta che accenna replicatamente col capo
di indovinare il pensiero di Scarpia)
Come facemmo col Conte Palmieri...

SPOLETTA
Un'uccisione...

SCARPIA
... simulata!... Come
avvenne del Palmieri!
Hai ben compreso?

SPOLETTA
Ho ben compreso.

SCARPIA
Va.

TOSCA
(che ha ascoltato avidamente, interviene)
Voglio avvertirlo io stessa.

SCARPIA
E sia.
(a Spoletta, indicando Tosca)
Le darai passo. Bada:
all'ora quarta...

(marcando intenzionalmente)

SPOLETTA
(con intenzione)
Sì. Come Palmieri...


(esce)
(Scarpia, ritto presso la porta, ascolta Spoletta allontanarsi,
poi trasformato nel viso e nei gesti
si avvicina con grande passione a Tosca)

SCARPIA
Io tenni la promessa...

TOSCA
(arrestandolo)
Non ancora.
Voglio un salvacondotto onde fuggir
dallo Stato con lui.

SCARPIA
(con galanteria)
Partir dunque volete?

TOSCA
(con accento convinto)
Sì, per sempre!

SCARPIA
Si adempia il voler vostro.
(va allo scrittoio; si mette a scrivere,
interrompendosi per domandare a Tosca:)

E qual via scegliete?

(Mentre Scarpia scrive, Tosca si è avvicinata alla tavola

e con la mano tremante prende il bicchiere di vino
di Spagna versato da Scarpia,
ma nel portare il bicchiere alle labbra,
scorge sulla tavola un coltello affilato ed a punta;
dà un'occhiata a Scarpia che in quel momento è occupato a scrivere

e con infinite precauzioni cerca d'impossessarsi del coltello,
rispondendo alle domande di Scarpia ch'essa sorveglia attentamente)

TOSCA
La più breve!

SCARPIA
Civitavecchia?

TOSCA
Sì.

(Finalmente ha potuto prendere il coltello,
che dissimula dietro di sé appoggiandosi alla tavola
e sempre sorvegliando Scarpia.
Questi ha finito di scrivere il salvacondotto,
vi mette il sigillo, ripiega il foglio:
quindi aprendo le braccia si avvicina a Tosca per avvincerla a sé)

SCARPIA
Tosca, finalmente mia!...
(ma l'accento voluttuoso si cambia in un grido terribile

Tosca lo ha colpito in pieno petto)
(gridando)
Maledetta!

TOSCA
(gridando)
Questo è il bacio di Tosca!

SCARPIA
(con voce strozza)
Aiuto! muoio!
(Scarpia stende il braccio verso Tosca
avvicinandosi barcollante in atto di aiuto.
Tosca lo sfugge ma ad un tratto si trova presa fra Scarpia e la tavola
e, vedendo che sta per essere toccata da lui,
lo respinge inorridita. Scarpia cade)
Soccorso! Muoio!

TOSCA
(con odio a Scarpia)
Ti soffoca il sangue?
(Scarpia si dibatte inutilmente e cerca di rialzarsi,
aggrappandosi al canapè)
E ucciso da una donna!
M'hai assai torturata!...
Odi tu ancora? Parla!... Guardami!...


Son Tosca!... O Scarpia!

SCARPIA
(fa un ultimo sforzo, poi cade riverso)
(soffocato)
Soccorso, aiuto!
(rantolando)
Muoio!

TOSCA
(piegandosi sul viso di Scarpia)

Muori dannato! Muori, Muori!
(Scarpia rimane rigido)
È morto! Or gli perdono!
(senza togliere lo sguardo dal cadavere di Scarpia,
va al tavolo, prende una bottiglia d'acqua
e inzuppando un tovagliolo si lava le dita,
poi si ravvia i capelli guardandosi allo specchio e
Quindi cerca il salvacondotto sullo scrittoio; non trovandolo.
Si sovviene del salvacondotto... lo cerca sullo scrittoio,
ma non lo trova; lo cerca ancora, finalmente vede il salvacondotto


nella mano raggrinzita di Scarpia.
Solleva il braccio di Scarpia, che poi lascia cadere inerte,
dopo aver tolto il salvacondotto che nasconde in petto.)

E avanti a lui tremava tutta Roma!

(si avvia per uscire, ma si pente, va a prendere le due candele
che sono sulla mensola a sinistra e le accende al candelabro sulla tavola
spegnendo poi questo.

Colloca una candela accesa a destra della testa di Scarpia.
Mette l'altra candela a sinistra .
Cerca di nuovo intorno e vedendo un crocefisso
va a staccarlo dalla parete e portandolo religiosamente
si inginocchia per posarlo sul petto di Scarpia.
Si alza e con grande precauzione esce, richiudendo dietro a sé la porta)

 

 
 
 

ATTO I - Chiesa di Sant'Andrea della Valle
ATTO  II - Palazzo Farnese
Atto III - Castel Sant'Angelo

 
 


 
 

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