Sandro Gibellini, chitarrista.

La carriera di Sandro Gibellini, iniziata in ambito jazzistico nel 1979 dopo gli studi frequentati al "Centro Studi Nino Donzelli" a Cremona, vanta un numero considerevole di collaborazioni con musicisti di tutto il mondo, snodandosi tra l'Europa e gli Stati Uniti. Il successo del chitarrista bresciano (è nato a Pralboino nel 1957) iniziò tuttavia a concretizzarsi nel 1989, quando il quintetto di cui faceva parte in quel periodo (composto anche da Franco Testa, Pietro Tonolo, Danilo Rea e Roberto Gatto) incise un Lp al termine di un anno di collaborazioni. Questi primi riconoscimenti spalancarono a Gibellini le porte di numerose rappresentazioni e importanti festival e gli permisero di entrare a far parte - come componente stabile - degli "Italian All Star" e della "Grande orchestra nazionale di Jazz". Continuamente alla ricerca di nuovi stimoli e collaborazioni, il musicista compose altri due album: "Felix", nel quale la sua chitarra si accompagna a contrabbasso e batteria e "Funny Men", lavoro in cui, accanto a Paolo Birro e Mauro Negri, costituì un terzetto con sax e pianoforte. Anche il 1996 è stato un anno particolarmente fertile. Infatti, dopo aver collaborato con Gerry Mulligan, Gibellini ha prodotto altre due raccolte intitolate "La banda disegnata" e "The tender trap". Il primo cd, lavorato con la sua band (composta da sette elementi), presenta sonorità in cui una melodia jazz si sposa con il rock, mentre il secondo (ancora al fianco di Birro e Negri) è un tributo a Frank Sinatra, ma, benchè si tratti di un omaggio a "The Voice", si compone di sola musica. Gli ultimi anni, per la precisione dal 1998 in poi, sono invece stati caratterizzati dal rapporto con due musicisti di grande notorietà: Ares Tavolazzi e Mauro Beggio con i quali il jazzista gardesano sta per realizzare un nuovo album formato da una decina di pezzi, in uscita per giugno del 2001.
Decisamente un jazzman, Sandro Gibellini, oggi all'apice di una carriera ricchissima di esperienze musicali, ha mostrato le proprie doti artistiche fin dalla fanciullezza. Ancora adolescente infatti, con la spregiudicatezza dell'autodidatta, si esibiva in evoluzioni chitarristiche rockettare tese a emulare i suoi idoli del tempo (Deep Purple, Jimmy Hendrix). Quei suoni, in seguito perfezionati da migliaia di ore di studio e innumerevoli esibizioni, erano ovviamente solo lontani parenti di quelli che in seguito lo hanno portato a diventare un musicista di fama internazionale, ma rimangono a testimoniare l'inizio di un cammino di maturazione ancor oggi in piena evoluzione. Indicano anche il perfetto spirito "jazz" - inteso come genere musicale in cui conta principalmente la capacità di creare e improvvisare - di un artista in grado di esibirsi in performance varie e ricche di sfaccettature. Costruita spaziando nell'ampia storia delle melodie jazz più classiche (swing, be-bop), la musica di Gibellini si è infatti sviluppata senza pregiudizi, carpendo ritmi e sonorità anche a generi abitualmente considerati distanti dal più nobile filone jazzistico come il funky, il pop o il rock. Questa notevole elasticità, fonte di arricchimento straordinario per il suo bagaglio cultural-musicale, colloca l'artista nella schiera di quei musicisti che, con il loro incessante lavoro, stanno proseguendo oggi ciò che gli innovatori appartenenti al movimento di rottura chiamato "be-bop" avevano iniziato verso la fine degli Anni Quaranta. Il "new-bop", quello che gli americani chiamano "main stream", si presenta infatti come la prosecuzione dello storico movimento sorto nell'immediato dopoguerra ed essendo caratterizzato dall'apertura nei confronti di influenze moderne, prosegue il suo cammino sempre in bilico tra conservazione e innovazione.

Fonte: info ufficio stampa
Aggiornamento :
23/10/2006 http://www.concertodautunno.it/cur/gibellinis.html