Puccini - Tosca - Atto III

 

Teatro Fraschini di Pavia
Stagione 2012/2013

Giovedì 11 ottobre 2012 ore 20.30 (Turno A)
Sabato 13 ottobre 2012 ore 20.30 (Turno B)
TOSCA
Opera in tre atti
Musica di Giacomo Puccini (1858 - 1924)
su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal dramma "La Tosca" di Victorien Sardou (1887)
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi, 14 gennaio 1900

Mirjam Tola Floria Tosca, nota cantante (soprano)
Rubens Pelizzari Mario Cavaradossi, pittore (tenore)
Giuseppe Altomare Il barone Scarpia, capo della polizia (baritono)
Ziyan Atfeh Cesare Angelotti, prigioniero politico evaso (basso)
Paolo Maria Orecchia Il Sagrestano (basso)
Paolo Antognetti Spoletta, un agente di polizia (tenore)
Daniele Cusari Sciarrone, un altro agente (basso)
Daniele Cusari Un carceriere (basso)
Un pastore (voce bianca)
  Un Cardinale - Il Giudice del Fisco - Roberti, esecutore di Giustizia
  Uno Scrivano - Un Ufficiale – Un Sergente.
  Soldati, Birri, Dame, Nobili, Borghesi, Popolo, ecc.

coro Circuito Lirico Lombardo
orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
direttore Giampaolo Bisanti
regia Elena Barbalich


Seguono immagini della serata:

Epoca: Giugno 1800 Luogo: Roma

ATTO I - Chiesa di Sant'Andrea della Valle
ATTO  II - Palazzo Farnese
Atto III - Castel Sant'Angelo
 

 

Atto terzo

La piattaforma di Castel Sant'Angelo.
A sinistra, una casamatta: vi è collocata una tavola,
sulla quale stanno una lampada, un grosso registro e l'occorrente per scrivere:
una panca, una sedia. Su di una parete della casamatta un crocifisso:
davanti a questo è appesa una lampada.
A destra, L'apertura di una piccola scala per la quale
si ascende alla piattaforma. Nel fondo il Vaticano e San Pietro.

(Notte - Cielo sereno, scintillante di stelle)
(Si odono, lontane, le campanelle d'un armento:
di mano in mano vanno sempre più affievolendosi)

La voce di un PASTORE
Io de' sospiri.
Ve ne rimanno tanti
Pe' quante foje
Ne smoveno li venti.
Tu me disprezzi.
Io me ci accoro,
Lampene d'oro
Me fai morir!

(la luce incerta e grigia che precede l'alba:
le campane delle chiese suonano mattutino)
(Un Carceriere con una lanterna sale dalla scala,
va alla casamatta e vi accende la lampada sospesa
davanti al crocifisso, poi quella sulla tavola.
Poi va in fondo alla piattaforma e guarda giù nel cortile sottostante


per vedere se giunge il picchetto dei soldati, col condannato.
Si incontra con una sentinella che percorre tutt'all'intorno la piattaforma
e scambiate colla stessa alcune parole, ritorna alla casamatta,
siede ed aspetta mezzo assonnato.
Più tardi un picchetto, comandato da un Sergente di guardia,
sale sulla piattaforma accompagnando Cavaradossi:
il picchetto si arresta e il Sergente conduce Cavaradossi nella casamatta,
consegnando un foglio al Carceriere. –
Il Carceriere esamina il foglio, apre il registro e vi scrive
mentre interroga:)

Il Carceriere - Cavaradossi - un Sergente - Soldati

CARCERIERE
Mario Cavaradossi?
(Cavaradossi china il capo, assentendo.
Il Carceriere porge la penna al Sergente)
A voi.
(Il Sergente firma il registro, poi parte coi soldati, scendendo per la scala)
Vi resta un'ora...
Un sacerdote i vostri cenni attende.

CAVARADOSSI
No! Ma un'ultima grazia
io vi richiedo...

CARCERIERE
Se posso...

CAVARADOSSI
Io lascio al mondo
una persona cara. Consentite
ch'io le scriva un sol motto.
(togliendosi dal dito un anello)


Unico resto di mia ricchezza è
questo anel!...
Se promettete di consegnarle il mio
ultimo addio,
esso è vostro...

CARCERIERE
(tituba un poco, poi accetta e facendo cenno a Cavaradossi di sedere alla tavola,
va a sedere sulla panca)
Scrivete...

CAVARADOSSI
(rimane alquanto pensieroso, quindi si mette a scrivere...
ma dopo tracciate alcune linee è invaso dalle rimembranze,
e si arresta dallo scrivere)
(pensando)


E lucevan le stelle...
ed olezzava la terra...
stridea l'uscio dell'orto...
e un passo sfiorava la rena...


Entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia...


Oh! dolci baci, o languide carezze,
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!


Svanì per sempre il sogno mio d'amore...


L'ora è fuggita...
E muoio disperato!


E non ho amato mai tanto la vita!...

(scoppia in singhiozzi, coprendosi il volto colle mani)
(Dalla scala viene Spoletta, accompagnato dal Sergente e seguito da Tosca:
il Sergente porta una lanterna - Spoletta accenna a Tosca
ove trovasi Cavaradossi, poi chiama a sé il Carceriere:
con questi e col Sergente ridiscende,
non senza aver prima dato ad una sentinella, che sta in fondo,
l'ordine di sorvegliare il prigioniero).

Tosca - Cavaradossi



(Tosca che in questo frattempo è rimasta agitatissima,
vede Cavaradossi che piange: si slancia presso a lui,
e non potendo parlare per la grande emozione
gli solleva con le due mani la testa, presentandogli in pari tempo il salvacondotto:
Cavaradossi, alla vista di Tosca, balza in piedi sorpreso,
legge il foglio che gli presenta Tosca)

CAVARADOSSI
(legge)
Franchigia a Floria Tosca...
... e al cavaliere che l'accompagna.

TOSCA
(leggendo insieme a lui con voce affannosa e convulsa)
... e al cavaliere che l'accompagna.
(a Cavaradossi con un grido d'esultanza)
Sei libero!

CAVARADOSSI
(guarda il foglio; ne vede la firma)
(guardando Tosca con intenzione)
Scarpia!...
Scarpia che cede?

La prima  sua grazia è questa...



TOSCA
E l'ultima!

(riprende il salvacondotto e lo ripone in una borsa)

CAVARADOSSI
Che dici?

TOSCA
(scattando)
Il tuo sangue o il mio amore
volea... Fur vani scongiuri e pianti.
Invan, pazza d'orror,
alla Madonna mi volsi e ai Santi...


L'empio mostro dicea: già nei
cieli il patibol le braccia leva!
Rullavano i tamburi...
Rideva, l'empio mostro... rideva...
già la sua preda pronto a ghermir!
"Sei mia!" - Sì. - Alla sua brama
mi promisi. Lì presso
luccicava una lama...
Ei scrisse il foglio liberator,
venne all'orrendo amplesso...


Io quella lama gli piantai nel cor.

CAVARADOSSI
Tu!?... di tua man l'uccidesti? - tu pia,
tu benigna, - e per me!

TOSCA
N'ebbi le man
tutte lorde di sangue!



CAVARADOSSI
(prendendo amorosamente fra le sue le mani di Tosca)
O dolci mani mansuete e pure,
o mani elette a bell'opre e pietose,
a carezzar fanciulli, a coglier rose,
a pregar, giunte, per le sventure,
dunque in voi, fatte dall'amor secure,
giustizia le sue sacre armi depose?
Voi deste morte, o man vittoriose,
o dolci mani mansuete e pure!...

TOSCA
(svincolando le mani)
Senti... l'ora è vicina; io già raccolsi
(mostrando la borsa)
oro e gioielli... una vettura è pronta.
Ma prima... ridi amor... prima sarai
fucilato - per finta - ad armi scariche...
Simulato supplizio. Al colpo... cadi.
I soldati sen vanno... - e noi siam salvi!
Poscia a Civitavecchia... una tartana...
e via pel mar!

CAVARADOSSI
Liberi!

TOSCA
Chi si duole
in terra più? Senti effluvi di rose?!...
Non ti par che le cose
aspettan tutte innamorate il sole?...

CAVARADOSSI
(colla più tenera commozione)
Amaro sol per te m'era morire,
da te la vita prende ogni splendore,
all'esser mio la gioia ed il desire
nascon di te, come di fiamma ardore.
Io folgorare i cieli e scolorire
vedrò nell'occhio tuo rivelatore,
e la beltà delle cose più mire
avrà sol da te voce e colore.


TOSCA
Amor che seppe a te vita serbare,
ci sarà guida in terra, e in mar
nocchier...
e vago farà il mondo riguardare.
Finché congiunti alle celesti sfere
dileguerem, siccome alte sul mare
a sol cadente,
(fissando come in una visione)
nuvole leggere!...
(rimangono commossi, silenziosi:
poi Tosca, chiamata dalla realtà delle cose, si guarda attorno inquieta)
E non giungono...
(si volge a Cavaradossi con premurosa tenerezza)
Bada!... al colpo egli è mestiere
che tu subito cada...

CAVARADOSSI
(triste)
Non temere
che cadrò sul momento - e al naturale.

TOSCA
(insistendo)
Ma stammi attento - di non farti male!
Con scenica scienza
io saprei la movenza...

CAVARADOSSI
(la interrompe, attirandola a sé)
Parlami ancora come dianzi parlavi,
è così dolce il suon della tua voce!

TOSCA
(si abbandona quasi estasiata, quindi poco a poco accalorandosi)
Uniti ed esulanti
diffonderem pel mondo i nostri amori,
armonie di colori...

CAVARADOSSI
(esaltandosi)
Armonie di canti diffonderem!



TOSCA e CAVARADOSSI
(con grande entusiasmo)
Trionfal, di nova speme
l'anima freme in celestial
crescente ardor.
Ed in armonico vol
già l'anima va
all'estasi d'amor.

TOSCA
Gli occhi ti chiuderò con mille baci
e mille ti dirò nomi d'amor.

(Frattanto dalla scaletta è salito un drappello di soldati:
lo comanda un Ufficiale, il quale schiera i soldati nel fondo:
seguono Spoletta, il Sergente, il Carceriere. –
Spoletta dà le necessarie istruzioni. Il cielo si fa più luminoso;
è l'alba: suonano le 4 del mattino.
Il Carceriere si avvicina a Cavaradossi e togliendosi il berretto
gli indica l'Ufficiale)

CARCERIERE
L'ora!



CAVARADOSSI
Son pronto.

(il carceriere prende il registro dei condannati
e scende per la scaletta)

TOSCA
(a Cavaradossi, con voce bassissima e ridendo di soppiatto)
Tieni a mente... al primo colpo... giù...

CAVARADOSSI
(sottovoce, ridendo esso pure)
Giù.

TOSCA
Non rialzarti innanzi
ch'io ti chiami.

CAVARADOSSI
No, amore!

TOSCA
E cadi bene.

CAVARADOSSI
(sorridendo)
Come la Tosca in teatro.

TOSCA
(vedendo sorridere Cavaradossi)
Non ridere...

CAVARADOSSI
(serio)
Così?

TOSCA
Così.

(Cavaradossi segue l' Ufficiale dopo aver salutato Tosca,
la quale si colloca a sinistra, nella casamatta, in modo però
da poter spiare quanto succede sulla piattaforma.
Essa vede l'Ufficiale ed il Sergente che conducono Cavaradossi
presso il muro di faccia a lei; il Sergente vuol porre la benda
agli occhi di Cavaradossi: questi, sorridendo, rifiuta. –
Tali lugubri preparativi stancano la pazienza di Tosca.)

TOSCA
Com'è lunga l'attesa!
Perché indugiano ancor?... Già sorge il sole...
Perché indugiano ancora?... è una commedia,
lo so... ma questa angoscia eterna pare!...
(l' Ufficiale e il Sergente dispongono il plotone dei soldati,
impartendo gli ordini relativi)
Ecco!... Apprestano l'armi...
Com'è bello il mio Mario!
(vedendo l'Ufficiale che sta per abbassare la sciabola,
si porta le mani agli orecchi per non udire la
detonazione; poi fa cenno con la testa a Cavaradossi di cadere, dicendo:)


Là! Muori!
(vedendolo a terra gli invia colle mani un bacio)
Ecco un artista!
(il Sergente si avvicina al caduto e lo osserva attentamente:
Spoletta pure si è avvicinato; allontana il Sergente
impedendogli di dare il colpo di grazia,
quindi copre Cavaradossi con un mantello.
L'Ufficiale allinea i soldati: il Sergente ritira la sentinella che sta in fondo,
poi tutti, preceduti da Spoletta, scendono la scala.
Tosca è agitatissima: essa sorveglia questi movimenti temendo
che Cavaradossi, per impazienza, si muova o parli
prima del momento opportuno.)
(a voce repressa verso Cavaradossi)
O Mario, non ti muovere...
S'avviano... taci! Vanno... scendono.

(vista deserta la piattaforma, va ad ascoltare presso l'imbocco della scaletta:
vi si arresta trepidante, affannosa, parendole ad un tratto che i soldati
anziché allontanarsi, ritornino sulla piattaforma –
di nuovo si rivolge a Cavaradossi con voce bassa)
Ancora non ti muovere...
(ascolta - si sono tutti allontanati, va al prospetto e cautamente sporgendosi,
osserva di sotto - corre verso Cavaradossi)
Mario, su presto!
Andiamo!... Su!...
(si china per aiutare Cavaradossi a rialzarsi:
a un tratto dà un grido soffocato di terrore, di sorpresa
e si guarda le mani colle quali ha sollevato il mantello)
Ah!
(si inginocchia, toglie rapidamente il mantello
e balza in piedi livida, atterrita)

Morto! Morto!
(con incomposte parole, con sospiri, singhiozzi si butta
sul corpo di Cavaradossi, quasi non credendo all'orribil destino)
O Mario... morto... tu.. così... Finire
così!! Così?... povera Floria tua!

(intanto dal cortile al disotto del parapetto e su dalla piccola scala
arrivano prima confuse, poi sempre più vicine le voci di Sciarrone,
di Spoletta e di alcuni soldati)

VOCI CONFUSE
Ah!...

La voce di SCIARRONE
vi dico pugnalato!

VOCI CONFUSE
Scarpia?

La voce di SCIARRONE
Scarpia.

La voce di SPOLETTA
La donna è Tosca!

VARIE VOCI PIU’ CONFUSE
Che non sfugga!

La voce di SPOLETTA e SCIARRONE
(più vicine)
Attenti
agli sbocchi delle scale!

(Spoletta apparisce dalla scala,
mentre Sciarrone dietro a lui gli grida additando Tosca:)

SCIARRONE
È lei!

SPOLETTA
(gettandosi su Tosca)
Ah! Tosca, pagherai
ben cara la sua vita!...


(Tosca balza in piedi e invece di sfuggire Spoletta,
lo respinge violentemente, rispondendogli:)

TOSCA
Colla mia!
(all'urto inaspettato Spoletta dà addietro e Tosca rapida gli sfugge,
passa avanti a Sciarrone ancora sulla scala
e correndo al parapetto si getta nel vuoto gridando:)


O Scarpia, avanti a Dio!


 

(Sciarrone ed alcuni soldati, saliti confusamente,
corrono al parapetto e guardano giù.
Spoletta rimane esterrefatto, allibito.)

F I N E dell'OPERA

 

 
 

 

 

ATTO I - Chiesa di Sant'Andrea della Valle
ATTO  II - Palazzo Farnese
Atto III - Castel Sant'Angelo
 

 
 


 
 

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