Il libretto

Gaetano Donizetti
L'elisir d'amore
Melodramma giocoso su libretto di Felice Romani da Le philtre di E.Scribe.
Prima esecuzione 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano

 


Programma
Atto I parte 1
Atto I parte 2
- intervallo -
Atto II parte 1
Atto II parte 2
solo libretto Atto I
solo libretto Atto II

Note di Mario Mainino su questo allestimento


Atto secondo

Scene 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9


Interno della fattoria d'Adina.

Scena prima


Da un lato tavola apparecchiata a cui sono seduti Adina, Belcore, Dulcamara, e Giannetta. Gli abitanti del villaggio in piedi bevendo e cantando. Di contro i sonatori del reggimento, montati sopra una specie d'orchestra, sonando le trombe.
 

Coro
Cantiamo, facciam brindisi
a sposi così amabili.


Per lor sian lunghi e stabili
i giorni del piacer.
 

Belcore
Per me l'amore e il vino
due numi ognor saranno.
Compensan d'ogni affanno
la donna ed il bicchier.
 

Adina
(Ci fosse Nemorino!
Me lo vorrei goder.)
 

Coro
Cantiamo, facciam brindisi
a sposi così amabili
per lor sian lunghi e stabili
i giorni del piacer.
 

Dulcamara
Poiché cantar vi alletta,
uditemi, signori:
ho qua una canzonetta,
di fresco data fuori,
vivace graziosa,
che gusto vi può dar,
purché la bella sposa
mi voglia secondar.
 

Tutti
Sì si, I'avremo cara;
dev'esser cosa rara
se il grande Dulcamara
è giunta a contentar.
 

Dulcamara
(cava di saccoccia alcuni libretti, e ne dà uno ad Adina.)
«La Nina gondoliera,
e il senator Tredenti,
barcaruola a due voci.» Attenti.
 

Tutti
Attenti.
 

Dulcamara
Io son ricco, e tu sei bella,
io ducati, e vezzi hai tu:
perché a me sarai rubella?
Nina mia! Che vuoi di più?
 

Adina
Quale onore! un senatore
me d'amore supplicar!
Ma, modesta gondoliera,
un par mio mi vuo' sposar.
 

Dulcamara
Idol mio, non più rigor.
Fa felice un senator.
 

Adina
Eccellenza! Troppo onor;
io non merto un senator.
 

Dulcamara
Adorata barcaruola,
prendi l'oro e lascia amor.
Lieto è questo, e lieve vola;
pesa quello, e resta ognor.
 

Adina
Quale onore! Un senatore
me d'amore supplicar!
Ma Zanetto è giovinetto;
ei mi piace, e il vo' sposar.
 

Dulcamara
Idol mio, non più rigor;
fa felice un senator.
 

Adina
Eccellenza! Troppo onor;
io non merto un senator.
 

Tutti
Bravo, bravo, Dulcamara!
La canzone è cosa rara.
Sceglier meglio non può certo
il più esperto cantator.
 

Dulcamara
Il dottore Dulcamara
in ogni arte è professor.

Si presenta un notaro.
 

Belcore
Silenzio!
(si fermano)
È qua il notaro,
che viene a compier l'atto
di mia felicità.
 

Tutti
Sia il ben venuto!
 

Dulcamara
T'abbraccio e ti saluto,
o medico d'amor, spezial d'Imene!
 

Adina
(Giunto è il notaro, e Nemorin non viene!)
 

Belcore
Andiam, mia bella Venere...
Ma in quelle luci tenere
qual veggo nuvoletto?
 

Adina
Non è niente.
(S'egli non è presente
compita non mi par la mia vendetta.)
 

Belcore
Andiamo a segnar l'atto: il tempo affretta.
 

Tutti
Cantiamo ancora un brindisi
a sposi così amabili:
per lor sian lunghi e stabili
i giorni del piacer.

Partono tutti: Dulcamara ritorna indietro, e si rimette a tavola.
 

 

Scena seconda


Dulcamara, Nemorino.
 

Dulcamara
Le feste nuziali,
son piacevoli assai; ma quel che in esse
mi dà maggior diletto
è l'amabile vista del banchetto.
 

Nemorino
(sopra pensiero)
Ho veduto il notaro:
sì, l'ho veduto... Non v'ha più speranza,
Nemorino, per te; spezzato ho il core.
 

Dulcamara
(cantando fra i denti)
«Idol mio, non più rigor,
fa felice un senator.»
 

Nemorino
Voi qui, dottore!
 

Dulcamara
Si, mi han voluto a pranzo


questi amabili sposi, e mi diverto
con questi avanzi.
 

Nemorino
Ed io son disperato.
Fuori di me son io. Dottore, ho d'uopo
d'essere amato... prima di domani.
Adesso... su due piè.
 

Dulcamara
(s'alza)
(Cospetto è matto!)
Recipe l'elisir, e il colpo è fatto.
 

Nemorino
< E veramente amato
sarò da lei?...
 

Dulcamara
Da tutte: io tel prometto.
Se anticipar l'effetto
dell'elisir tu vuoi, bevine tosto
un'altra dose. (Io parto fra mezz'ora.)
 

Nemorino
Caro dottor, una bottiglia ancora.
 

Dulcamara
Ben volentier. Mi piace
giovare a' bisognosi. Hai tu danaro?
 

Nemorino
Ah! non ne ho più.
 

Dulcamara
Mio caro
la cosa cambia aspetto. A me verrai
subito che ne avrai. Vieni a trovarmi
qui, presso alla Pernice:
ci hai tempo un quarto d'ora. >

Partono.
 

 

Scena terza


Nemorino, indi Belcore.
 

Nemorino
(si getta sopra una panca)
Oh, me infelice!
 

Belcore
La donna è un animale
stravagante davvero. Adina m'ama,
di sposarmi è contenta, e differire
pur vuol sino a stasera!
 

Nemorino
(si straccia i capelli)
(Ecco il rivale!
Mi spezzerei la testa di mia mano.)
 

Belcore
(Ebbene, che cos'ha questo baggiano?)
Ehi, ehi, quel giovinotto!
Cos'hai che ti disperi?
 

Nemorino
Io mi dispero...
perché non ho denaro... e non so come,
non so dove trovarne.
 

Belcore
Eh! scimunito!
Se danari non hai,
fatti soldato... e venti scudi avrai.

Nemorino
Venti scudi!

Belcore
E ben sonanti.

Nemorino
Quando? Adesso?

Belcore
Sul momento.

Nemorino
(Che far deggio?)

Belcore
E coi contanti,
gloria e onore al reggimento.

Nemorino
Ah! non è l'ambizione,
che seduce questo cor.

Belcore
Se è l'amore, in guarnigione
non ti può mancar l'amor.

Nemorino
(Ai perigli della guerra
io so ben che esposto sono:
che doman la patria terra,
zio, congiunti, ahimè! abbandono.
Ma so pur che, fuor di questa,
altra strada a me non resta
per poter del cor d'Adina
un sol giorno trionfar.
Ah! chi un giorno ottiene Adina...
fin la vita può lasciar.)
 

Belcore
Del tamburo al suon vivace,
tra le file e le bandiere,
aggirarsi amor si piace
con le vispe vivandiere:
sempre lieto, sempre gaio
ha di belle un centinaio.
Di costanza non s'annoia,
non si perde a sospirar.
Credi a me: la vera gioia
accompagna il militar.
 

Nemorino
Venti scudi!
 

Belcore
Su due piedi.
 

Nemorino
Ebben vada. Li prepara.
 

Belcore
Ma la carta che tu vedi


pria di tutto dêi segnar.
Qua una croce.

Nemorino segna rapidamente e prende la borsa.
 

Nemorino
(Dulcamara
volo tosto a ricercar.)
 

Belcore
Qua la mano, giovinotto,
dell'acquisto mi consolo:
in complesso, sopra e sotto
tu mi sembri un buon figliuolo,
sarai presto caporale,
se me prendi ad esemplar.


(Ho ingaggiato il mio rivale:
anche questa è da contar.)
 

Nemorino
Ah! non sai chi m'ha ridotto
a tal passo, a tal partito:
tu non sai qual cor sta sotto
a quest'umile vestito;
quel che a me tal somma vale
non potresti immaginar.


(Ah! non v'ha tesoro eguale,
se riesce a farmi amar.)
(partono)

Piazza nel villaggio come nell'Atto primo.
 

 

Scena quarta


Giannetta e paesane.
 

Coro
Sarà possibile?
 

Giannetta
Possibilissimo.
 

Coro
Non è probabile.
 

Giannetta
Probabilissimo.
 

Coro
Ma come mai? Ma d'onde il sai?
Chi te lo disse? Chi è? Dov'è?
 

Giannetta
Non fate strepito: parlate piano:
non ancor spargere si può l'arcano:
è noto solo al merciaiuolo,
che in confidenza l'ha detto a me.
 

Coro
Il merciaiuolo! L'ha detto a te!
Sarà verissimo... Oh! Bella affé!
 

Giannetta
Sappiate dunque che l'altro dì
di Nemorino lo zio morì,
che al giovinotto lasciato egli ha
cospicua immensa eredità...
Ma zitte... piano... per carità.
Non deve dirsi.
 

Coro
Non si dirà.
 

Tutte
Or Nemorino è milionario...
è l'Epulone del circondario...
un uom di vaglia, un buon partito...
Felice quella cui fia marito!
Ma zitte... piano... per carità
non deve dirsi, non si dirà.
(veggono Nemorino che si avvicina, e si ritirano in disparte curiosamente osservandolo)
 

 

Scena quinta


Nemorino e dette.
 

Nemorino
Dell'elisir mirabile
bevuto ho in abbondanza,
e mi promette il medico
cortese ogni beltà.
In me maggior del solito
rinata è la speranza,
l'effetto di quel farmaco
già già sentir si fa.
 

Coro
(E ognor negletto ed umile:
la cosa ancor non sa.)
 

Nemorino
Andiam.
(per uscire)
 

Giannetta e Coro
(arrestandosi)
Serva umilissima.
(inchinandolo)
 

Nemorino
Giannetta!
 

Coro
(l'una dopo l'altra)
A voi m'inchino.
 

Nemorino
(fra sé meravigliato)
(Cos'han coteste giovani?)
 

Giannetta e Coro
Caro quel Nemorino!
Davvero ch'egli è amabile:
ha l'aria da signor.
 

Nemorino
(Capisco: è questa l'opera
del magico liquor.)
 


taglio di routine



 

Adina
Come sen va contento!
 

Dulcamara
La lode è mia.
 

Adina
Vostra, o dottor?
 

Dulcamara
Sì, tutta.
La gioia è al mio comando:
io distillo il piacer, l'amor lambicco
come l'acqua di rose, e ciò che adesso
vi fa maravigliar nel giovinotto.
Tutto portento egli è del mio decotto.
 

Adina
Pazzie!
 

Dulcamara
Pazzie, voi dite?
Incredula! Pazzie? Sapete voi
dell'alchimia il poter, il gran valore
dell'elisir d'amore
della regina Isotta?
 

Adina
Isotta!
 

Dulcamara
Isotta.
Io n'ho d'ogni misura e d'ogni cotta.
 

Adina
(Che ascolto?) E a Nemorino
voi deste l'elisir?
 

Dulcamara
Ei me lo chiese
per ottener l'affetto
di non so qual crudele...
 

Adina
Ei dunque amava?
 

Dulcamara
Languiva, sospirava
senz'ombra di speranza. E, per avere
una goccia di farmaco incantato,
vendé la libertà, si fe' soldato.
 

Adina
(Quanto amore! Ed io, spietata,
tormentai sì nobil cor!)
 

Dulcamara
(Essa pure è innamorata:
ha bisogno del liquor.)
 

Adina
Dunque... adesso... è Nemorino
in amor sì fortunato!
 

Dulcamara
Tutto il sesso femminino
è pel giovine impazzato.
 

Adina
E qual donna è a lui gradita?
Qual fra tante è preferita?
 

Dulcamara
Egli è il gallo della Checca
tutte segue; tutte becca.
 

Adina
(Ed io sola, sconsigliata
possedea quel nobil cor!)
 

Dulcamara
(Essa pure è innamorata:
ha bisogno del liquor.)
Bella Adina, qua un momento...
più dappresso... su la testa.
Tu sei cotta... io l'argomento
a quell'aria afflitta e mesta.
Se tu vuoi?...
 

Adina
S'io vo'? Che cosa?
 

Dulcamara
Su la testa, o schizzinosa!
Se tu vuoi, ci ho la ricetta
che il tuo mal guarir potrà.
 

Adina
Ah! dottor, sarà perfetta,
ma per me virtù non ha.
 

Dulcamara
Vuoi vederti mille amanti
spasimar, languire al piede?
 

Adina
Non saprei che far di tanti:
il mio core un sol ne chiede.
 

Dulcamara
Render vuoi gelose, pazze
donne, vedove, ragazze?
 

Adina
Non mi alletta, non mi piace
di turbar altrui la pace.
 

Dulcamara
Conquistar vorresti un ricco?
 

Adina
Di ricchezze io non mi picco.
 

Dulcamara
Un contino? Un marchesino?
 

Adina
Io non vo' che Nemorino.
 

Dulcamara
Prendi, su, la mia ricetta,
che l'effetto ti farà.
 

Adina
Ah! dottor, sarà perfetta,
ma per me virtù non ha.
 

Dulcamara
Sconsigliata! E avresti ardire
di negare il suo valore?
 

Adina
Io rispetto l'elisire,
ma per me ve n'ha un maggiore:
Nemorin, lasciata ogni altra,
tutto mio, sol mio sarà.
 

Dulcamara
(Ahi! dottore, è troppo scaltra:
più di te costei ne sa.)
 

Adina
Una tenera occhiatina,
un sorriso, una carezza,
vincer può chi più si ostina,
ammollir chi più ci sprezza.
Ne ho veduti tanti e tanti,
presi cotti, spasimanti,
che nemmanco Nemorino
non potrà da me fuggir.
La ricetta è il mio visino,
in quest'occhi è l'elisir.
 

Dulcamara
Sì lo vedo, o bricconcella,
ne sai più dell'arte mia:
questa bocca così bella
è d'amor la spezieria:
hai lambicco ed hai fornello
caldo più d'un Mongibello
per filtrar l'amor che vuoi,
per bruciare e incenerir.
Ah! vorrei cambiar coi tuoi
i miei vasi d'elisir.
(partono)
 

 

Scena settima


Nemorino.
 

Nemorino
Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò...
quelle festose giovani
invidiar sembrò...
Che più cercando io vo?
M'ama, lo vedo.


Un solo istante i palpiti
del suo bel cor sentir!..
Co' suoi sospir confondere
per poco i miei sospir!...
Cielo, si può morir;
di più non chiedo.

 

Eccola... Oh! qual le accresce
beltà l'amor nascente!
A far l'indifferente
si seguiti così finché non viene
ella a spiegarsi.

 

Scena ottava


Adina e Nemorino.
 

Adina
Nemorino!... Ebbene!
 

Nemorino
Non so più dove io sia: giovani e vecchie,
belle e brutte mi voglion per marito.
 

Adina
E tu?
 

Nemorino
A verun partito
Appigliarmi non posso: attendo ancora...
La mia felicità... (Che è pur vicina.)
 

Adina
Odimi.
 

Nemorino
(allegro)
(Ah! ah! ci siamo.) Io v'odo, Adina.
 

Adina
Dimmi: perché partire,
perché farti soldato hai risoluto?
 

Nemorino
Perché?... Perché ho voluto
tentar se con tal mezzo il mio destino
io potea migliorar.
 

Adina
La tua persona...
la tua vita ci è cara... Io ricomprai
il fatale contratto da Belcore.
 

Nemorino
Voi stessa! (È naturale: opra è d'amore.)
 

Adina
Prendi; per me sei libero:
resta nel suol natio,
non v'ha destin sì rio
che non si cangi un dì.
(gli porge il contratto)
Qui, dove tutti t'amano,
saggio, amoroso, onesto,
sempre scontento e mesto
no, non sarai così.


 

Nemorino
(Or or si spiega.)
 

Adina
Addio.
 

Nemorino
Che! Mi lasciate?
 

Adina
Io... sì.
 

Nemorino
Null'altro a dirmi avete?
 

Adina
Null'altro.
 

Nemorino
Ebben, tenete.


(le rende il contratto)
Poiché non sono amato,
voglio morir soldato:
non v'ha per me più pace
se m'ingannò il dottor.
 

Adina
Ah! fu con te verace
se presti fede al cor.


Sappilo alfine, ah! sappilo:
tu mi sei caro, e t'amo:
quanto ti féi già misero,
farti felice io bramo:
il mio rigor dimentica,
ti giuro eterno amor.
 

Nemorino
Oh, gioia inesprimibile!
Non m'ingannò il dottor.
(Nemorino si getta ai piedi di Adina)
 

 

Scena ultima


Belcore con soldati e detti: indi Dulcamara con tutto il villaggio.
 

Belcore
Alto!... Fronte!...

 

Che vedo? Al mio rivale
l'armi presento!
 

Adina
Ella è così, Belcore;
e convien darsi pace ad ogni patto.
Egli è mio sposo: quel che è fatto...
 

Belcore
È fatto.
Tientelo pur, briccona.
Peggio per te. Pieno di donne è il mondo:
e mille e mille ne otterrà Belcore.
 

Dulcamara
Ve le darà questo elisir d'amore.
 

Nemorino
Caro dottor, felice
io son per voi.
 

Tutti
Per lui!!
 

Dulcamara
Per me. Sappiate
che Nemorino è divenuto a un tratto
il più ricco castaldo del villaggio...
Poiché morto è lo zio...
 

Adina e Nemorino
Morto lo zio!
 

Giannetta e Donne
Io lo sapeva.
 

Dulcamara
Lo sapeva anch'io.
Ma quel che non sapete,
né potreste saper, egli è che questo
sovrumano elisir può in un momento,
non solo rimediare al mal d'amore,
ma arricchir gli spiantati.
 

Coro
Oh! il gran liquore!
 

Dulcamara
Ei corregge ogni difetto
ogni vizio di natura.
Ei fornisce di belletto
la più brutta creatura:
camminar ei fa le rozze,
schiaccia gobbe, appiana bozze,
ogni incomodo tumore
copre sì che più non è...
 

Coro
Qua, dottore... a me, dottore...
un vasetto... due... tre.

In questo mentre è giunta in iscena la carrozza di Dulcamara. Egli vi sale: tutti lo circondano.
 

Dulcamara
Prediletti dalle stelle,
io vi lascio un gran tesoro.
Tutto è in lui; salute e belle,
allegria, fortuna ed oro,
Rinverdite, rifiorite,
impinguate ed arricchite:
dell'amico Dulcamara
ei vi faccia ricordar.
 

Coro
Viva il grande Dulcamara,
dei dottori la Fenice!
 

Nemorino
Io gli debbo la mia cara.
Per lui solo io son felice!
Del suo farmaco l'effetto
non potrò giammai scordar.
 

Adina
Per lui solo io son felice!
del suo farmaco l'effetto
non potrà giammai scordar.
 

Belcore
Ciarlatano maledetto,
che tu possa ribaltar!

Il servo di Dulcamara suona la tromba. La carrozza si muove. Tutti scuotono il loro cappello e lo salutano.
 

Adina
Un momento di piacer
brilla appena a questo cor
che s'invola dal pensier
la memoria del dolor.
Fortunati affanni miei,
maledirvi il cor non sa:
senza voi, no non godrei
così gran felicità.
 

Coro
Or beata appien tu sei
nella tua tranquillità.
Viva il grande Dulcamara,
la Fenice dei dottori:
con salute, con tesori
possa presto a noi tornar.

 

 

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- intervallo -
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