The Island  
          Regia: Michael Bay 
          Protagonisti Ewan McGregor, Scarlett Johansson 
          Warner Bros. Pictures Dreamworks Pictures
          
          
          http://wwws.warnerbros.it/theisland/youhavebeenchosen.html 
           
          
          Un altro macigno sulle nostre paure della 
          clonazione umana, intera o a pezzetti. E il solito dubbio: qualcuno 
          non potrebbe usarla in modo scorretto, magari all’insaputa 
          dell’opinione pubblica? Dietro si staglia la grande ombra del 
          Dipartimento della Difesa Americano che, dall’energia nucleare in poi, 
          passando per i satelliti artificiali e gli assorbenti al fulmicotone, 
          ha approfittato di tutti i balzi in avanti fatti dal progresso 
          tecnologico e scientifico per accrescere il proprio potenziale 
          distruttivo, in barba a considerazioni etiche e al consenso 
          democratico.  
          La casalinga cinematografica ha deciso di cucinarci il solito 
          polpettone americano, che mescola inquadrature mozzafiato a scene 
          d’azione durante le quali, oltre a desiderare un telecomando ci si 
          pongono seri interrogativi sulla considerazione che hanno 
          dell’intelligenza del pubblico gli addetti ai lavori.  
          Mi sono ad esempio chiesto se il pilota dell’elicottero che viene 
          travolto dalla caduta dell’insegna, durante l’inseguimento dei due 
          cloni protagonisti, sia stato colto da un’improvvisa crisi 
          neuromotoria, per andare a cacciarsi col proprio aeromobile sotto il 
          gigantesco “logo” già pericolante. 
          O se il brillante cacciatore ex “forze speciali”, ingaggiato per 
          catturare i fuggitivi, non sia stato per caso congedato dal suo 
          precedente reparto per “manifesto ritardo mentale”, dato che nel 
          dilemma se sparare al clone o all’originale, entrambi davanti a lui 
          con le mani alzate, non si accorge neppure della manovra del primo 
          che, per confondere ulteriormente le acque, mette il braccialetto 
          identificativo all’altro.  
          Aldilà di questi comici dettagli, il film sembra mandare un 
          avvertimento, peraltro già abbondantemente anticipato da anni da 
          diverse confessioni e sette religiose: “vigilate!”. 
          La trama, già vista e trita, si snoda sulla falsariga del diverso 
          eppure uguale, che abbiamo già sorbito sia in salsa replicante che 
          cybernetica, con il condimento di tanti ingredienti retorici che 
          ripropongono una brodaglia già propinata abbondantemente. Il desiderio 
          di essere immortali, il valore della libertà, la democrazia, la 
          bellezza della nostra vita così come la conosciamo ecc. Manca solo il 
          richiamo ai valori ruspanti di una vita agreste e un vecchietto che 
          dica “Eh, non è più come ai miei tempi!” e il menù sarebbe completo.
           
          Insomma, sull’argomento, di pressante attualità, si poteva e si doveva 
          fare ben altro.  
          Dunque alla casalinga della cucina-pellicolara-mericana, mi viene da 
          sbottare come un mio amico che non sopporta certi piatti che la 
          moglie, sebbene ripetutamente minacciata di divorzio, continua a 
          cucinargli: “Oh, no! Ancora polpettone!” 
          Restano da salvare i panorami mozzafiato che però, se uno risparmia i 
          soldi del biglietto di questo e delle tante altre minestre riscaldate 
          disseminate per le sale cinematografiche, può permettersi di andare a 
          goderseli dal vero.   |