LaVerdi 20142015

 

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Stagione Sinfonica 2014-2015

Organizzato da LaVerdi Milano

Sabato 6 giugno 2015 ore 16:00
 

Barbatelle
Una di vino commedia

 

ORCHESTRA SINFONICA GIUSEPPE VERDI MILANO

Direttore Luis Bacalov
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe verdi
Maestro del Coro Erina Gambarini

Divertimento buffo
Musiche Luis Bacalov, libretto Giancarlo Cignozzi, arie Francesca Verducci

In scena anche gli attori
Rosanna Pavarini (Gea), Lorenzo Frediani (Merlot), Alessandro Grima (Sangiovese), Ivano La Rosa (Caberlot), Gabriele Scarpino (Aglianico/Soldato), Angelo Ombellini (Soldato), della Civica Scuola Teatro Paolo Grassi di Milano.

Il cast dei cantanti è composto da
Federica Vitali (Malvy)
Francesca Pacileo (Syrah)
Aikaterini Kotsou (Dolcetta)
Matteo Mezzaro (Pinot Noir)
Raffaele Facciolà (Nebbiolo, Gwandar)
Marco Calabrese (Burattinaio)
Dario Ciotoli (Duka)
Matteo d’Apolito (Amarone)
Daniele Caputo (Cabernet Franc)
Andrea Vincenzo Bonsignore (Petit Verdot)


 

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Programma:

Ieri pomeriggio a Milano LaVerdi ha messo in scena all'Auditorium di Largo Mahler la nuova opera alcolico-spiritosa "BARBATELLE", una simpatica lotta tra diversi vini impersonati da uno stuolo di giovani artisti lirici in una messa in scena di Carlos Branca, funzionale alla musica retrò che il maestro Bacalov ha adattato ai versi ideati da Carlo Cignozzi. Ispirazione, citazione e ripresa di molti temi di W.A.Mozart tanto da essere associato al nome di Bacalov e da venire in scena "di persona" a raccogliere gli applausi alla fine. Un po disomogenea la distribuzione degli impegni vocali, tra i numerosi interpreti non tutti gratificati da una aria ed alcuni molto più impegnati come attori che non come cantanti. (mm)

Barbatelle ovvero Una di vino commedia è un’opera con prosa (Singspiel, divertimento buffo), o teatro con musica, tratta liberamente dalla commedia Barbatelle di Giancarlo Cignozzi; musiche di Luis Bacalov, libretto di Giancarlo Cignozzi, con la collaborazione per le arie di Francesca Verducci e la regia di Carlos Branca.
L’opera – commissione de laVerdi per la propria stagione di Expo 2015 – sarà eseguita in prima assoluta e in data unica, sabato 6 giugno (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, da Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti rispettivamente da Luis Bacalov ed Erina Gambarini.
“Non è casuale la scelta del tema del vino per questa nuova opera originale di Luis Bacalov – afferma il direttore generale de laVerdi Luigi Corbani –. Il collegamento con la filosofia dell’Expo milanese è evidente: il vino infatti non è solo un prodotto della terra ma è un modello culturale, frutto del lavoro e dell’ingegno di molti, che affonda le radici nella nostra cultura millenaria”.
Come sottolinea il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci, “Il vino, soprattutto un grande vino come il Brunello, è storia, tradizione e cultura legati ad un territorio. Già dieci anni fa, in occasione dei 40 anni del Consorzio, sostenemmo la pubblicazione del libro di Carlo Cignozzi. Oggi, con l’opera di Bacalov, eseguita in prima assoluta da laVerdi di Milano, abbiamo un’altra grande opportunità per far parlare del Brunello”.
Da parte sua, il sindaco di Montalcino, Silvio Franceschelli, commenta: “Sono ben lieto che quest’opera buffa sia nata a Montalcino , grazie alla fantasia di Carlo Cignozzi, veterano del Brunello da decenni. Devo aggiungere che ho sempre condiviso la sua filosofia, che insiste sull’importanza del territorio della Val d’Orcia e in particolare di Montalcino, senza il quale il Brunello non avrebbe la sua fama. Mi auguro che gli spettatori di questa originale Di Vino Commedia siano consapevoli dell’unicità di un territorio che coinvolge ogni anno due milioni di visitatori con la sua storia, il suo paesaggio e il suo vissuto straordinario. Vi aspetto!”.

(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3).


Seguono le numerose immagini della serata:

 

 

Marco Calabrese (Burattinaio)


Raffaele Facciolà (Nebbiolo)


Aikaterini Kotsou (Dolcetta)


Matteo d’Apolito (Amarone)



Federica Vitali (Malvy - Malvasia)


Aikaterini Kotsou (Dolcetta)


Dario Ciotoli (Duka)


Lorenzo Frediani (Merlot)


Daniele Caputo (Cabernet Franc)



Andrea Vincenzo Bonsignore (Petit Verdot)


Federica Vitali (Malvy)



Matteo Mezzaro (Pinot Noir)


Marco Calabrese (Burattinaio)


Francesca Pacileo (Syrah)





Coro Sinfonico di Milano Giuseppe verdi


Gabriele Scarpino (Aglianico/Soldato)



Raffaele Facciolà (Gwandar)


Angelo Ombellini (Soldato)



 
 

Note:

La storia, di Luis Bacalov
I maggiori vini francesi e italiani hanno un diverbio importante, in quanto il duca di Cabernet- Sauvignon, che non è altro che il vitigno omonimo che ha inondato il mondo di sé – dall’Europa alle Americhe, dall’Australia al Sud Africa - a sua volta non vuole avere vitigni autoctoni, a cominciare dagli italiani (Nebbiolo, Sangiovese, etc.) che gli facciano ombra. Ma neanche francesi, come il Pinot Noir, del quale il duca è fortemente geloso, al punto di trovare un escamotage per sminuirlo, fino a farlo sparire dal mercato. Trattandosi del tiranno del grande impero bordolese, l’ostilità a questa supremazia del duca raccoglie il consenso sia dei vini italiani sia di alcuni vini francesi dissidenti e malcontenti - Merlot e Cabernet Franc tra gli altri - i quali, per una ragione o per l’altra, non ne possono più del duca.
Intanto i vini italiani, che si sono costituiti in una gran loggia vinicola, organizzano una congiura, usando Malvasia come spia (una specie di Mata Hari), che va come ospite a un direttorio del grande impero bordolese, convocato dal duca, invitata da Merlot.
Segue tutta una serie intrecci, fino a che scoppia la rivoluzione: il Duca viene fatto prigioniero dai francesi dissidenti, i quali proclamano l’impero bordolese decaduto, con beneplacito degli italiani (vini autoctoni) e dei francesi sminuiti dal Cabernet Sauvignon. Il tutto, all’insegna del buffo in senso operistico.
Il compositore – il Premio Oscar Luis Bacalov - per scrivere quest’opera ha lavorato anche con spunti e sequenze delle musiche strumentali mozartiane.
La morale dell’opera risulta chiara allo spettatore e si collega direttamente al tema di Expo Milano 2015: bisogna lasciare la biodiversità fiorire senza imposizioni; bisogna accettarle senza pregiudizi e, anzi, favorirle, coltivarle, diffonderle, perché costituiscono una ricchezza per l’uomo e per il pianeta.

Note di regia, di Carlos Branca
Per questa opera originale, dal soggetto nuovo e accattivante, perfettamente attuale, ho pensato che sarebbe stato interessante trovare un codice di recitazione moderno, popolare, del nostro tempo. Quando noi registi veniamo chiamati lavorare su opere classiche, molto spesso siamo condizionati da tutto il materiale che ci ha preceduto e spesso il nostro lavoro di concetto registico può risultare un po’ “forzato”.
Inoltre mi succede molte volte, durante la direzione attoriale dei cantanti lirici (non dimentichiamo che oltre ad essere cantanti, sono attori), di trovarmi di fronte a dei clichè che chiamo “effetto cinema muto”, in quanto gli interpreti esprimono situazioni, anche drammatiche, con gesti esagerati, forzatamente descrittivi, con l’effetto e a volte, di rendere caricaturale o falsa un’Aria drammatica.
In questo caso, tuttavia, ho approfittato ampiamente e consapevolmente di questi clichè, trattandosi di un’opera buffa, avendo a disposizione un cast di cantanti e attori molto bravi ed espressivi, che ho potuto far muovere sulla scena senza suscitare in loro la paura per la voce e per il canto.

Giancarlo Cignozzi, librettista
Avvocato in Milano per 35 anni, nel 2000 fonda l’azienda vitivinicola Il Paradiso di Frassina. Già in piena esperienza sul territorio di Montalcino sin dal 1972, aveva creato dal nulla la Tenuta Caparzo, oggi una delle più importanti aziende del Brunello.
Nel suo percorso Montalcinese, diviene amico e sostenitore delle tesi di Luigi Veronelli, aiutando a sviluppare tra i piccoli vignaioli di Montalcino il concetto di “crus”, di “terroir" e di naturalezza produttiva, operando nel Consorzio del Brunello come Sindaco e legale.
Negli anni di crescita del Brunello, allora quasi sconosciuto nel mondo, si fa paladino dei piccoli produttori aiutandoli ad affacciarsi nel mercato del vino e nel mondo mediatico.
Unitamente ai puristi di Montalcino, da sempre Cignozzi è stato protagonista nella lotta per la difesa dell’intangibilità del ‘Sangiovese Grosso’, unico e indiscusso vitigno del Brunello e del Rosso di Montalcino.
Nel 1999, vende la propria quota maggioritaria della società Caparzo, divenuta troppo grande per la sua filosofia produttiva e trova finalmente nel podere de Il Paradiso di Frassina la dimensione e la suggestione di un sito a giusta misura per un piccolo e fantasioso vignaiolo.
Ci vorranno quasi due anni per restaurare questo antico podere risalente all’anno mille ed abbandonato da oltre cinquant’anni, e alla fine il suo sogno si avvera.
In questo meraviglioso sito, viene folgorato dalla magia della musica tra i vigneti.
La storia di tale sofferto e luminoso percorso è raccolta nel suo libro L’uomo che sussurra alle vigne edito da Rizzoli nel 2011, ora reperibile su Amazon book. Il libro testimonia tutte le tappe esistenziali, emozionali e tecniche dell’ intuizione che sfocerà nel progetto di musicoterapia applicato alla vigna, divenuto oggetto di ricerca delle Università di Firenze e di Pisa.
Tra il 2000 e il 2001 quattro ettari di ‘Sangiovese di Brunello’ vengono messi a dimora al Il Paradiso di Frassina e crescono coccolati con musiche sacre e barocche diffuse da alcune casse acustiche. Per dare un tono unico, geometrico e discreto al tessuto armonico, nel 2008 i ricercatori scelgono la musica di Mozart come unico manto protettivo dei vigneti di Brunello.
Dal 2002 in poi gli esperimenti sugli effetti delle frequenze sonore sulla “vitis vinifera”, sono condotti al Paradiso di Frassina con la collaborazione dell’ equipe del Prof. Stefano Mancuso dell’Università di Firenze per gli aspetti bio-fisiologici e del Prof. Andrea Lucchi dell’Università di Pisa per gli aspetti entomologici.
Nel 2006 la U.S. Bose Company, incuriosita da tali ricerche, fornisce gratuitamente gli apparati di diffusione sonora, grazie all’interessamento personale del suo fondatore Amar Bose. Successivamente, fino al 2012, è intervenuta Bose Italia, finanziando le ricerche universitarie con un importante contratto pluriennale. La pubblicazione finale delle ricerche è in fase di attuazione e apparirà sulle riviste internazionali del settore Bioviticolo, a conferma della serietà e dell’importanza delle sperimentazioni. Nel frattempo è stata presentata domanda di brevetto si in Italia che in Europa.
L’interesse per questo studio ha già creato emulazione tra alcuni viticultori italiani e stranieri.
È auspicabile che quando le ricerche saranno pubblicate e diffuse a livello internazionale, confortate da un protocollo operativo e dai relativi brevetti, molte tra le imprese viticole, accoglieranno le sperimentazioni biomusicali aprendo un percorso naturale a “dosaggio zero” sulla chimica e sulle manipolazioni genetiche.
Per continuare le sperimentazioni di questa importante ricerca scientifica, occorrono fondi privati e pubblici che ad oggi è difficile reperire in questo nostro “Bel Paese”.
‘Se è vero che l’armonia musicale apre uno scenario inaspettato in agricoltura , occorre anche sondare tutte le frequenze udibili, nonché gli infra e gli ultra suoni al fine di completare in laboratorio e in campo l’indagine sugli effetti del suono nel mondo vegetale.’ Prof. Stefano Mancuso & Giancarlo Cignozzi

Carlos Branca, Regia
Regista di teatro di prosa, lirica, attore e maestro di teatro, è nato a Buenos Aires, Argentina, da genitori italiani. A luglio 2014 è partito il suo nuovo spettacolo Con el repiro del Tango, con Luis Bacalov e l’attore Michele Placido. Nel maggio 2013 ha realizzato lo spettacolo Tango y nada mas, insieme con Giorgio Zagnoni (direttore artistico del Teatro Manzoni di Bologna) e Luis Bacalov. Sempre con Bacalov, ha diretto Estaba la madre (opera lirica rappresentata in Italia e in Argentina), Baires concerto, Y Borges cuenta que… (con la regia di Giorgio Barberio Corsetti), Mi Buenos Aires Querid. In Italia dal 2006, lavora nei principali teatri nazionali: Regio di Parma, Manzoni di Bologna, Verdi di Busseto, Accademia Chigiana di Siena, fra gli altri. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Buenos Aires, diplomato presso la Scuola di Teatro di Buenos Aires, diretta da Raúl Serrano, col quale collaborò in numerosi progetti teatrali, ha frequentato il corso di regia lirica presso l’Istituto Superiore d’Arte del Teatro Colón. Come regista di opera lirica ha diretto, fra le altre, il Barbiere di Siviglia di Rossini nel Teatro Lola Membrives e nelle sale di varie province argentine. Per l’Istituto Superiore d’Arte del Teatro Colón ha diretto Il sogno di Ulisse del maestro Bruno D’Astoli e La Dirindina di Scarlatti. Nella stagione 2005 ha realizzato la regia de La scala di seta di Rossini al Teatro Avenida e l’opera lirica Tlausicalpan (prima mondiale) di E. Mastronardi al Teatro Argentino, che nel 2006 ha ottenuto il Premio della critica come migliore opera dell’anno. Nel teatro di prosa ha diretto più de cinquanta opere di autori argentini e internazionali, fra cui La madre di Brecht, Le astuzie di Scapino, Tartufo e Il malato immaginario di Molière.
Dal 2010 dirige Assenza, spettacolo musicale da lui ideato, in vari teatri Italiani. Tiene master class di tecnica teatrale per cantanti lirici insieme con il maestro Paolo Coni in Italia.

Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Dalla sua fondazione nel 1951, a opera di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi è un punto di riferimento formativo per il mondo teatrale italiano. Collegata nei suoi primi anni di vita al Piccolo Teatro, in seguito gestita dal 1967 dal Comune di Milano, entra a far parte nel 2000 della Fondazione Scuole Civiche di Milano, di cui costituisce il Dipartimento di Teatro. I suoi corsi coprono la completa gamma di attività professionali nel campo dello spettacolo. La ricerca continua di una formazione al passo con i tempi caratterizza la storia e l’identità della Scuola Paolo Grassi. Se la finalità di ogni Scuola è l’immissione dei propri allievi nel mondo del lavoro, l’impegno dell’istituzione milanese è sempre stato quello di accompagnare gli studenti nelle “trasformazioni” del sistema teatrale. Da qui un’originale storia pedagogica e un’identità innovativa non si è mai ancorata a metodi cristallizzati. Una caratteristica che le è riconosciuta dal mondo del lavoro teatrale nazionale ed internazionale. La Scuola è aperta alla testimonianza del pensiero innovatore di tutti i principali maestri del XX secolo; nella sua pedagogia è facile riconoscere contributi di Stanislavskij, Copeau, Brecht, Strehler, Lecoq. La capacità di offrire formazione di base di alta qualità permettendo al contempo la differenziazione dei percorsi, dei talenti e delle carriere, è il tema su cui si gioca l’eccellenza di una Scuola di teatro.

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