Don Giovanni

 

Teatro Fraschini - Pavia

Venerdì 10 ottobre 2014 ore 20:30

Organizzato da Fondazione Teatro Fraschini
in collaborazione con Circuito Lirico Lombardo

Wolfgang Amadeus Mozart


DON GIOVANNI

Il dissoluto punito, o sia il Don Giovanni, K. 527
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Fonti letterarie: Don Giovanni Tenorio, ossia Il convitato di pietra (libretto di Giovanni Bertati per Giuseppe Gazzaniga)
Prima rappresentazione: Praga, Teatro Nazionale, 29 ottobre 1787
Dramma giocoso in due atti

PERSONAGGI E INTERPRETI
Don Giovanni (baritono) : Gezim Myshketa, Dionysios Sourbis
Il Commendatore (basso) : Mariano Buccino, Cristian Saitta
Donna Anna (soprano) : Valentina Mastrangelo, Ekaterina Gaidanskaya
Don Ottavio (tenore) : Giovanni Sebastiano Sala, Matteo Mezzaro
Donna Elvira (soprano) : Federica Lombardi, Maria Teresa Leva
Leporello (basso-baritono) : Andrea Concetti, Leonardo Galeazzi
Masetto (basso-baritono) : Riccardo Fassi, Davide Giangregorio
Zerlina (soprano) : Alessia Nadin, Alessandra Contaldo
contadine e contadini, servi, suonatori e coro di sotterra : coro
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Direttore: José Luis Gomez-Rios
Regia: Graham Vick
Scene e costumi: Stuart Nunn
Light designer: Giuseppe Di Iorio
Coreografo: Ron Howell
Maestro del coro: Dario Grandini
Coro del Circuito Lirico Lombardo

Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro Comunale di Bolzano, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

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Seguono immagini della serata di venerdì 10 ottobre 2014:

 

Atto primo

Scena prima
OUVERTURE
Giardino; da un lato il palazzo del Commendatore, al piè del quale stanno
delle panche di pietra. Notte.
Leporello; poi Donna Anna e Don Giovanni; indi il Commendatore.


Scena seconda
Don Giovanni e Leporello.

Scena terza
Don Ottavio, Donn'Anna e Servi che portano diversi lumi.

Scena quarta
Strada. Alba chiara.
Don Giovanni e Leporello.

Scena quinta
Don Giovanni, Leporello e Donn'Elvira.

Scena sesta
Donn'Elvira, Leporello

Scena settima
Paese contiguo al palazzo di Don Giovanni.
Zerlina, Masetto, Contadini e Contadine.

Scena ottava
Zerlina, Masetto, Contadini, Contadine, Don Giovanni e Leporello da parte.

Scena nona
Don Giovanni e Zerlina.

Scena decima
I suddetti e Donn'Elvira.

Scena undicesima
Don Giovanni; poi Donn'Anna e Don Ottavio.

Scena dodicesima
Don Giovanni, Donn'Anna, Don Ottavio e Donna Elvira.

Scena tredicesima
Donn'Anna e Don Ottavio.

Scena quattordicesima
Don Ottavio solo.

Scena quindicesima
Leporello, poi Don Giovanni.

Finc'han del vino

Scena sedicesima
Giardino di Don Giovanni; nel fondo il palazzo illuminato; due padiglioni ai lati.
(Contadini e Contadine dormono o siedono sopra sofà d'erbe.)
Zerlina e Masetto.

Batti batti bel Masetto ..

Scena diciassettesima
Zerlina, Don Giovanni, Servitori, Contadini e Contadine.

Scena diciottesima
Zerlina, Don Giovanni; Masetto nel padiglione.

Scena diciannovesima
Donn'Anna, Donn'Elvira, Don Ottavio, in maschera;

poi Don Giovanni e Leporello alla finestra.


Scena ventesima
Sala illuminata e preparata per una gran festa di ballo.
Don Giovanni, Leporello, Zerlina, Masetto, Contadini e Contadine, Suonatori, Servi con rinfreschi.

Scena ventunesima
Don Giovanni, Leporello, Zerlina, Masetto, Contadini e Contadine, Suonatori e Servi, Donn'Anna, Donn'Elvira e Don Ottavio.


Atto secondo


Scena prima Don Giovanni e Leporello.
Strada; a lato la casa di Donn'Elvira con un balcone.

Scena seconda
Si fa notte a poco a poco;
Don Giovanni, Leporello, e Donn'Elvira sul balcone.

Scena terza
Don Giovanni, Leporello (con gli abiti di Don Giovanni) e Donn'Elvira.


Serenata di Don Giovanni "Deh vieni alla finestra .."


Scena quarta
Don Giovanni, Masetto e Contadini armati.

Scena quinta
Don Giovanni e Masetto.

Scena sesta
Masetto; poi Zerlina con lanterna.

Vedrai carino se stai buonino ...


Scena settima
Atrio terreno oscuro in casa di Donn'Anna.
Leporello, Donn'Elvira; poi Don Ottavio e Donn'Anna con Servi e lumi.

Scena ottava
Leporello, Donn'Elvira, Donn'Anna, Don Ottavio, Zerlina, Masetto, Servi.

Scena nona
Leporello, Donn'Elvira, Don Ottavio, Zerlina e Masetto.

Scena decima
Donn'Elvira, Don Ottavio, Zerlina e Masetto.

Scena undicesima
Donn'Elvira sola. [omessa in questa versione]

Don Ottavio "Il mio tesoro intanto"


Scena dodicesima
Cimitero circondato da un muro; diversi monumenti equestri, fra cui quello del Commendatore.
Chiaro di luna.
Don Giovanni; poi Leporello; la statua del Commendatore.


Scena tredicesima
Stanza in casa di Donn'Anna.
Donn'Anna e Don Ottavio.
Scena quattordicesima
Don Ottavio solo.


Sala illuminata in casa di Don Giovanni; una mensa preparata per mangiare.
Don Giovanni, Leporello e Suonatori.

Don Giovanni, Leporello, Suonatori, Donn'Elvira.

Scena diciassettesima
Don Giovanni, Leporello e la statua del Commendatore; poi coro interno.

Scena diciottesima
Leporello, Donn'Elvira, Donn'Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto.


 
 

Note:

IL NUOVO ALLESTIMENTO DI DON GIOVANNI

La regia di Graham Vick
IL DISSOLUTO PUNITO ossia il Don Giovanni
Dramma giocoso

Gli abbaglianti libretti di Lorenzo da Ponte raggiungono un apice della sofisticazione e dell’ironia del XVIII secolo, non solo nei contenuti, ma anche nella maniera. I giochi di parola sono parte cruciale del gioco teatrale – questi sono testi che devono essere riportati in vita ed ascoltati, non letti; un gioco di scontri dinamici tra due mondi apparentemente serio e uno buffo, che provocano un dialogo con il pubblico. Ma il gioco raggiunge un piano trascendentale con la musica sublimemente sovversiva di Wolfgang Amadeus Mozart. Il contributo di Mozart alla satira è talmente perfido che fu lui stesso a definire «Il dissoluto punito» un’opera buffa.
Ricordo una domanda ad un esame di gioventù: perché Aspettando Godot di Samuel Beckett è una tragi-commedia? In Beckett, due vagabondi scambiano una serie infinita di dialoghi comici in attesa di Godot che non giunge mai. Ma ne Il dissoluto punito lo Sconosciuto arriva; faccia a faccia con la sua morte, Giovanni continua a deriderlo («La morte è una avventura incredibilmente grande», diceva Peter Pan, il fanciullo che si rifiutava di crescere).
Il nostro senso di essere in vita è definito e amplificato dall’avvicinarsi inevitabile della morte. Di fronte allo scorrere del tempo, Giovanni getta via tutte le leggi, i vincoli e i tabù. Così come il nostro mondo si precipita verso l’autodistruzione, anche noi abbandoniamo sprezzanti le leggi della civiltà. Terrorizzati della morte, ci attacchiamo alla vita e ad una dipendenza dalla giovinezza, attraverso droghe, iniezioni, il bisturi del chirurgo, o – ancor peggio – attraverso la ‘sexualization’ dei bambini trasformati in icone (??? ndr).
Sciogliamo continuamente i sacri vincoli del matrimonio, avendo perso fiducia nelle religioni ‘istituzionalizzate’, che hanno portato in tutto il mondo povertà, genocidi e abominî ancor peggiori. Abbiamo sostituito il privilegio di classe con il nepotismo e il clientelismo. Lasciamo pagare le tasse solo a coloro che non hanno gli strumenti per evitarlo. Deridiamo i nostri politici, ma consentiamo loro di vivere aldilà della legge; silenti e incapaci di agire, siamo collusi a coloro che sono nelle posizioni di potere, autorità e fiducia spirituale, e che sfruttano e abusano degli innocenti e dei vulnerabili. La vita vale poco e la decapitazione è diventata di moda dal Medio Oriente a Roma a New York.
Sono rimasti altri limiti che Don Giovanni può trasgredire? La nostra bussola morale è costituita solo dalla nostra immediata auto-gratificazione?
Mentre Giovanni si diffonde come un virus, trascinando tutti nella sua tela universale, non è più l’outsider ma l’incarnazione di una società la cui trasgressione è glamour, è vendibile, provoca dipendenza e in cui la corruzione è norma condivisa.
La sua compulsione è una visione satirica di un futuro senza limiti; un guanto lanciato con audacia sfidando il cuore dell’establishment. Il libretto è scritto da un prete cattolico, di origine ebrea, cacciato da Venezia, caduto in disgrazia, e che pieno di debiti si rifugiò a New York. La musica è composta da un enfant prodige che invecchia e che ha appena perso il solo genitore rimasto: un padre autoritario che lo ha sfruttato e tiranneggiato.
Ma quando tuo padre muore, il ticchettio dell’orologio risuona più forte, le lancette più vicine alla mezzanotte…


La direzione musicale di José Luis Gomez Rios
UN MATRIMONIO PERFETTO

Considerata una delle opere di Mozart più di avanguardia, Don Giovanni siede nel Parnaso dei capolavori della storia della musica. Quest’opera esplora una nuova gamma di possibilità dell’uso degli elementi drammatici della musica, come mai prima di allora, descrivendo con facilità il profilo psicologico di ciascun personaggio, senza mai perdere la linea interpretativa dall’inizio alla fine. L’uso delle parole è talmente aderente alla musica, che non è chiaro cosa sia venuto prima. È, di fatto, un matrimonio perfetto tra voci e orchestra, con un suono che rivoluzionò il teatro di allora: la partitura prevede addirittura tre bande di musicisti sul palcoscenico durante il Minuetto, oltre all’impressionante e scioccante uso del suono dei tromboni per evocare la tetra atmosfera dell’oltremondo del Commendatore.
Le arie meravigliosamente composte per Donn’Anna e Don Ottavio (Or sai chi l’onore e Il mio tesoro) sono parte del repertorio classico dei cantanti, per la loro bravura e difficoltà, ma soprattutto per la loro bellezza e intensità. Ai cantanti dà la possibilità di spingere oltre il virtuosismo della loro voce, ma sempre con la naturale eleganza musicale della musica mozartiana.
Mozart stabilì uno standard di maestria compositiva nelle sue opere. Don Giovanni è un’opera rivoluzionaria ammirata da compositori tra cui Mahler e Wagner: è un capolavoro complesso ed intenso, sopravvissuto al tempo, che rappresenta una grande sfida e responsabilità per ogni musicista.


Orari di apertura: da lunedì a sabato dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19.
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