Verdi e il balletto

 

Teatro di Milano - Via Fezzan

Organizzato da Balletto di Milano
Sabato 19 ottobre 2013_10_19 h 20.30
Domenica 20 ottobre 2013_10_20 h 16
Sabato 26 ottobre 2013_10_26 h 20.30
Domenica 27 ottobre 2013_10_27 h 16

W Verdi
Balletto di Milano
Con Giulia Paris, Enrico Beruschi e Federico Veratti
Le coreografie sono state create da
Agnese Omodei Salè e Federico Veratti
 

INFO UTILI
Teatro di Milano (ex Don Orione) via Fezzan - Milano
W Verdi: Balletto in due atti su musica di Giuseppe Verdi
Prezzi
Poltronissima platea: interi 30 € ridotti 25 €
Poltrona Platea: interi 25 € ridotti 20 €
Tribuna: interi 20 € ridotti 15 €4
Calendario della stagione http://www.teatrodimilano.it

Donate un sostegno alle attività di CONCERTODAUTUNNO
 

Programma:

Parte Prima
- Balletto per Aida
- Danza delle Streghe dl Macbeth, (evocazione di Ecate da parte delle streghe) ballabile forse tra i più belli mai scritti da Verdi.
- Danza su motivi da Traviata che festeggia nel 2013 i centosessant'anni dal debutto e, pur non contenendo pagine espressamente dedicate al balletto, si presta alla danza con il suo celebre “Libiamo”, i cori di Zingarelle e Toreri ed altri brani tra cui i due preludi.
Seconda parte
-“Le quattro stagioni”, splendido ballabile dai Vespri Siciliani. Trenta minuti dedicati al balletto, un piccolo capolavoro per la danza in un incalzante susseguirsi di emozioni.


Seguono immagini della serata:

 

 

Un Verdi ironico ritorna in vita nella caotica Milano a dialogare con il pubblico
e a raccontare qualcosa della sua musica che andremo a sentire e a vedere.
(Enrico Beruschi)


Balletto per Aida


Danza delle Streghe dl Macbeth


Danza su motivi da Traviata


“Le quattro stagioni”, splendido ballabile dai Vespri Siciliani


Applausi ... gran finale

 

 
 

Note:

Uno spettacolo di danza con la compagnia che ha trovato una degna sede in questo teatro ristrutturato con la creazione di uno spazio di palcoscenico adatto alle messe in scena di danza.
Il Balletto di Milano, compagnia diretta da Carlo Pesta, ha già in passato affrontato Verdi con una ben riuscita trasposizione de "La Traviata", torna ora alla meravigliosa musica del nostro più grande compositore dell'800, musica che - dovremo riconoscerglielo - sta in piedi e conquista anche senza il canto.
Le coreografie sono state create da Agnese Omodei Salè e Federico Veratti.
A condurre la serata sarà un "verdi" molto simpatico il signor Enrico Beruschi, che ci fa presagire un ritratto finalmente non burbero e imbronciato come ci si è abituati.


Il balletto non era l'attenzione rilevante per Verdi ma quando ne fu richiesto non si esentò e ne inserì nelle sue opere alcuni che sono veramente dei bei pezzi musicali, purtroppo rarissimamente eseguiti, vedi che persino quelli della Aida (che non si possono togliere) a volte - Verona 2013 - non vengono danzati (sic).
Giuseppe Verdi affronta la composizione di alcune pagine di balletto da inserire nelle sue opere quando gli vengono commissionate le revisioni in lingua francese per il teatro dell'Operà di Parigi, dove il pubblico era abituato dai compositori francesi di avere un bello spazio per la danza all'interno delle opere liriche.
Non ha importanza se questo balletto avesse o meno attinenza con l'azione, anzi se non addirittura ne forzasse un pausa nello svolgimento della stessa.
Le opere nelle quali sono state inserite pagine di danza sono:
G. Verdi: Ballabili dall’opera Les Vêpres siciliennes
G. Verdi: Ballabili dall’opera Il Trovatore
G. Verdi: Ballo della Regina, dall’opera Don Carlos
G. Verdi: Ballo III dall’opera Macbeth
G. Verdi: Ballabili dall’opera Otello
G. Verdi: Jerusalem (1847) Ballabili nella scena dell’Harem
G. Verdi: Nabucco (1848-Bruxelles) Ballabili dopo "E' l'Assiria una regina"
Vespri siciliani "Le quattro stagioni"
uno dei brani più completi e brillanti delle composizioni ballettistiche di G.Verdi.
Mentre in Don Carlos il balletto che è fondamentale per comprendere l'errore del protagonista purtroppo viene sempre omesso.
Il cosiddetto "ballo della Regina" infatti serve a comprendere come mai Don Carlo scambia Eboli per la Regina, questo perchè la Regina Elisabetta si ritira nelle sue stanze ma per non fare mancare la sua presenza chiede a Eboli di indossare il suo mantello e rappresentarla in incognito. Questo taglio fa si che non si capisca come mai Don Carlo scambi Eboli per Elisabetta nella scena successiva.
In Aida invece i balletti non si possono togliere, ma succede purtroppo a volte che si suonino ma poi non si danzino.

Uno studio, dedicato alla musica composta da Verdi per i balletti delle sue opere, è stato pubblicato nel 1995 dall’Istituto di Studi Verdiani. Si tratta di The Verdi Ballets, di Knud Arne Jürgensen, curato nell’edizione italiana da Pierluigi Petrobelli e Fabrizio Della Seta.
Dall’8 settembre 2001, data della prima rappresentazione al Teatro Regio di Parma dello spettacolo “Viva Verdi” il New York City Ballet ha inserito nel suo repertorio quattro coreografie, di cui due storiche riprese, il “Ballo della Regina” di George Balanchine, dal terzo atto del Don Carlos, detto anche " La Peregrina" (1978), “The Four Seasons” di Jerome Robbins su musiche tratte dai Vespri siciliani, I lombardi alla prima crociata, Il trovatore (1979), di Peter Martins, “Quartet for Strings” dal "Quartetto per archi in mi minore" di Verdi e “Viva Verdi” su variazioni da La Traviata.

IL CONTRIBUTO DI VERDI AL BALLETTO
Non se ne parla mai come si dovrebbe, ma la musica di Giuseppe Verdi ha fornito un contributo essenziale al balletto: sono cinque le opere del compositore emiliano che meritano di essere approfondire per comprendere quanto le sue note abbiano influito sulla evoluzione delle coreografie in questione, vale a dire Jérusalem, Macbeth, I Vespri Siciliani, Aida e Otello.

È proprio in questi melodrammi, infatti, che si possono apprezzare dei ballabili di pregevole fattura, ancora oggi molto graditi dai ballerini di tutto il mondo. Questa "passione" di Verdi per il balletto si può far risalire alla prima esperienza del bussetano con l'Opéra, il tempio dell'opera lirica di Parigi: nel 1847, nel periodo in cui sta preparando i Masnadieri per Londra, giunge anche la proposta francese per la prima rappresentazione in territorio transalpino. è allettato e non rifiuta certamente, ma sa bene quale "giungla intricata" sia l'Opéra e non azzarda nessuna opera nuova, puntando sul rifacimento in lingua francese dei Lombardi alla Prima Crociata (1843). Si tratta appunto di Jérusalem, un lavoro che deve rispettare le rigide regole del teatro in questione; tra le altre, figurano i ballabili, pezzi che sono praticamente obbligati e con cui Verdi si cimenta in maniera importante.
Il debutto parigino non riserva grandi soddisfazioni, la serata del 26 novembre del 1847 è un debutto che può definirsi senza infamia e senza lode, ma un solco nella storia del balletto è stato tracciato.
Nell'atto III si trovano una serie di danze molto esotiche, utili per descrivere i giardini dell'harem, con un gusto molto raffinato per le soluzioni a effetto, anche se in questo caso piuttosto discontinue.
Le stesse occasioni si ebbero con altre trasposizioni in francese dei suoi capolavori, ovvero Le Trouvére-Il Trovatore e Violetta-La Traviata. La scelta dello spartito ricade sempre sul terzo atto e non è certo un caso: in effetti, a quel punto dello spettacolo i membri del Jockey Club locale si rifugiavano all'Opéra per ammirare e applaudire le loro ballerine predilette.
Anche nei Vespri Siciliani c'è una presenza importante, ovvero quella delle cosiddette quattro stagioni, mentre per Aida e Otello bisogna fare un discorso a parte.
Nel caso dell'Otello, infatti, i ballabili sono tra i più belli in assoluto, anche se spesso vengono trascurati e invece meriterebbero una maggiore attenzione. Una citazione d'obbligo la meritano la canzone araba, con la sua invocazione ad Allah, la canzone greca e l'allegro vivace.
Per quel che concerne l'Aida, poi, si trovano delle danze sparse qua e là, schiavi egizi, ancelle e mori che allietano gli spettatori: forse la pecca potrebbe essere che queste melodie non formano un balletto autonomo, ma la valenza rimane sempre la stessa.
Un balletto su cui vale la pena soffermarsi è quello del Macbeth: nella versione originale dell'opera, quella rappresentata a Firenze nel 1847 non c'era alcun tipo di ballabile, ma lo spartito rimaneggiato venne messo a disposizione ancora una volta dell'Opéra ben diciotto anni dopo e in questo caso è presente, come voleva la tradizione, una danza splendida. Si tratta di una decina di minuti da sogno, in cui Verdi riesce a fondere molti sentimenti e atmosfere, con gli ottoni che esemplificano in modo perfetto la perentorietà e la drammaticità del popolo scozzese oppresso, come anche il suo anelito e il suo sogno di libertà. Il "cigno di Busseto" è dunque riuscito a dimostrare tutto il proprio estro e una versatilità non comuni: la fantasia che ha contraddistinto le creazioni dei suoi capolavori si è messa in luce perfettamente nella danza, probabilmente l'unico rammarico è che non abbia lasciato dei balletti completi, ma bisogna ricordare che il suo intento era quello di amalgamare il genere all'interno del contesto operistico. Di sicuro non si è ai livelli raggiunti da Čajkovskij, ma il prezioso contributo di Verdi merita di essere ricordato; se le sue opere hanno avuto e avranno ancora uno straordinario successo sarà anche grazie a queste danze.

Tratto da ...

Un altro articolo sui Ballabili di G.Verdi

 
 


 
   

Servizio fotografico di Fabio Borsani e Mario Mainino

 

 

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

 

torna alla pagina precedentemente consultata

www.concertodautunno.it
sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di
Mario
da Vigevano

 
 

Copyright © Mario Mainino Vigevano PV Agg.del 20/10/2013
Copia quello che vuoi, ma per favore cita da dove lo hai preso !!