Annunciata al Cagnoni

 

Teatro Cagnoni - Vigevano

Giovedì 18 ottobre 2012 ore 21:00
Stagione 2012/2013
Concerti organizzati dalla Accademia della Annunciata

Omaggio a Mozart

Accademia Musicale dell'Annunciata di Abbiategrasso
direttore Sergio Delmastro

Programma

Wolfgang Amadeus Mozart (1685-1750):
Concerto in si bemolle maggiore per fagotto K 191
I – Allegro
II – Andante, ma adagio
III – Rondò: Tempo di Minuetto
Fagotto Gordon Fantini

Concerto per clarinetto in la maggiore K 622
I – Allegro
II – Adagio
III – Rondò: Allegro
Clarinetto : Simone Cremona

Sinfonia Concertante in mi bemolle maggiore
per oboe, clarinetto, corno e fagotto K 297b

I – Allegro
II – Adagio
III – Andantino con variazioni
Oboe Elisabetta Ruffo
Clarinetto Diego Losero
Corno Federico Mauri
Fagotto Gordon Fantini

Costi :
Posto unico intero : € 15
Posto unico ridotto (under 18 over 65) € 12
Loggione : € 9


Seguono immagini della serata e alcuni brani video dopo le foto:

 



 

Oboe Elisabetta Ruffo

Fagotto Gordon Fantini

Corno Federico Mauri

Clarinetto Diego Losero


Due saggi video del concerto


Giovedì 18 ottobre 2012 ore 21:00
Teatro Cagnoni - Vigevano
Concerti organizzati dalla Accademia della Annunciata
Omaggio a Mozart
Concerto per clarinetto in la maggiore K 622
II – Adagio

Clarinetto : Simone Cremona
Accademia Musicale dell'Annunciata di Abbiategrasso
direttore Sergio Delmastro

http://youtu.be/xVA2WmvARCQ


Giovedì 18 ottobre 2012 ore 21:00
Teatro Cagnoni - Vigevano
Concerti organizzati dalla Accademia della Annunciata
Omaggio a Mozart
Sinfonia Concertante in mi bemolle maggiore
per oboe, clarinetto, corno e fagotto K 297b
III – Andantino con variazioni

Oboe Elisabetta Ruffo
Clarinetto Diego Losero
Corno Federico Mauri
Fagotto Gordon Fantini
Accademia Musicale dell'Annunciata di Abbiategrasso
direttore Sergio Delmastro

http://youtu.be/gWotE698CrE


Da sinistra: Fagotto Gordon Fantini, Corno Federico Mauri, Oboe Elisabetta Ruffo
Clarinetto Diego Losero e Clarinetto : Simone Cremona
 

Sinfonia Concertante in mi bemolle maggiore per oboe, clarinetto, corno e fagotto K 297b
La prima fase artistica, quella legata a Salisburgo e ai viaggi che la famiglia Mozart fece in Europa è rappresentata dal Concerto K 191 per fagotto e orchestra; la seconda fase, quella di transizione, che va dal disastroso viaggio a Mannheim e Parigi compiuto tra il 1777-1780 fino alla rappresentazione dell’Idomeneo a Monaco (29 gennaio 1781) è rappresentata dalla Sinfonia Concertante K 297b; e infine la terza e ultima fase, quella della sua vita viennese, ricca di sì di grandi soddisfazioni ma anche di cocenti delusioni non poteva essere meglio rappresentata dal suo estremo Concerto per clarinetto e orchestra K 622, scritto contemporaneamente al Requiem e al Flauto magico.

Concerto in si bemolle maggiore per fagotto K 191
Con i concerti per fiati, Mozart ha la necessità di mettersi in gioco con il mondo esterno a se stesso e alla famiglia, deve conoscere molto bene le doti musicali dei musicisti ai quali destinare la partitura. Il primo concerto per strumento a fiato di Mozart che ci sia pervenuto risale al 1774 ed è stato scritto per fagotto. Sono sempre le documentate ricerche del Centro studi Mozartiani di Salisburgo che ci informano attorno ai quelli che dovevano essere ben tre i concerti per questo strumento scritti da un diciottenne Wolfgang, ma solo questo ci è pervenuto in una fortunosa copia (l’autografo è andato perduto) di sicura autenticità. Il committente, e siamo ancora nel campo delle ipotesi, era un nobile salisburghese, il barone Thaddäus von Dürnitz, ottimo dilettante di fagotto e “collezionista” di autografi mozartiani.
Il viaggio a Mannheim e Parigi che Mozart fece con la madre tra il 1777 e il 1780 rappresentò una disftatta morale ed artistica. Lasciato “libero” dal padre Leopold per andare a cercare fortuna presso le più prestigiose corti europee (e per “libero” intendiamo dal giogo psicologico che Leopold imponeva al fi glio, così sicuro com’era che il ragazzo, a parte lo scrivere musica bellissima, era un totale incapace) ma affiancandogli la presenza della madre che avrebbe dovuto vegliare sulla sua sventatezza, Mozart dimostra purtroppo di essere un pessimo manager di se stesso.
Dispersivo in modo preoccupante, fatuo come un ragazzino, Mozart non ottenne né scritture, né commissioni importanti. Soprattutto non ottenne alcun incarico presso gli ambìti Concert spitituel diretti da Joseph Legros (un vero lungimirante in fatto di mode musicali, che prese il posto del famosissimo François-Joseph Gossec) che anzi gli consigliò addirittura di lasciare Parigi, città che non lo avrebbe mai amato. Mozart addusse il comportamento ostile di Legros alle cabale dell’Italiano Giuseppe Maria Cambini, un autentico beniamino del pubblico francese.
È su questo terreno che Mozart intendeva sfi dare l’Italiano e grazie alla presenza a Parigi di quattro amici che venivano dal teatro di corte di Mannheim (il flautista Johann Baptist Wendling, l’oboista Friedrich Ramm, il cornista Jan Vaclav Stich – più noto col il nome italianizzato di Giovanni Punto – e il fagottista Georg Wenzel Ritter) compose una Sinfonia concertante proprio per loro. Le presunte cabale di Cambini fanno però in modo che la composizione non venga eseguita e da quel momento della partitura originale si perdono le tracce.
Improvvisamente, nel 1928, il musicologo Friedrich Brume pubblica questa partitura dichiarandola come autentica, nonostante l’evidente discrepanza tra quella che doveva essere la versione di Parigi (col flauto) e quella data alle stampe (con il clarinetto al posto del flauto). Da questo momento gli studi musicologici non hanno cessato di parlare, di dare giudizi e opinioni su questo lavoro, al punto che l’ultima versione del famoso catalogo Köckel (del 1971) e la Neuen Mozart-Ausgabe (del 2001) lo inseriscono tra le composizioni spurie.
Per fortuna la ricerca musicologica non ha smesso di interrogarsi su queste pagine, indagando sull’anonimo manoscritto conservato presso la Biblioteca di Stato di Berlino e giungendo talvolta a clamorose conclusioni.
Su tutte spicca l’affascinante supposizione di Robert Levin, il celebre musicologo e fortepianista americano che nel 2002 asserisce che Mozart lavorò solo ad una parte della composizione (le quattro parti soliste) mentre la versione orchestrale era di un autore sconosciuto: si trattava probabilmente di una commissione voluta non già dal quartetto di fiati che veniva da Mannheim, ma dai solisti che eseguivano le harmoniemusik dell’imperatore Giuseppe II e tra i quali spiccava Anton Stadler, il clarinettista grande amico di Mozart. Stadler, evidentemente malcontento di un lavoro concertistico che poco metteva in evidenza le virtù musicali dei solisti, chiese a Mozart di riscrivere almeno le parti dei quattro virtuosi, lasciando praticamente inalterata la parte orchestrale ed evitare così un affronto al compositore originario. Tutta la storia di questo lavoro andrebbe dunque spostata agli anni 1782-1783, quando Mozart divenne amico del famoso clarinettista viennese.
Concerto per clarinetto in la maggiore K 622
Ma passiamo al 1791 che, al contrario di quanto raccontano molti biografi, si apre per Mozart sotto ottimi auspici: anzitutto si profila all’orizzonte la possibilità di scrivere un’opera in lingua tedesca (un singspiel, genere che Mozart amava moltissimo, e sarà Il flauto magico) grazie alla collaborazione del commediografo e attore Emanuel Schickaneder, e un dramma serio in lingua italiana La clemenza di Tito. Mai Mozart, in tutta la sua vita, scrisse ben due opere liriche nello stesso anno!
In questo fervente clima, l’amicizia con Anton Stadler stimola artisticamente Mozart che scrive per lui le difficili parti solistiche per corno di bassetto dell’opera La clemenza di Tito e il magnifico Concerto per clarinetto e orchestra. In quel periodo il clarinetto si presentava in una foggia appena diversa da quella attuale (lo strumento di oggi raggiunge le attuali possibilità musicali solo verso la metà dell’800) e il lavoro è stato considerato fin da subito un’opera fondamentale del repertorio clarinettistico.
Non tutti sanno che, ancora una volta, la versione a noi nota non è quella originale di Mozart. Il manoscritto fu dato in pegno a Stadler, probabilmente a saldo di un debito oppure (come pare essere in realtà la vicenda) come copertura per un investimento finanziario; sta di fatto che è andato perduto. Quello che oggi si esegue è la versione che l’editore Siebert di Parigi pubblicò nel 1801 trasportandone la tonalità (probabilmente l’impianto tonale originario era sol maggiore) e la destinazione del solista, da clarinetto basso a clarinetto. Solo Stadler poteva suonare in quel periodo questi strumenti in modo tale da non avere rivali a Vienna.
È di un lavoro di rara bellezza e sobrietà, testimone di quella nuova via musicale che Mozart aveva intrapreso con la composizione del Concerto per pianoforte K 595 del 1790 e conclusosi bruscamente col Requiem. Tutto è semplicità, intimità, chiarore, intima allegria, che – come sempre in Mozart – talvolta lascia spazio alla malinconia, alla nostalgia, all’introspezione. Il modo che Mozart aveva di sedurre l’ascoltatore con melodie di disarmante bellezza e semplicità, qui raggiunge il proprio apice grazie ad un Adagio che ha il sapore di un commiato, che possiede la carica struggente di un addio.
Non c’è dramma o tragedia, solo una serena rassegnazione, assai ben “interpretata” dal suono caldo e brunito del clarinetto.

Note al programma di sala di Paolo Zeccara


Fotoservizi realizzati nella Stagione 2011/2012 all'Ex Convento della Annunciata - Abbiategrasso (MI) Organizzato da Assessorato alla Cultura Comune di Abbiategrasso in collaborazione con Comune di Morimondo.


1° CONCERTO Venerdì 21 ottobre 2011 ore 2I.00 (fuori abbonamento)  Accademia di Fiati Sergio Delmastro direttore

 

2° CONCERTO Venerdì 16 dicembre 2011 ore 2I.00 Concerto di Natale Accademia dell'Annunciata Riccardo Doni direttore


3° CONCERTO Venerdì 27 gennaio 2012 ore 21.00  Gli Amici dell'Accademia dell'Annunciata Carlo Lazzaroni, konzertmeister Marcello Scandelli, tutor

 

 

4° CONCERTO Venerdì 17 febbraio 2012 ore 21.00 Serenate romantiche Accademia di Fiati dell'Annunciata Sergio Delmastro, direttore


 
 


 
 

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