I Pagliacci

Sabato 6 giugno 2009 alle h. 21,30
5° stagione lirica di Mezzana Bigli
presso la Cascina Erbatici a Mezzana Bigli (PV).
Ruggero Leoncavallo
I Pagliacci



Nedda (Colombina) Simona Cianchi
Canio (Pagliaccio) Sang Chul Lee
Tonio (Taddeo) Lisandro Guinis
Beppe (Arlecchino) Alessandro Fantoni
Silvio Jeong Ho Kim
Un contadino Michele Fassi

Coro "Antonio Vivaldi" info@coralevivaldi.it
Orchestra Sinfonica di Lecco
direttore Gian Marco Moncalieri
Regia Ruggero Bogani
Costumi Alessandro Gatti

non è stato possibile per via del mal tempo apprezzare
Scenografia Alessandro Gatti
Luci Vladimiro Salmaso

Ingresso 15 E


Cucina della locanda "Erbatici" www.erbatici.com  aperta dalle 19,30Strada Cascina Erbatici  Mezzana Bigli tel. 0384 886108

Fondazione Eugenio Radice Fossati
Via Brisa n. 3 20123 Milano
Tel. segreteria a Milano  +39 02-804423 Fax +39 02-86998739
e-mail fondazione.eugenioradicefossati@federicoradicefossati.it


Immagini della serata

 


Introduzione del regista Ruggero Bogani che purtroppo ha visto vanificato in gran parte il suo lavoro per causa del vento fortissimo che ha impedito la rappresentazione nel luogo previsto. Per cui si è trasferito lo spettacolo al chiuso perdendo sia le scenografie che i movimenti scenici previsti.


Prologo

Signori scusate ...

Un nido di memorie..


Son qua! Ritornano...
Pagliaccio è là!
Tutti lo seguono

Viva Pagliaccio, viva Pagliaccio,
Evviva! il principe se' dei pagliacci!

Un grande spettacolo a ventitré ore
prepara il vostr'umile e buon servitore!

Tonio si avanza per aiutar Nedda
ma Canio, che è già saltato giù, gli dà un ceffone dicendo.

 
CANIO Via di lì!

UN CONTADINO
(a Canio)
Di', con noi vuoi bevere
un buon bicchiere sulla crocevia?
Di', vuoi tu?
 
CANIO
Con piacere.

PEPPE
(ricompare  e dice)
Aspettatemi...  Anch'io ci sto!

TONIO Io netto il somarello.
 

CONTADINO (ridendo)
Bada, Pagliaccio,  ci solo vuol restare per far la corte a Nedda!

Un tal gioco, credetemi,
è meglio non giocarlo con me, miei cari

Il teatro e la vita non son la stessa cosa;
no... non son la stessa cosa!!...

Ma se Nedda sul serio sorprendessi...
altramente finirebbe la storia,
com'è ver che vi parlo!...

NEDDA (a parte)  Confusa io son!

Din don, suona vespero,
ragazze e garzon, din don!
A coppie al tempio ci affrettiam!
 

Ma poi... ricordatevi!
A ventitré ore!


Qual fiamma avea nel guardo!
Gli occhi abbassai per tema ch'ei leggesse
il mio pensier segreto!


Ma basti, orvia.
Son questi sogni paurosi e fole!

O che bel sole di mezz'agosto!


Io son piena di vita,
e, tutta illanguidita per arcano desìo,
non so che bramo!

Vanno laggiù verso un paese strano
che sognan forse e che cercano in van.

Ma i boèmi del ciel, seguon l'arcano poter
che li sospinge... e van! e van! e van! e van!



NEDDA Sei là? credea che te ne fossi andato!
 
TONIO (con dolcezza) 
È colpa del tuo canto.
Affascinato io mi beava!

Perché, mio malgrado, subito ho l'incanto,
m'ha vinto l'amor! m'ha vinto l'amor!

Oh! lasciami, lasciami or dirti...

Eh! dite, mastro Tonio!  La schiena oggi vi prude

TONIO
Ti beffi?! Sciagurata!  Per la croce di Dio!  Bada che puoi pagarla cara!!

NEDDA
Minacci? Vuoi che vada a chiamar Canio?
 
TONIO
(muovendo verso di lei)
Non prima ch'io ti baci!

Ti sei svelato ormai...
Tonio lo scemo!
Hai l'animo
siccome il corpo tuo diforme...
lurido!...

TONIO
(Dà un urlo e retrocede.)
Per la Vergin pia di mezz'agosto, Nedda,
giuro... me la pagherai!


SILVIO Prudente pe la macchia a me nota qui ne venni.

NEDDA E ancora un poco  in Tonio t'imbattevi!
 
SILVIO (ridendo)  Oh! Tonio il gobbo!

E fra quest'ansie in eterno vivrai?!
Nedda! Nedda!

Nedda! Nedda!
E quando tu di qui sarai partita

che addiverrà di me... della mia vita?!

NEDDA
Non mi tentar!
Vuoi tu perder la vita mia?
Taci Silvio, non più...
È deliro, è follìa!

NEDDA
Si... Baciami!
Si, mi guarda e mi bacia!
T'amo, t'amo.


 
SILVIO
Si, ti guardo e ti bacio!
T'amo, t'amo.


Tonio che li ha spiati porta sul luogo Canio che però non riesce a raggiungere Silvio che fugge.

NEDDA
(al riso di Tonio si è voltata
e dice con disprezzo fissandolo)

Bravo! Bravo il mio Tonio!
 
TONIO
Fo quel che posso!

PEPPE
Padron! che fate! Per l'amor di Dio!
La gente esce di chiesa
e a lo spettacolo qui muove!...
Andiamo... via, calmatevi!...

TONIO
(piano a Canio, spingendolo sul davanti della scena)
Calmatevi padrone...
È meglio fingere; il ganzo tornerà.
Di me fidatevi!


CANIO
Recitar! Mentre presso dal delirio
non so più quel che dico e quel che faccio!
 

Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore in franto!
Ridi del duol t'avvelena il cor!


Intermezzo


Inizia la commedia che replica la vita, dove i personaggi insceneranno ciò che già vivono nella vita reale, sino a quando realtà e commedia diverranno una cosa sola ... una tragedia.



Pagliaccio mio marito
a tarda notte sol ritornerà...

E quello scimunito di Taddeo...
perché mai non è ancor qua?


O Colombina, il tenero fido Arlecchin
è a te vicin!
Di te chiamando, e sospirando aspetta il poverin!

La tua faccetta mostrami, ch'io vo' baciar
senza tardar.

La tua boccuccia. Amor mi cruccia!
Amor mi cruccia e mi sta a tormentar!
Ah! e mi sta a tormentar!

O Colombina, schiudimi il finestrin

TADDEO È dessa!  Dei, come è bella!

Lungi è lo sposo.
Perché non oso?
Soli noi siamo
e senza alcun sospetto!
Orsù... Proviamo!
 

l'ora è suonata, o Colombina, di svelarti il mio cor!

Di', udirmi vuoi? Dal dì...

Da quel dì il mio core,
il mio core...

So che sei pura, so che sei pura!
sei pura e casta al par di neve!


ARELCCHINO
(Lo piglia per l'orecchio dandogli un calcio e lo obbliga a levarsi.)
Va a pigliar fresco!
 

TADDEO
(retrocedendo comicamente verso la porta a destra)
Numi! s'aman!
m'arrendo ai detti tuoi.
(ad Arlecchino)
Vi benedico! Là veglio su voi!


Colombina!
Alfin s'arrenda ai nostri prieghi amor!

ARELCCHINO
Guarda, amor mio, che nettare
divino t'apportai!

ARELCCHINO
Mia ghiotta Colombina!


TADDEO
Attenti! Pagliaccio... è là...  tutto stravolto... ed armi cerca!...
Ei sa tutto... Io corro a barricarmi!

COLOMBINA
(alla finestra)
A stanotte...
E per sempre io sarò tua!

CANIO
Nome di Dio! quelle stesse parole!
(Avanzandosi per dir la sua parte.)
Coraggio!  (forte)
Un uomo era con te!

Ah! sola io ti credea
(mostrando la tavola)
e due posti son là!

NEDDA
Con me sedea Taddeo,
che là si chiuse per paura!

TADDEO
(di dentro, fingendo tremare ma con intenzione)
Credetela! Credetela!
Essa è pura!!

E abborre dal mentir
quel labbro pio!!

CANIO
Vo' il nome de l'amante tuo,
del drudo infame a cui ti desti in braccio, o turpe donna!

NEDDA
(sempre recitando la commedia)
Pagliaccio! Pagliaccio!

CANIO
No! Pagliaccio non son

se il viso è pallido,
è di vergogna, e smania di vendetta!

L'uom riprende i suoi dritti,
e'l cor che sanguina vuol sangue
a lavar l'onta, o maledetta!

No, Pagliaccio non son!
Son quei che stolido
ti raccolse orfanella in su la via
quasi morta di fame,

e un nome offriati,
ed un amor ch'era febbre e follia!

Sperai, tanto il delirio accecato m'aveva,
se non amor, pietà... mercé!
Ed ogni sacrifizio al cor lieto, imponeva,
e fidente credeva
più che in Dio stesso, in te!

Va, non merti il mio duol,
o meretrice abbietta,
vo' ne lo sprezzo mio
schiacciarti sotto i piè!!

NEDDA
(fredda, ma seria)
Ebben! Se mi giudichi di te indegna,
mi scaccia in questo istante.

Se' furba! No! per Dio!
Tu resterai...
e il nome del tuo ganzo mi dirai!!

Vieni a dirgli o Taddeo,
che l'uom seduto or dianzi,
or dianzi a me vicino
era... il pauroso ed innocuo Arlecchino!

Ah! tu mi sfidi!
E ancor non l'hai capita
ch'io non ti cedo?...
Il nome, o la tua vita! Il nome!

Ah! No, per mia madre!
Indegna esser poss'io...
quello che vuoi, ma vil non son, per Dio!

CANIO
(urlando dà di piglio a un coltello sul tavolo)
Il nome! il nome!

CANIO A te! A te!  (a Nedda)
Di morte negli spasimi lo dirai!

NEDDA (cadendo agonizzando)  Soccorso! Silvio!

CANIO Ah!... sei tu?  Ben venga!
 

CANIO
La commedia è finita!



Queste le scene che purtroppo sono rimaste inutilizzate

Per trasferirsi forzatamente nel Granè

 

 


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