G.Verdi Il Trovatore

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Sabato 5 luglio 2008

ore 21.00
presso la Sede Municipale di
“Villa Franchi Borella”
via Como - Grandate

l’Amministrazione Comunale di Grandate
propone l’opera
Il Trovatore
di Giuseppe Verdi
in forma scenica con accompagnamento di pianoforte
INGRESSO GRATUITO
In caso di maltempo, il concerto si terrà Domenica 6 Luglio


Opera a Grandate 2010 - Opera a Grandate 2009 - Opera a Grandate 2008


Personaggi ed interpreti:
Il Conte di Luna Gianluca ALFANO
Leonora Ilaria TARONI
Azucena Tiziana SBALCHIERO
Manrico Kim Choong SIK BOSCO
Ferrando Yutaka TABATA
Ines Daria DEL FIORE
Ruiz Gianluca PANELLA
Un vecchio Zingaro Paolo CAPELLI
Coro Lirico CALAUCE diretto dal Maestro Giampaolo VESSELLA
Maestro concertatore Francesco MIOTTI
Costumi Simona BREGALDA Scenografia Nora BONACINA

Negli anni precedenti sono già state organizzate le rappresentazioni delle opere Rigoletto di G.Verdi (2005), Pagliacci di R.Leoncavallo (2006), e lo scorso anno l'Elisir d'amore di G.Donizetti.

Immagini della serata.....

 


In Biscalia e in Aragona, al principio del secolo XV.
Parte I. Il duello.

Nell`atrio del palazzo dell`Aliaferia gli armigeri attendono il conte di Luna che passa le notti a sorvegliare la dimora di Leonora, principessa di Aragona. Egli ne è innamorato, ma teme che possa giungere Il Trovatore, che egli sa aver colpito il cuore della ragazza. Ferrando, capo degli armigeri racconta ai presenti la vicenda di una zingara che fu bruciata sul rogo per avere stregato il figlio del vecchio conte di Luna; racconta anche come la figlia di lei Azucena, rapì e sacrificò il bambinetto sul rogo per vendetta.


E`notte.
Nel giardino del palazzo Leonora confida all`amica Ines il proprio amore per il Trovatore finchè le due donne rientrano nei loro appartamenti.

ù


Arriva il conte, deciso a parlare con Leonora. Si ode il canto del Trovatore; Leonora avanza per abbracciare l`amato, ma, ingannata dall`oscurità, abbraccia il conte; quando la luna esce dalle nuvole e rischiara la scena, scopre l`errore e si getta ai piedi del Trovatore chiedendo perdono. Pieno d`ira il conte intima al Trovatore di svelare la sua identità; egli è Manrico, un proscritto seguace del ribelle Urgel.

Nonostante i tentativi di Leonora di frapporsi, i due si sfidano a duello e Leonora cade svenuta.


Intervallo (l'opera è stata rappresentata in due sole parti)


Parte II. La gitana.
Nell`accampamento gli zingari si apprestano a muoversi per procurarsi il pane. La zingara Azucena evoca i fatti passati ed il rogo della madre.


Manrico (che pur rimanendo ferito, ha vinto il duello e graziato il conte) dialoga con la madre Azucena.Che gli racconta come ella avesse rapito il figlio del conte, ma, accecata dall`ira l`aveva scambiato per il proprio figlio nel momento di gettarlo nel rogo. La donna risponde in modo elusivo ai ragionevoli dubbi di Manrico sulla propria identità.

Azucena gli intima solo di vendicarla.


Un messo reca la notizia che Castellor è stata conquistata dall`esercito di Urgel e che Leonora credendo morto Manrico vuole prendere il velo. Manrico si precipita al convento per impedire a Leonora di compiere il gesto estremo.


In un luogo di ritiro nelle vicinanze di Castellor il conte è in attesa di scorgere Leonora: ha infatti intenzione di rapirla.


Si ode il coro delle religiose. Tra esse è Leonora che dichiara ancora una volta le proprie intenzioni a Ines.


Quando il conte, con Ferrando e il seguito, si fa avanti per rapirla, irrompe Manrico con i seguaci di Urgel; costoro disarmano il conte e Manrico si allontana con Leonora.


Parte III. Il figlio della zingara. Le truppe del conte sono appostate in un accampamento vicino a Castellor. Tra i soldati circola la certezza, che all`indomani, in battaglia, essi vinceranno.

Gli armigeri fanno prigioniera una zingara che Ferrando riconosce: è Azucena, colei che ha compiuto il feroce infanticidio. Azucena cerca invano di negare, e incatenata dagli sgherri, invoca il soccorso di Manrico.

Il conte capisce allora di avere in mano la madre del suo rivale e la possibilità di vendicare il fratello.


In una sala adiacente alla cappella in Castellor, Manrico e Leonora si apprestano a celebrare le nozze.


Giunge trafelato Ruiz e racconta della cattura di Azucena.

Manrico dichiara che Azucena è sua madre e corre a cercare di salvarla.


Parte IV. Il supplizio.

Manrico è stato catturato e rinchiuso nel palazzo dell`Aliaferia con i prigionieri di stato. Leonora vi giunge accompagnata da Ruiz, ode l`ultimo addio di Manrico ed i prigionieri che intonano un miserere.


Decisa a salvargli la vita, si offre al conte in cambio della libertà dell`amato.

Mentre il conte gioisce, Leonora succhia il veleno racchiuso in una gemma pur di non concedersi viva.


 Nella prigione Manrico conforta la madre.


 

Raggiunto da Leonora, egli intuisce a quale prezzo ella ha comprato per lui la libertà e accusa la ragazza di tradimento.

Ma quando vede in lei gli effetti repentini del veleno, capisce il suo gesto e non gli resta che ricredersi e struggersi nel rimorso.

Giunge il conte che comprende di essere stato ingannato da Leonora, che muore.


Consegnato Manrico agli armigeri, obbliga Azucena ad assistere all`esecuzione. Ma, al conte sconvolto, ella dichiara: "Egli era tuo fratello. Sei vendicata o madre!" Conte: (inorridito) "E vivo ancor!"


 

 

 

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Servizio fotografico di Fabio Borsani

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sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di Mario Mainino da Vigevano