Presepe vivente

 

Teatro dei Licini - Erba

Venerdì 6 gennaio 2006 – ore 21,00
Accademia dei Licini - Erba
PRESEPE
Regia di Gianlorenzo Brambilla
 

da una idea e un racconto dello stesso
Gianlorenzo Brambilla


PROGRAMMA e NOTE :

Una tradizione che ha raccolto un bel numero di adesioni per una suggestiva passeggiata notturna attraverso le ore della Notte Santa.

Nella foto Gianlorenzo Brambilla, attore e regista (1956 -2012)

Milanese, ha lavorato in teatro come interprete con diversi registi, tra cui Lamberto Pugelli, Corrado D’Elia, Gabriele Vacis, il giapponese Yoske Taki. Sempre come attore, oltre ad alcune presenze cinematografiche con Ermanno Olmi e Francesco Nuti e altri, ha partecipato a numerose fictions televisive per la Rai e per Mediaset.
Come regista teatrale ha curato vari allestimenti. Per l’Accademia dei Licini ha assunto la direzione artistica del Teatro Licinium nel 2000 ... (segue)

Il mondo del teatro e dello spettacolo piange Gianlorenzo Brambilla attore, regista e autore, scomparso il 13 marzo 2012 a Milano. Aveva 56 anni. (segue)


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Gianlorenzo Brambilla Presepe Erba

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Gianlorenzo Brambilla Presepe Erba

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Note:

Erba, edizione del 06 gennaio 2008 ore 17:30:00
L'Accademia dei Licini presenta il "Presepe vivente" 6 gennaio 2008 - ore 17.30 - Scalinata Terragni, Corso XXV Aprile, Erba (Como)
Torna l'appuntamento con il Presepe Vivente organizzato dall'Accademia dei Licini, il 6 gennaio a partire dalle ore 17.30. Una vera rappresentazione itinerante con la regia di Gianlorenzo Brambilla, che prenderà il via ai piedi della scalinata Terragni, in Corso XXV Aprile a Erba (Como).
A dieci anni dalla prima edizione torna a Erba l'ormai tradizionale appuntamento biennale con il "Presepe vivente" organizzato dall'Accademia dei Licini con il patrocinio e la collaborazione dal Comune di Erba
Il Presepe andrà in scena domenica 6 gennaio 2008 alle ore 17.30, prendendo il via ai piedi della scalinata Terragni, in fondo a Corso XXV Aprile, per poi muoversi in un itinerario costellato di quadri viventi che condurrà al luogo della Natività.

Nell'affascinante ambientazione naturale del Teatro Licinium, resa ancor più magica dall'atmosfera natalizia, numerosi interpreti di tutte le età guidati del regista Gianlorenzo Brambilla, daranno vita ai diversi "quadri" della rappresentazione: i Profeti, la reggia di Erode, la tenda berbera, l'accampamento dei pastori, il bazar, la capanna e i Magi.

Le suggestive atmosfere di una base musicale composta specificamente per il Presepe di Erba, accompagnano la voce registrata dello stesso autore e regista Brambilla coadiuvato dalla voce dell’attrice Roberta Nanni, in un percorso poetico ed originale sul Mistero della Natività.

Il Presepe non ha il carattere di una installazione fissa accessibile a qualunque ora, ma di una vera e propria rappresentazione itinerante, della durata di circa un’ora. Si consiglia quindi, a chi volesse assistervi, la puntualità. Per gustare a pieno la poesia e l'anima dell'evento, inoltre, è necessario attendere i tempi del racconto e seguire rigorosamente il percorso stabilito. La partecipazione all’evento è gratuita.

Per coloro che lo desiderassero, verrà messo a disposizione dei partecipanti un libretto contenente il racconto poetico di Gianlorenzo Brambilla. Le offerte raccolte saranno utilizzate per sostenere un'associazione no-profit attiva sul territorio.

Negli scorsi anni migliaia di spettatori - e tra loro molti bambini – si sono lasciati affascinare dai suggestivi momenti della rappresentazione lasciandosi guidare dalla luce dei falò e delle torce posizionati lungo tutto il percorso, fino alla grotta della Natività.


Oltre 2.500 persone a Erba per il "Presepe vivente" dell'Accademia dei Licini.
Grande successo di pubblico per il Presepe Vivente di Erba organizzato dall'Accademia dei Licini con la collaborazione e il patrocinio degli Assessorati alla Cultura del Comune di Erba e della Regione Lombardia, e con il sostegno di ASME e Rotary Erba Laghi. Oltre 2.500 persone hanno assistito alla rappresentazione itinerante diretta dal regista Gianlorenzo Brambilla: un percorso per "quadri viventi" partito ai piedi della scalinata Terragni e conclusosi nella magica atmosfera del Teatro all'aperto Licinium. In via di definizione la prossima stagione teatrale.
Grande successo a Erba per l'ormai tradizionale appuntamento biennale con il "Presepe vivente" organizzato dall'Accademia dei Licini con la collaborazione e il patrocinio degli Assessorati alla Cultura del Comune di Erba e della Regione Lombardia e con il sostegno di ASME e Rotary Erba Laghi.

Domenica 6 gennaio una folla di oltre oltre 2.500 persone ha assistito alla manifestazione che ha preso il via ai piedi della scalinata Terragni, in fondo a Corso XXV Aprile, per poi muoversi, in un itinerario costellato di quadri viventi, fino al luogo della Natività, ambientato nell'affascinante cornice naturale del Teatro Licinium, uno dei teatri all'aperto più suggestivi del Nord Italia, reso ancor più magico dall'atmosfera natalizia.

Numerosi gli interpreti di tutte le età che, sotto la guida del regista Gianlorenzo Brambilla, hanno dato vita ai suggestivi "quadri" della rappresentazione: la reggia di Erode (di forte impatto visivo), i Profeti, la tenda berbera, l'accampamento dei pastori, il bazar, i Magi e la Capanna, dove centinaia di persone di sono assiepate per assistere alla nascita di Gesù.

Protagonisti insieme ad attori e comparse anche molti animali: l'associazione Tetto Fraterno ha gentilmente concesso bue e asinello per la capanna della Natività, il Club equitazione Monguzzo ha fornito i cavalli per i Re Magi, mentre pecore, capre, agnelli e asini sono stati messi a disposizione dell'Azienda Agricola Dario Fontana di Proserpio.

La grande partecipazione di pubblico al Presepe Vivente è l'atto conclusivo di un 2007 che ha visto il Teatro Licinium riscuotere grandi successi nel corso della stagione estiva, con la messa in scena nel corso della stagione estiva del dramma pirandelliano "Sei Personaggi in cerca d'autore" diretto dal regista Gianlorenzo Brambilla che ha registrato il record di presenze di pubblico e notevoli riconoscimenti da parte della critica.

Per il Licinium si apre un 2008 ricco di novità, con una intensa stagione teatrale in via di definizione per la prossima estate, insieme a tante iniziative come sempre all'insegna del teatro e della cultura.

https://www.concertodautunno.it/2008-ed/ed-080101.htm


ACCADEMIA DEI LICINI - ERBA
CITTA' DI ERBA ASSESORATO ALLA CULTURA
ACCADEMIA DEI LICINI
PROVINCIA di COMO Assessorato alla Cultura
Presepe
Racconto poetico di Gianlorenzo Brambilla


Questa storia, questa vecchia storia, questa storia vecchia di tanti anni, non ci siamo ancora stancati di raccontarla.
Storia del solstizio d'inverno: della notte più lunga... notte del giorno più corto.
Quasi, anche il Sole volesse accelerare il suo cammino nel cielo per affrettare il mistero di una nascita tanto attesa da tempo.
Perché questa è la storia di un re povero, nato tra poveri, in un posto di poveri.
Storia che sa di fieno e di aria fredda, ma anche di fuoco e di acqua. E di fango.
Che si racconta da anni: quanti anni...!
E chissà ancora per quanti 'altri anni, la si racconterà.
Vicini ad un camino acceso, tra un bicchiere di vino rosso e una fetta di polenta calda, per riscaldarci dal freddo che si insinua dentro e fuori i nostri mantelli.
Mantelli che odorano d'inverni gelidi, Imbrattati dal fango dei nostri stessi passi.
Mantelli feriti da spine di rovi,da cespugli ostili che, appigliandosi, frenano il nostro cammino.
Storia di mantelli poveri. Come il mantello di quell'uomo.
Una specie di carpentiere: un falegname.
Si portava addosso il suo mestiere di trucioli e segatura.
Un odore inconfondibile di resina e colla, ma anche di noce e di cedro...o quercia?...forse ulivo... Un profumo nodoso e contorto.
Se lo portava dietro così, senza neanche accorgersene.
Bastava un frusciare della sua tunica o del suo mantello frusto, per capire che razza di lavoro facesse. Nulla, peraltro, di che vergognarsene.
Mestiere nobile, mestiere che conforta la vita delle persone:
la culla, il carro, lo sgabello, il letto, ...la bara...
Mestiere da poveri, dove il sudore non è più terra (eppure lo era) e non sarà neppure frutto (ma forse lo sarebbe diventato): è legno.
Albero.
Segno sospeso a coniugare due mondi così indissolubilmente separati dalla linea dell'orizzonte... luogo misterioso e irraggiungibile, dove il creato manifesta i suoi eccessi contraddicendosi con indecifrabili compenetrazioni.
Storia di poveri, come quell'uomo, un artigiano.
Aveva fatto sorridere mezzo paese con quella faccenda di dover farsi censire a Betlemme, in quanto, tramite una catena di ventisette generazioni, era discendente di re.
E anche a Betlemme gli ridevano in faccia quando, affacciandosi alle locande, chiedeva un giaciglio, se non per sé, almeno per sua moglie.
Già, sua moglie.
Per trovare asilo forse avrebbe fatto meglio lasciar trapelare lo stato della sua giovanissima moglie, che dopo il lungo viaggio era certamente esausta e per di più incinta.
Ma in faccia gli ridevano anche al paese da dove veniva, perché tutti, a Nazareth, erano al corrente che la moglie del carpentiere, fosse rimasta incinta ben prima del matrimonio.
Dicevano, tra una battuta insinuante e uno sguardo beffardo, che quella storia, la storia dello Spirito di Dio che era sceso su di lei e di tutto quel frullio di ali che avrebbero portato annunciazioni straordinarie a destra e a manca sul conto di Maria, avesse il sapore del fumo quando si accende la legna ormai bagnata.
Tant'è che Maria, fors'anche per sottrarsi a quegli sguardi irriverenti, decise di andare a far visita a sua cugina Elisabetta, moglie dell'ormai anziano sacerdote Zaccaria.
Anche Elisabetta era già molto avanti negli anni.
E nonostante la venerabile età, lei, che veniva chiamata "la sterile", era già al sesto mese di gravidanza, ma nessuno osava ridere di ciò; poiché misteri di questo tipo, si diceva accadano solo per diretto intervento del Padre Eterno.
Il quale, non solo avrebbe compiuto un tal prodigio, ma per punire l'incredulità di Zaccaria, lo rese muto fino al giorno in cui nacque il piccolo Giovanni: loro figlio.
Maria andò da Elisabetta e per tre mesi si tennero compagnia.
E sì, perché Elisabetta, con il marito malinconico e ammutolito, non aveva nessuno con cui conversare. E comunque sia, il giorno del suo arrivo, appena Maria varcò l'uscio, i due "ancora non nati", si riconobbero. Come le due donne si accorsero di questo riconoscimento è un altro mistero. Perché, incredibile a dirsi, ma sembra che il piccolo Giovanni, per la gioia si mise a danzare nel ventre di sua madre Elisabetta. Proprio così: si mise a danzare.
Solo chi è madre può forse intuire le impenetrabili complicità e silenziose tenerezze che si intrecciano, mute, in quest'oceano di intime emozioni.
Noi siamo povera gente che non ne capisce molto di queste cose, ma pare che tutto questo lo avessero già anticipato dei veggenti molti anni prima.
Tant'è che Maria non seppe trattenere la sua contentezza e pronunciò parole talmente belle, che nemmeno quelle scritte da questi..."antichi sapienti"... (ma come si chiamavano?... Ah, sì: i Profeti) nemmeno quelle parole erano così: così consolanti. Già, quelle parole... cosa dicevano...quelle parole?

L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore,
poiché ha guardato all'umiltà della sua serva
d'ora in poi tutte le generazioni mi diranno "Beata".
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il Suo nome.
Di generazione in generazione la Sua misericordia si stende su
quelli che Lo temono:
ha spiegato la potenza del Suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili,
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele Suo servo ricordandosi della Sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri Padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi e quando tornò, il povero Giuseppe (si, il falegname) all'inizio non riusciva tanto a comprendere cosa le fosse successo.
Tuttavia, ci fu anche per lui un frullo d'ali che, in qualche modo, cercò di spiegargli come erano andate le cose. In realtà non è che avesse capito molto bene: lui era abituato a maneggiare il legno. E il legno per averlo, bisogna tagliare l'albero.
E per avere l'albero bisognava mettere il seme nella terra.
Tutto il resto lui non lo sapeva. Sapeva solo questo: per avere il legno bisognava mettere un seme nella terra. E aspettare. L'albero, poi, sarebbe venuto da sé.
E con un pò di vergogna per la sua ignoranza e una leggera malinconia negli occhi, capì che tra un frullo di piume e l'altro, tra un fruscio ed un sussurro, ciò che quella notte gli avevano spiegato quelle ali, era stato stabilito dall'Eterno.
Quindi si persuase, sposò Maria e che ognuno pensasse quel che voleva.
Così, dopo tutte quelle complicazioni, si trovavano in viaggio per assecondare i capricci di un lontano imperatore del quale non conoscevano neppure il nome.
Chissà perché poi, voleva sapere quanti erano.
Tanto che sarebbe cambiato? Uno più, uno meno: per lui che differenza faceva?
Tutta quella strada. E quelle fatiche... E il freddo... era dappertutto, il freddo.
Nelle locande e nelle stalle di Betlemme, neanche un angolo libero per riposarsi, affollate com'erano di gente venuta fin qui per farsi contare.
Sembrava che nessuno volesse rinunciare a farsi censire, quasi fosse l'occasione per avere conferma di essere vivi:

- "Eccomi!"
- "Ci sono."
- "Esisto!..."

E Maria, il cui parto èra imminente, se ne stava sopra l'asinelio... E sì, perché il falegname un asinelio l'aveva. Oh niente di che, si capisce: un asino da poveri, un pò spelacchiato, con un orecchio normale e uno ammosciato. Anche lui con l'odore di trucioli e di segatura... e di asino, naturalmente.
Si era fatta già notte e Giuseppe, calpestando quell'antica terra che un tempo lo vide bambino, condusse Maria e l'asinelio verso una grotta poco distante. Gli ultimi spiccioli di crepuscolo si consumavano su tre profili stanchi incisi nell'orizzonte, quando la giovane sposa iniziò ad avvertire le prime doglie.
Nella grotta, solo un vitello ed una mangiatoia.
Fuori, il grande silenzio della notte più lunga dell'anno, si diffondeva per tutte le contrade.
Un silenzio così profondo, nel quale pareva che la terra trattenesse i suoi respiri ed il cielo i suoi aliti. Sembrava che d'improvviso regnasse una tregua tra ogni parte del creato.
Una sospensione irreale che preannunciava avvenimenti straordinari.
Soltanto silenzio.


Trascrizione tratta del libretto originale in omaggio e ricordo dell'amico regista Gianlorenzo Brambilla.

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