Benedetto Lupo, pianista

 

Nato a Bari, compie gli studi musicali nella sua città diplomandosi con lode e menzione speciale. Si perfeziona successivamente con Marisa Somma, Sergio Perticaroli ed Aldo Ciccolini e frequenta le master class di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia. Debutta a tredici anni con il Primo Concerto di Beethoven e si impone subito in numerosi concorsi internazionali tra cui il "Cortot" ed il "Ciudad de Jaén" in Europa, ed il "Robert Casadesus" di Cleveland, "Gina Bachauer" e "Van Cliburn" negli Stati Uniti. Nel 1992 vince a Londra il Premio "Terence Judd" e viene scritturato per un recital a Wigmore Hall e per dei concerti con la Hallé Orchestra a Manchester. La sua intensa attività concertistica lo vede abitualmente impegnato in America, in Giappone ed in Europa, con direttori come Marc Andreae, Piero Bellugi, Umberto Benedetti Michelangeli, Aldo Ceccato, Yoram David, Gabriele Ferro, Miguel Harth-Bedoya, Lü Jia, Vladimir Jurowski, Kent Nagano, Daniel Oren, Victor Pablo Perez, Zoltan Pesko, Alessandro Siciliani, Michel Plasson, Michael Stern e Stanislaw Skrowaczewski, Josep Pons, Alain Lombard, Pavel Kogan, Carlos Miguel Prieto ed altri ancora. Ospite dei maggiori festival ed istituzioni internazionali, ha suonato fra gli altri all'Ambassador Auditorium di Pasadena (Los Angeles), al Lincoln Center di New York, a Cleveland, alla Salle Pleyel a Parigi, al Palais des Beaux Arts a Bruxelles, al Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, al Teatro La Fenice di Venezia, all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma ed ai Teatri Comunali di Bologna e Firenze.Ha al suo attivo anche un'importante attività cameristica. Oltre alle sue registrazioni per numerose radiotelevisioni europee e statunitensi, ha inciso per la TELDEC, BMG, VAI, NUOVA ERA e l'integrale delle composizioni per pianoforte e orchestra di Schumann per la ARTS

 

 

Salutato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione, Benedetto Lupo, nato a Bari, vi compie gli studi musicali diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Si perfeziona successivamente con Marisa Somma, Sergio Perticaroli ed Aldo Ciccolini e frequenta le masterclass di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia. Debutta a tredici anni con il Primo Concerto di Beethoven e si impone subito in numerosi concorsi internazionali tra cui il "Cortot" ed il "Ciudad de Jaén" in Europa ed il "Robert Casadesus" di Cleveland, "Gina Bachauer" e "Van Cliburn" negli Stati Uniti. Nel 1992 vince a Londra il Premio "Terence Judd" e viene scritturato per un recital a Wigmore Hall e per dei concerti con la Hallé Orchestra a Manchester. La sua intensa attività concertistica lo vede abitualmente impegnato nelle Americhe, in Giappone ed in Europa, in collaborazione con direttori come Marc Andreae, Piero Bellugi, Umberto Benedetti Michelangeli, Aldo Ceccato, Yoram David, Gabriele Ferro, Miguel Harth-Bedoya, Lü Jia, Vladimir Jurowski, Kent Nagano, Daniel Oren, Victor Pablo, Zoltan Pesko, Michel Plasson, Michael Stern e Stanislaw Skrowaczewski. Ospite dei maggiori festival ed istituzioni internazionali, Benedetto Lupo ha suonato inoltre all'Ambassador Auditorium di Pasadena (Los Angeles), al Lincoln Center di New York, alla Salle Pleyel a Parigi, al Palais des Beaux Arts a Bruxelles, al Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, al Teatro La Fenice di Venezia ed ai Teatri Comunali di Bologna e Firenze, oltre che per le maggiori istituzioni concertistiche italiane. Pianista dal vasto repertorio, Lupo ha al suo attivo anche un'importante attività cameristica. Oltre alle sue registrazioni per numerose radiotelevisioni europee e statunitensi, Lupo ha inciso per la TELDEC, BMG, VAI, NUOVA ERA e l'integrale delle composizioni per pianoforte e orchestra di Schumann per la ARTS.

 

Benedetto Lupo svela in Brahms energia e poesia di Cesare Galla

Vicenza. Il primo Concerto per pianoforte di Brahms, opera della giovanile irruenza (e della disinvoltura formale), ..... risolta strumentalmente con la tensione giusta e con molta concentrazione, al di là di qualche squilibrio di suono, inevitabile del resto se si affronta una partitura del genere, ad esempio, con soli quattro violoncelli, pur impegnatissimi....
Al pianoforte c'era Benedetto Lupo, interprete sensibile ed efficace. La sua lettura brahmsiana è parsa molto ben equilibrata fra estroversione virtuosistica, tratteggiata con grande incisività pur nel costante controllo del suono, e dolcezza melodica, grazie anche a una definizione timbrica di trasparente eleganza, a un fraseggio mobile e riflessivo nel quale le composite suggestioni del romanticismo del primo Brahms mostrano già il segno di una ricomposizione espressiva nel segno della misura. Pianista comunicativo, Lupo, accorto stilisticamente, capace di tenere testa all'orchestra, come impone il ruolo del suo strumento in questo Concerto, ma anche di trovare un mondo di sfumature. Quelle che ha poi distillato nel conclusivo bis di Schumann, con intima tenerezza..

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Aggiornamento : 05/01/2005
Fonte: info ufficio stampa