Festival Lago di Como

Rovellasca (CO)

Sabato 4 giugno 2011 ore 21:15

Organizzato da Festival Lago di COMO ed.2011
in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Rovellasca
Concerto per il 150°

dell'Unità d'Italia

Hiroko Morita, soprano
Alex Magri, tenore
Orchestro SINFOLARIO
direttore Roberto Gianola
Introduzione all'ascolto e commento storico a cura
di Mario Mainino

www.festivallagodicomo.it 


Programma:
G.Mameli: Inno nazionale
G.Verdi: Sinfonia dall’opera “Nabucco”
V.Bellini: Casta diva
G.Verdi: A si ben mio dal Trovatore
V.Bellini: Sinfonia dalla Norma
G.Verdi: Tacea la notte placida dal Trovatore
G.Verdi: La donna e’ mobile dal Rigoletto
G.Verdi: Sinfonia da La forza del destino
G.Verdi: E’ strano da Traviata
G.Verdi: Di quella pira dal Trovatore
G.Verdi: Brindisi dalla Traviata
 

 

 

GIOVEDI' 2 GIUGNO 2011 ore 21.15

VENERDI' 3 GIUGNO 2011 ore 21.15

SABATO 4 GIUGNO 2011 ore 21.15

 


 


Seguono immagini della serata:

 

 

Introduzione ufficiale di Andrea Balzaretti

Saluti del Sindaco Sergio Zauli

Passaggio del microfono a Mario Mainino, è la prima volta che invitiamo un musicologo
per introdurre all'ascolto e collocare storicamente in brani del concerto.









Da sinistra Mario Mainino, Alex Magri, Hiroko Morita, Roberto Gianola

 

 

"Viva V.E.R.D.I." letto come "Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia".
(scritta che apparve durante l'occupazione austriaca)

Signore e signori buona sera e benvenuti a questo concerto.
Ringrazio l’amico M°Roberto Gianola dell’invito a dire due parole sui brani che ascolteremo,
Questo concerto vuole ricordare in musica alcuni momenti della nostra storia legati ad un avvenimento importante come la nascita di una nuova nazione unita : l'ITALIA. Un Unità che è ancora in divenire e che ogni giorno deve essere difesa e consolidata, per il bene comune dobbiamo difendere questo importante valore. Vorrei ricordare che il concetto di Italia era ben vivo già molto prima che fosse realizzata una unità politica. Mozart, Goethe, Liszt hanno compiuto i loro viaggi in Italia, una Italia divisa in stati e staterelli, regni e ducati, ma vista dallo “straniero” come una unica patria di tanti nomi illustri da Dante a Petrarca, da Pergolesi a Palestrina, da Leonardo a Michelangelo.
Alessandro Manzoni nella sua ode MAGGIO 1821 dice:

Soffermati sull’arida sponda,
Vòlti i guardi al varcato Ticino,
Han giurato: Non fia che quest’onda
Scorra più tra due rive straniere;
Non fia loco ove sorgan barriere
Tra l’Italia e l’Italia, mai più!

Manzoni auspicava ”una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue, di cor” ma questi ingredienti della ricetta Italia dobbiamo costruirli e mantenerli, come la nostra lingua, nata dal toscanaccio dialetto nel 1300 ed oggi “lingua” che ci identifica nel mondo e con la quale entriamo in relazione gli uni con gli altri dalle Alpi a Pantelleria, al di la delle nostre parlate locali.
Grandi nomi delle letteratura hanno dato con le loro parole la scintilla che ha acceso i fuochi del nostro Risorgimento italiano, dal 1815 (anno del Proclama alla unità degli Italiani di Gioachino Murat, dal suo vacillante trono del regno di Napoli) ed accolto nella ode del Manzoni, ma ancor prima Vittorio Alfieri a cavallo tra settecento ed ottocento. “una di sangue” come il molto sangue versato dagli Italiani dei Moti carbonari, delle Cinque Giornate di Milano (1848) che hanno contribuito alla nascita del primo Regno d’Italia, unito sotto la casa regnante dei Savoia ma spezzato in due dallo Stato Pontificio sino al quel 1870 che vide con la Breccia di Porta Pia la caduta di Roma e il trasferimento ivi della Capitale d’Italia.
Non fia loco ove sorgan barriere Tra l’Italia e l’Italia, mai più!
Dalla letteratura alla musica e quale genere poteva esprimere questi ideali se non l’opera lirica, che ha diffuso la nostra lingua nel mondo come lingua ufficiale di chi affrontava questo genere sin dal primo settecento. Mosca, Londra, Vienna, Parigi tutti ascoltavano opere in italiano e gli autori di quei paesi scrivevano in italiano citiamone solo due Mozart ed Haendel.
Ma veniamo al primo brano in programma;

G.VERDI : SINFONIA DALL'OPERA "NABUCCO"
andata in scena il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano Venne replicata ben 64 volte solo nel suo primo anno di esecuzione. Storia biblica di una profezia avverata, di un popolo oppresso, catturato e prigioniero in Babilonia, e di una conversione della straniera Fenena figlia di Nabucco alla religione degli ebrei. Tra i vari temi che si ascoltano nella Sinfonia riconoscerete certo quello del famoso coro VA PENSIERO.

V.BELLINI: CASTA DIVA DA NORMA  E' il 24 gennaio 1835 sul palcoscenico del Teatro Italiano di Parigi, Vincenzo Bellini nei suoi “Puritani” fa cantare Suoni la tromba, e intrepido io pugnerò da forte, bello è affrontar la Morte gridando libertà! Un’opera scritta su libretto di Carlo Pepoli, rivoluzionario implicato nei moti mazziniani del 1830-31 nella Romagna che lo costrinsero ad emigrare per numerosi anni a Parigi e a Londra. Norma fu composta in meno di tre mesi, dall'inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, debuttò al Teatro alla Scala di Milano il successivo 26 dicembre. Dramma di guerra e d’amore vede il popolo dei Druidi occupato dagli invasori romani e la sacerdotessa Norma, amante e madre di due figli avuti dal console romano Pollione. Un legame che la costringe a tenere a bada il suo popolo che vorrebbe ribellarsi all’invasore.

G.VERDI: A SI BEN MIO DA TROVATORE 1Andato in scena il 9 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma uno dei tre capolavori, quasi posti come un giro di boa a metà strada della vita compositiva di Verdi. Racconta la lotta tra due fratelli che non sanno di esserlo per l’amore di una donna, Leonora, dama della regina.

V.BELLINI: SINFONIA DA NORMA torniamo alla Norma per ascoltare la bella Sinfonia che, come era abitudine, raccoglie in se molti dei temi che saranno poi cantati nel corso dell’opera dal coro Guerra Guerra, alla cabaletta di Pollione Me protegge me difende, ai temi delicati legati alla sacerdotessa Norma. L’opera si chiuderà con la morte sul rogo di Norma che si autoaccusa del tradimento del suo voto sacerdotale e di Pollione che ne condividerà la sorte. Norma prima di morire chiederà al padre Oroveso di non volere vittima anche i due innocenti figli avuti da questa relazione e di salvare le loro vite.

G.VERDI: TACEA LA NOTTE PLACIDA DA TROVATORE torniamo al primo atto con la scena nella quale Leonora, mentre attende di notte la visita dello sconosciuto Trovatore di cui si è innamorata, racconta alla sua confidente come lo conobbe in un torneo di cui lo incoronò vincitore ed in seguito lo rivide.

G.VERDI: LA DONNA E’ MOBILE DA RIGOLETTO Prima rappresentazione il 11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia un dramma molto forte nel quale la difformità fisica sembra essere sinonimo di perversione mentale, ma il povero buffone Rigoletto (Tribolet se la censura non avesse obbligato Verdi a trasferire l’azione da Parigi a Mantova) è costretto ad essere perfido e beffardo il retaggio di ogn’uom gli è tolto : il pianto. Forzasi deve e fare ridere il suo giovane padrone il libertino Duca di Mantova del quale ascoltiamo il suo pensiero sulle donne.

G.VERDI: SINFONIA DA LA FORZA DEL DESTINO Teatro Imperiale di San Pietroburgo il 10 novembre 1862 Il debutto italiano avvenne al Teatro Apollo di Roma il 7 febbraio 1863, con il titolo Don Alvaro. La seconda versione, per la quale Verdi aggiunse la celebre sinfonia e compose un nuovo debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 27 febbraio 1869, diretta da Angelo Mariani. Nel 1862 compose, per l'Esposizione Universale di Londra, l'Inno delle Nazioni su testo di Boito dove usa per identificare l’Italia proprio l’Inno di Mameli.

G.VERDI : E' STRANO DA TRAVIATA Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 con un iniziale fiasco, che convinse Verdi a rivederla in parte. La scena finale del primo atto rompe con le convenzioni teatrali dell’epoca lasciando sola la protagonista a meditare sullo strano sentimento che sente nascere nel suo cuore e che sarebbe sventura un tale amore.

G.VERDI: DI QUELLA PIRA DA TROVATORE Senso è un film diretto da Luchino Visconti nel 1954. Il regista si è ispirato per questo suo film al testo di Senso, la novella omonima scritta da Camillo Boito per testimoniare la crisi di una società che agisce a fianco della Storia, senza potervi partecipare. Venezia, 1866: nel corso di una recita del Trovatore alla Fenice, gli irredentisti organizzano un lancio di volantini proprio al termine della cabaletta di Manrico che chiude il terzo atto. Storia d’amore tra il tenente austriaco Franz Mahler, che insulta gli italiani, e viene allora sfidato a duello dal patriota, conte Ussoni, e la bella contessa Livia Serpieri che, pur sposata, si innamora follemente di lui, sullo sfondo della terza guerra d'indipendenza italiana. Dopo aver scoperto che l’ufficiale usò i soldi dei rivoluzionari per divertirsi alle sue spalle, si vendica denunciandolo e lascia che venga fucilato come disertore.

G.VERDI: BRINDISI DA LA TRAVIATA


Altre note:


Verdi scrive di Garibaldi al suo librettista Piave durante le Cinque Giornate di Milano -"Onore a questi prodi ,Onore a tutta l'Italia che in questo momento è veramente grande! L'ora è suonata della sua liberazione. È il popolo che la vuole: e quando il popolo vuole non avvi potere assoluto che la possa resistere. [...] Non c'è, né ci deve essere che una musica grata alle orecchie degli italiani del 1848. La musica del cannone!."
Nabucco segnò l'inizio di una folgorante carriera. Per quasi dieci anni Verdi scrisse mediamente un'opera all'anno nelle quali la parola patria appare molte volte, da I Lombardi alla prima crociata (Oh Signor che dal tetto natio) a La battaglia di Legnano (Il sangue italico), passando per I due Foscari, Giovanna d'Arco, Alzira, Attila (Cara Patria già madre e Reina - Santo di patria indefinito amor - Resti l’Italia a me), Il corsaro, I masnadieri, Ernani (Si ridesti il leon di pastiglia) e Macbeth (Patria oppressa) Les vêpres siciliennes (O patria mia mio solo sospir); Aida (Oh patria mia).
Verdi partecipò attivamente alla vita pubblica del suo tempo. Fu, come si è accennato, un patriota convinto, anche se nell'ultima parte della sua vita traspare, dall'epistolario e dalle testimonianze dei suoi contemporanei, una disillusione, un disincanto, nei confronti della nuova Italia unita, che forse non si era rivelata all'altezza delle proprie aspettative. Fu sostenitore dei moti risorgimentali Il Paese lo volle, quasi a viva forza, membro del primo parlamento del Regno d'Italia (1861-1865), eletto come Deputato nel Collegio di Borgo San Donnino, l'attuale Fidenza, e, successivamente, senatore a vita dal 1874. Fu anche consigliere provinciale di Piacenza. Rappresentò, e continua a rappresentare per molti italiani la somma di tutti quei simboli che li hanno guidati all'unificazione nazionale contro l'oppressione straniera. E, come disse Dannunzio "PIANSE ED AMO' PER TUTTI"
 

 
 
 


 

Servizio fotografico di Fabio Borsani
( e/o di Mario Mainino)

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

torna alla pagina precedentemente consultata

www.concertodautunno.it
sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di
Mario
da Vigevano

 

Copyright © Mario Mainino Vigevano PV Agg.del 07/06/2011
Copia quello che vuoi, ma per favore cita da dove lo hai preso !!