Note sull'acqua 2010

ASSOCIAZIONE
“AMICI DELLA MUSICA” TURBIGO

Centrale ENEL DAVIDE ORLANDI - Sala Parco del Ticino
Via Dogana Vecchia - GALLIATE (NO)
Concerto Lirico
Domenica 3 ottobre 2010 ore 16.00
Note sull'acqua
Interpreti:
Anna Valdetarra, soprano
Francesco Medda, tenore
Alberto Mastromarino, baritono
Enrico Zucca, maestro al pianoforte
Introduzione all'ascolto di Mario Mainino

Programma:
PRIMA PARTE
Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)
- OTELLO Credo
- OTELLO Dio mi potevi scagliar
- DON CARLO Tu che le vanità
Richard Addinsell
- Concerto di Varsavia, pianoforte solo
Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)
- OTELLO Già nella notte densa, duetto

SECONDA PARTE
Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)
- MACBETH Fatal mia donna, duetto atto primo
Ruggero Leoncavallo
- PAGLIACCI Vesti la giubba
Umberto Giordano (Foggia, 28 agosto 1867 – Milano, 12 novembre 1948)
ANDREA CHENIER
3° Quadro
Nemico della patria, Gerard
Io t'aspettava, Duetto Gerard e Maddalena
La Mamma morta, Maddalena
Granada



Alcune immagini della serata



Introduzione all'ascolto di Mario Mainino


Alberto Mastromarino, baritono


Francesco Medda, tenore


Anna Valdetarra, soprano


Enrico Zucca, maestro al pianoforte




 

 



Galleria


Immagini della serata


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Anna Valdetarra, soprano
Diplomata in canto e violino, vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali: concorso nazionale per cantanti lirici del Teatro Regio di Parma 1990; concorso nazionale "Mattia Battistini" di Rìetì 1988; concorso internazionale "Festival Verdi" di Parma 1990; concorso internazionale di canto "Pavia Lirica" 1993; concorso internazionale di canto "G.B. Viotti" dì Vercelli 1984; International Voice Competition/Luciano Pavarotti 1985; concorso internazionale "Voci verdiane" di Busseto 1990.
Inizia la carriera lirica nel 1988 da protagonista nelle più importanti opere del repertorio lirico, cantando nei più importanti teatri italiani ed esteri.
Nel marzo 2000 ha eseguito, prima esecuzione assoluta in Italia, alla Sala Verdi di Milano "Anna Frank" di L. Gamberoni, per soprano, coro ed orchestra. Ospite di varie stagioni al Festival di Massa Marittima, nell'agosto 2000 ha partecipato alla produzione di "Andrea Chenier" di Giordano. Nel 2001, anno verdiano, ha cantato la "Messa di Requiem" di Verdi al Festival dì Ubeda (Spagna) e "Nabucco" in importanti teatri spagnoli. Ancora protagonista a novembre e dicembre 2001 in "Nabucco" a Ravenna, Livorno e Lucca. Importante debutto nel ruolo della Lady nel "Macbeth" verdiano al Teatro dì Vercelli nel 2004 (la selezione dell'opera è uscita in versione CD per la "Video Radio Classics"). Nell'ottobre 2004 ha cantato come protagonista di "Ballo in maschera" in importanti teatri spagnoli. Prossimi impegni: "Tosca", "Carmen", "Messa di requiem" Verdi.
Alberto Mastromarino, baritono
Dopo avere debuttato nel ruolo di Amonasro in Aida presso il Teatro Eliseo di Roma nel 1987, canta in numerosi Teatri quali: - Comunale di Firenze “Macbeth e Ballo in Maschera” - Staatsoper Vienna “Cavalleria Rusticana” - Macerata Sferisterio “Butterfly” - Torino Teatro Regio “Rigoletto”, “Pagliacci”; regia di Zeffirelli - Roma, Teatro dell’Opera “Tosca”. Nel 2002 debutta “Tabarro”. Ha inoltre interpretato: Gerard “Andrea Chenier”, al Teatro Verdi di Trieste e a Tel Aviv e“Pagliacci” all’Opera di Roma. Recente il successo con il ruolo di Gianciotto nella Francesca daRimini di Zandonai al Teatro dell’Opera di Roma. Alla Fenice di Venezia ha debuttato il ruolo di Ezio in Attila e alla Deutsche Oper di Berlino è stato Barnaba ne La Gioconda” di Ponchielli. Nel 2005 ha inaugurato la stagione dell’Arena di Verona con “La Gioconda” e la stagione del Los Angeles Opera con “I Pagliacci”. Nel 2006 debutta con successo il ruolo di “Falstaff” per la Fondazione Toscanini di Parma. Canta inoltre “Le Villi” allo Staatsoper di Vienna ; “La Gioconda” al Teatro Bellini di Catania e “I pagliacci” con la Rundfunk Orchestre di Monaco. Inaugura per la seconda volta la stagione lirica dell’Arena con “Pagliacci”, diretto dal Maestro Lu Ja. E’ inoltre impegnato in “Cavalleria Rusticana” per il Teatro San Carlo di Napoli e alla Deustche Oper di Berlino in Tosca” e ne “Le Villi”. Nel 2007 debutta nel “Tabarro” e in “Gianni Schicchi”. Nel 2008 debutta al teatro Liceu di Barcellona con “Aida” e sempre con “Aida” va a Tel Aviv sotto la direzione del Maestro Zubin Mehta. Tra gli impegni del 2008 si segnala il debutto nell’”Amica” di Mascagni al Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2009 v'è il debutto al Metropolitan di New York come Tonio ne “I Pagliacci”. Nel Settembre - Novembre 2009 canta nel ruolo di Falstaff nell’omonima opera di Verdi per il Teatro di Toulon, ed è stato impegnato nell’Opera i Pagliacci a Tenerife. Tra i suoi ultimi impegni, con molto successo è stato allo Staatsoper di Vienna nell’Opera Cavalleria Rusticana.
Enrico Zucca, pianoforte
Dopo essersi diplomato al conservatorio di Piacenza, ha iniziato molto presto la sua attività concertistica. Come maestro di spartito ha collaborato con i più illustri artisti, come Magda Olivero, Gina Cigna, Franco Corelli e numerose sono state anche le sue partecipazioni a trasmissioni televisive. Profondo conoscitore delle tradizioni del melodramma, ha indirizzato in modo preminente i suoi interessi verso l'insegnamento del canto, annoverando fra i suoi allievi il baritono pavese Ambrogio Maestri.

Note di presentazione al programma:

Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)

OTELLO Credo in un Dio crudel, monologo, Jago (atto II)
(Teatro alla Scala di Milano, 5 febbraio 1887) - Dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito
Boito, parlando di se e di Franco Faccio, disse nel suo brindisi all’Arte Italiana “Forse già nacque chi sovra l’altare – Rizzerà l’arte, verecondo e puro – Su quell’altare bruttato come muro – Di lupanare” Riferendosi ala portata dell'arte verdiana che identificava col basso livello della cultura e del gusto musicale italiano di quel periodo; quel livello di cui si vide tutta li mediocrità e l'angusti d'orizzonti quando Wagner, con le rappresentazioni del Lohengrin e del Tannhaueser, avvenute rispettivamente nel 1871 e 1872 a Bologna, dove l'ambiente culturale era meno sfavorevole, fece il suo ingresso in lulia, mandando tutti i cervelli in ebollizione. E Boito, che non aveva esitato a proclamare Meyerbeer <un genio sovrano> benché >troppo composito per essere l'espressione di un'arte> s'era lasciato andare a stigmatizzare Wagner con gli epiteti di <falso precursore> e <falso apostolo> qualificandolo uno di <uno di quei propalatori di verità mal dette, mal pensate e mal ascoltate, uno di quei farnetici i quali avendo pure in pensiero la luce, diffondono il buio, pomposi sparpagliatori di clamorose confessioni, guastatori di teorie con la pratica, di pratica con la teoria, ingegni enfiati di vanità più che nutriti di scienza>. Nella luce di un ben più equilibrato giudizio storico, lo stesso Boito fece poi generosa ammenda.
Tratto da ( vedi )

DON CARLO Tu che le vanità
(Teatro de l'Opéra di Parigi, 11 marzo 1867) - Opera in cinque atti su libretto di Joseph Méry e Camille du Locle. La prima rappresentazione, in cinque atti e in lingua francese, ebbe luogo l'11 marzo 1867 al Théâtre de l'Académie Impériale de Musique di Parigi. In seguito l'opera fu tradotta in italiano da Achille de Lauzières e rimaneggiata a più riprese.)
Le tematiche chiave sono tre: il contrasto genitore/figlio, che si rivela tramite il confronto negativo fra Don Carlos e Filippo II di Spagna, suo padre, sul piano intimo e politico; il contrasto fra due concezioni politiche diverse, sintetizzato dal confronto fra il Marchese di Posa, propenso ad una politica libera fondata sulle autonomie, e Filippo II incarnazione della monarchia assoluta, il conflitto tra Stato e Chiesa, rappresentato dalla lotta persa in partenza fra il Grande Inquisitore e Filippo II, che non riuscirà ad imporsi al potere temporale della Chiesa.
In quest'opera Verdi affina la ricerca psicologica avviata con le opere della "trilogia popolare": Filippo II viene presentato come una personalità negativa, che nel terzo atto (versione in quattro atti) rivela tuttavia un lato intimamente patetico. Tra gli innamorati verdiani, Don Carlos è quello dal carattere più romanticamente impulsivo, al limite dell'isteria. Elisabetta, l'amata, destinata a diventare la sua matrigna, è una figura femminile rassegnata all'infelicità. Le figure di Rodrigo, Marchese di Posa, e della Principessa Eboli, costituiscono il motore della vicenda. Su tutti incombe la possente figura del Grande Inquisitore, arbitro dei destini di tutti, alla cui volontà lo stesso Filippo dovrà piegarsi.

Ferenc Liszt (Raiding, 22 ottobre 1811 – Bayreuth, 31 luglio 1886)
Parafrasi da concerto dal Rigoletto

Compositore, pianista e direttore d'orchestra ungherese. Studiò e suonò a Vienna e Parigi, viaggiò in tutta l'Europa tenendo concerti un po' ovunque. Fu uno dei grandi virtuosi del pianoforte dell'Ottocento, rivoluzionò la tecnica pianistica e il rapporto tra pubblico ed esecutore. Fu legato a Frédéric Chopin da amicizia e stima. Nel 1865 divenne abate nella Chiesa cattolica. Opere Sinfonico-vocali Faust-Symphonie da Johann Wolfgang von Goethe; Dante-Symphonie da Dante Alighieri; Christus dalle Sacre Scritture e dalla Liturgia Cattolica; Via crucis.
Poemi sinfonici Tasso. Lamento e trionfo (da Byron);Les Préludes (da Alphonse de Lamartine); Mazeppa (da Victor Hugo); Hamlet (da William Shakespeare). Composizioni per pianoforte Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 e n. 2; Totentanz (danza macabra per pianoforte e orchestra); le Années de pèlerinage; Studi d'esecuzione trascendentale da Niccolò Paganini; rapsodie ungheresi; le Leggende (S. Francesco d'Assisi che predica agli uccelli; S. Francesco da Paola che cammina sulle acque); Rhapsodie espagnole. Folies d'Espagne et Jota aragonesa; La lugubre gondola ( in morte di Wagner anche per Arpa) il Mefisto valzer

Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)
MACBETH Fatal mia donna, duetto atto primo

Decima opera lirica di Giuseppe Verdi. Il libretto, tratto dal Macbeth di William Shakespeare, fu firmato da Francesco Maria Piave, ma molte parti furono riviste o riscritte da Andrea Maffei. Dopo l'iniziale successo, il 14 marzo 1847, al Teatro della Pergola di Firenze, l'opera cadde nell'oblio, e in Italia fu riesumata con strepitoso successo al Teatro alla Scala il 7 dicembre 1952, con Maria Callas nel panni della protagonista femminile. Da allora è entrata stabilmente in repertorio. Il soggetto, caro a Verdi, come d'altronde tutti i soggetti di Shakespeare - che soleva chiamare Papà Guglielmo - si presenta molto bene articolato sul punto di vista delle voci, in una completezza che porta ad una soddisfazione intima dell'uditore che vede soddisfatte tutte le sue ambizioni musicali da ascoltatore. In effetti la schematizzazione dei personaggi nei gruppi del "bene" (Malcolm, Macduff, Banco) e del "male" (Lady Macbeth, Macbeth) sono riflessi dai modi di cantare: i primi cantano insieme ai cori e con declamati molto patetici (come l'aria del IV atto di Macduff) che rispondono all'ideale del "giusto" nell'opera ottocentesca; i secondi e soprattutto Lady Macbeth cantano sottovoce e con toni cupi espressamente evidenziati da Verdi nella partitura stessa.

Umberto Giordano (Foggia, 28 agosto 1867 – Milano, 12 novembre 1948)
ANDREA CHENIER

(prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 28 marzo 1896)
Opera in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, ispirata alla vita del poeta francese André Chénier (1762-1794).
È la più famosa opera di Giordano e, assieme alla Fedora, è ancora oggi in repertorio. A Castell’Arquato dove ha sede il museo Illica i versi finali dell’opera sono incisi sul monumento che ricorda Luigi Illica.
3° Quadro
L’Incredibile, rimasto da solo con Gerard, lo costringe ad accusare Chénier, che nel frattempo era stato arrestato. Gerard esita, ma la sua gelosia per Maddalena lo convince a denunciare il rivale. Maddalena sconvolta si offre al suo ex servo perché salvi la vita di Chénier. Questi commosso farà di tutto per salvare il giovane. Durante il processo, il poeta si difende da ogni accusa e Gerard, pentito di aver detto il falso allo scopo di sbarazzarsi del rivale, ritratta la denunzia. Questo non è però sufficiente e Chénier viene condannato a morte. Maddalena confusa tra la folla piange amaramente. Son sessant'anni, o vecchio, romanza di Gerard, quadro I O pastorelle, addio, coro, quadro I Un dì all'azzurro spazio, improvviso di Chénier, quadro I Nemico della patria?!, monologo di Gérard, quadro III La mamma morta, racconto di Maddalena, quadro III Come un bel dì di maggio, romanza di Chénier, quadro IV Vicino a te s'acqueta, duetto tra Chénier e Maddalena, quadro IV

Nemico della patria, Gerard
Io t'aspettava, Duetto Gerard e Maddalena
La Mamma morta, Maddalena
Una delle arie più famose dell'opera, La mamma morta (atto III) interpretata da Maria Callas, fa parte della colonna sonora del film Philadelphia interpretato da Tom Hanks e Denzel Washington.

 
 
 


   
 

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