Ada Negri disegnatrice

Varallo Sesia (VC) - Pinacoteca

Venerdì 9 luglio 2010 ore 18,00
Inaugurazione, la mostra prosegue sino al 29 settembre 2010

Ada Negri, antologica

Disegni dal 1970 ad oggi


2015_10_05 Ada Negri disegnatrice di Grignasco, scomparsa a 89 anni in un ricordo di una sua mostra


 


Note di presentazione alla mostra:

Individuati nella matita e nel pastello i propri mezzi elettivi d'espressione fin dagli esordi, Ada Negri (nata e residente a Grignasco)  si è impegnata in un forte processo di crescita tecnica, supportato da una forza d'animo di incontestabile valore, da un rapporto con l'emozione davvero totale e dall'esempio di Aldo Salvatori, suo indiscusso maestro alla Scuola libera del nudo dell'Accademia di Brera che la pittrice frequenta con caparbia continuità per un decennio tra anni Cinquanta e Sessanta.
Il suo segno appare di rapido accesso e sicuro spessore dopo aver intuito il portato d'esperienza e l'intelligenza sottile che lo governano. Il ventaglio dei soggetti proposti dalla pittrice testimonia il suo orizzonte quotidiano e il clima in cui la sua esistenza si svolge.
Ognuna delle figure di Ada Negri è percorsa da una tensione che se ne impadronisce totalmente, tramite una rete di segni chiari che si sovrappone ai forti traiettori costruttivi principali.
Il colore è concesso per brevi appoggiature, ad allargare con momenti di tenerezza i piani delle immagini. Dal 1960 ad oggi il percorso creativo di Ada Negri si presenta di estrema coerenza e costituisce un "corpus" di lavori di sicuro interesse, per quanti confronti si vogliano tentare all'interno della fedeltà alla pittura di figura.
Ritratti, figure a mezzo busto o intere, sole o in coppia, di uomini intenti al lavoro o di donne, abbigliate o nude, sovente distese ad occupare diagonalmente il foglio; figure di bambini e figure di animali.
Il mondo iconico di Ada Negri risulta capito in profondità e testimoniato con ferma decisione senza compromessi, senza indulgenze, senza eufemismi.

Alberto Crespi, 2003

 

Debbo all'amico Aldo Salvatori la conoscenza di questa singolare artista che egli, gli preme sia chiaro, ha secondato nella sua vocazione e ricerca espressiva, con un colloquio piuttosto che con un magistero, anche se naturalmente il suo esempio è stato illuminante, non però per fortuito incontro, ma per una propensione derivante da una esigenza nativa, per simpatia elettiva.
I disegni presentati in questo volume (una importante opera sulla produzione di Ada Negri n.d.r) sono una parte assai piccola, seppure abbastanza rappresentativa, di una produzione che è quasi quotidiana, segue da un abitato stabile le sequenza delle stagioni e dei giorni quali passano nelle valli della Valsesia, dove il sole sposta a cadenze lunghe le ombre dei monti, e tra mattina e sera trascorrono arie che filtrano e vibrano i colori.
Solo l'occhio poetico registra quest'animazione costante e ne coglie la segreta ricchezza di vita e di contemplazione che si riflette nelle cose, nelle persone, nelle vicende semplici e spesso perenni di un presente intemporale che si apre ogni volta come una scoperta nuova, come una fonte viva e tesa di slancio del sentimento.
Ada Negri, espone per quanto so, dal 1964 (disegna dal 1960 n.d.r.), raramente, e questo libro affascinante documenta il suo lavoro sino ad oggi, di crescente identità e intensità, ma di altrettanto evidente fedeltà ad una visione fermamente radicata in una sensibile certezza, pure in un ciclo palese di eventi interiori che emergono con immediatezza e talvolta con prepotenza nello spettacolo sempre nascente e improvviso della vita così folta e inesauribile nel più breve e consueto ambito, commozione, sorriso, ironia, rapimento, melanconia, compassione, meraviglia, lietezza, empito d'amore.
Ciò che colpisce in queste pagine di diario grafico che non è mai abituale, è lo spirito di verità senza limite di convenzione, per cui la realtà si confessa nelle sue esaltazioni e nelle sue miserie, secondo un'esperienza del vivere compiuta con la consapevolezza della nudità dell'esistenza che non tollera parafrasi o velature, dev'essere accettata nel suo transito diverso e nelle sue forme immutabili, fuori di ogni idealismo o d'ogni sofisticazione, con una sorta di dovere semplice e a volte quasi austero.
La scala delle proiezioni emotive è vasta, perché l'ispirazione si concentra in un piccolo mondo, benché respirato e inventivo, fittamente sorgivo, pieno di umori e d'estri istantanei, avvincente per il pullulare dei movimenti, che l'artista non sente di poter rifiutare, in una sorta di incessante slancio o di disposizione comprensiva. Quest'antologia, scelta e ben scelta come raccolta sintomatica, rappresenta quindi un minimo di un lavoro appassionatamente moltiplicato, e che dovrà prima o poi essere più compiutamente rivelato.

Ada Negri per anni e anni ha fatto questa vita: operaia tessile in una filanda di Grignasco dove è nata e dove vive e disegna, dopo otto ore di fabbrica alla sera andava a Milano per seguire, presso l'Accademia di Brera, il Maestro di sua scelta, compresa la sua cultura notevolmente decantata e di penetrantissima intelligenza moderna.
Attraverso questa l'artista si è misurata con Degas, con Cézanne, con Manet, con Matisse, con una tensione pari a quella con la quale ha accertato nel linguaggio così flessibilmente sensitivo e così puramente esaltante di Salvadori la condizione favorevole per la sua propria espressione.
E' così che viene di guardare nei disegni di Ada Negri degli episodi che Bonnard avrebbe potuto firmare, e che hanno un analogo impeto vitale mediato con un'affabilità affettiva e comunicativa; e in altri casi si pensa a Manzù per l'essenzialità struttiva di profili immersi e di gesti nativamente densi e compressi che si liberano.
Non si può esitare a riconoscere in questa genuina e chiaramente indipendente artista la spontaneità radicale e l'originalità di uno sguardo intrepido e rivelatore. Ada Negri non assiste alle cose usandole come occasioni di forma, e tanto meno se ne distacca per costruire impervie sublimazioni o coltivate astrazioni intellettuali.
L'Artista resta inserito in un tessuto di umanità e di esperienza terrestre cui partecipa e per cui declina una lingua sempre più avvertita, spoglia e talvolta adunca nelle morsure del tratto e sempre più addensata nei corpi chiaroscurati o sollevati nelle pulsazioni cromatiche.
E' ancora una voce autentica e profonda che proviene da una solitudine remota e gelosa. A questo disegno inerme e indomito si volge la nostalgia e si appaga la gioia per le cose nascoste in noi e ritrovate per il limpido dono, immagini d'infanzia e di adolescenza, di lavoro e di giochi, di quiete serena e di rassegnato dolore, di rigoglio solare e d'ora serale e raccolta, d'urto sensuale e di trasparenza sentimentale.
Un canto ingenuo e aperto, che tra la lirica e l'elegia, in forme sempre discrete, si avvia da farsi da cattivante a imperioso, nel far condividere a chi guarda l'evocazione inestinguibile dell'evenienza, del rinascere umile e sovrano della vita che anche nei momenti fugaci e nelle situazioni elementari può rivelare un contenuto inatteso.

Carlo Ludovico Ragghianti, 1980

Seguono alcune immagini .....

ALcune immagini per le vie di Varallo nel giorno di inaugurazione della
34a edizione della Alpàa

una mostra mercato che per una settimana porta moltissimi espositori per le vie del centro storico con molti eventi correlati.
Nella edizione 2010 purtroppo non abbiamo trovato che un lievissimo ricordo di quello che era lo spirito con cui era nata - c'era un SOLO stand che esponeva formaggi - in quanto gli espositori non hanno nulla di diverso da un qualunque mercato settimanale di una qualunque città senza identità.
Le tradizioni sono "roba da museo" e in quegli angusti spazi vengono relegati.
Ma ciò non impedisce che Varallo venga assalita do "oltre 150.000" visitatori proprio in questa occasione.
Molto meno quando si tengono i concerti di uno straordinario Festival Organistico (sic!!!!!).

L'emblema


La nuova "spiaggia di città" su torrente Mastallone

L'antico albergo ITALIA (ora Sfinge)


Giochi di bimbi tra i sassi del fiume

Scorci del centro

Scorci del centro


Area conferenze della Pinacoteca Civica

L'immutabile Ada Negri

L'immutabile Ada Negri

L'immutabile Ada Negri con le amiche artiste


Scorci degli spazi espositivi delle opere di Ada Negri


Il compito


 

Il merlo

Deni (1971)

Clarissa seduta in blu (1995)

Lavoro nei campi (1974)

Donna con cappello (2002)


Gaudenzio Ferrari e Fermo Stella: il maestro e l'allievo

Venerdì 9 luglio 2010 alle ore 18.00 nel cortile della Pinacoteca di Varallo - Palazzo dei Musei, in occasione dell’inaugurazione della manifestazione Alpàa, sono state presentate al pubblico alcune opere da tempo conservate nei depositi, oggetto di un recente intervento di restauro.

"La mostra si svolge lungo un percorso espositivo della Pinacoteca nelle sale dedicate al rinascimento. Si tratta di tre affreschi staccati in antico e musealizzati nel corso dell’Ottocento raffiguranti una Testa di uomo con la berretta rossa – opera che campeggiava sulla copertina del catalogo della Pinacoteca del 1960 – una Testa di giovane, di mano di Gaudenzio Ferrari (Valduggia, 1480 circa – Milano, 1546) e una Testa di santa, di mano dell’allievo Fermo Stella (Caravaggio, notizie in Piemonte e Lombardia dal 1510 al 1562). Le due teste del maestro di Valduggia andranno ad aggiungere un importante tassello per la conoscenza dell’attività giovanile del Ferrari. Queste ultime infatti verranno esposte accanto alla tavola della Crocifissione, una delle primissime ‘imprese’ dell’artista, anch’essa recentemente restaurata, grazie al contributo del Lions Club Valsesia. La Testa di santa dell’allievo Fermo Stella, artista originario di Caravaggio che lavorò a stretto contatto con il maestro, inoltre l’esposizione di quest’opera dell’allievo di Gaudenzio costituirà il primo passo per la costituzione di un itinerario artistico particolare dedicata questo artista, che, oltre alle raccolte presenti nella Pinacoteca varallese, vedrà come protagoniste la chiesa di Santa Maria delle Grazie e la chiesa della Madonna del Sasso di Boleto.va invece ad arricchire la sezione museale dedicata ai collaboratori ed eredi del valsesiano. L’evento espositivo è stato promosso dalla Pinacoteca di Varallo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e reso possibile grazie alla sensibile generosità/ al sostegno del Comune di Varallo, della Fondazione della Banca Popolare di Novara per il Territorio."

http://www.pinacotecadivarallo.it

PINACOTECA DI VARALLO
PALAZZO DEI MUSEI
Via Pio Franzani 2 - 13019 Varallo (VC)
Telefono: 0163.51424
Fax: 0163.564354
Email: pinacoteca@museivarallo.191.it
Email: info@pinacotecadivarallo.it
Presidente: Dottor Vittorio Galli
Direttore Conservatore: Dottoressa Carla Falcone


La Crocefissione con alcuni particolari


Le due "testine" strappare nel 1836 ed attualmente restaurate e presentate al pubblico

 L'Uomo con la berretta appare partecipare al clima della Milano sforzesca intriso della cultura fra Bufinone e Bramantino. L'accento caricaturale di derivazione leonardesca, colto da Marco Rosei ( 1960), sembra assumere lo stesso valore che ha nella Crocifissione della Pinacoteca il gesto del San Giovanni evangelista, identico a quello del San Giacomo Maggiore del Cenacolo. Si tratta di un riferimento che il giovane Gaudenzio, colpito dalle innovazioni di un simile capolavoro, sente la necessità, quasi l'urgenza, di proporre. A ben guardare, come ha suggerito Giovanni Romano (2006), l'aggiornamento sui diversi modelli culturali e figurativi nell'attività giovanile del Ferrari avviene gradualmente e solo più tardi, nel polittico di Arona ( 1510-1511), il pittore dimostrerà, nell'assimilazione e padronanza della stesura unita e fusa del colore, una compiuta comprensione di Leonardo attraverso la mediazione di Pietro Perugino.

Testa di Giovane; questo elemento, insieme allo scorcio peruginesco della testa, consente di precisare ulteriormente la datazione dei nostri frammenti collocandoli dopo il viaggio di Gaudenzio in Centro Italia all'inizio del Cinquecento e appena prima del 1507.

 

 

La presentazione delle mostre

Il sindaco di Varallo Paolo Buonanno

Ada Negri ha donato una delle sue opere più importanti ed esposte
in mostre internazionali alla Pinacoteca di Varallo

Seguiva rinfresco

 

 


 


   
   
 

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